Sentenza Fabiana Luzzi, Renzo: «Finalmente attenzione a responsabilità genitoriale»
Per la pedagogista: «Il maxi risarcimento da parte della famiglia del reo rappresenta un fatto importantissimo dal punto di vista pedagogico perché pone l'accento sull'educazione»

CORIGLIANO-ROSSANO – «Omicidio Fabiana Luzzi, la sentenza in primo grado che dispone, dopo 12 anni, il maxi risarcimento della famiglia della povera vittima, rappresenta un fatto importantissimo dal punto di vista pedagogico: pone finalmente l’accento, e lo fa con una decisione molto importante, sulla responsabilità dei genitori del colpevole, rei di non aver adeguatamente vigilato ed educato il figlio».
Per Teresa Pia Renzo, pedagogista con esperienza ultraventennale, direttrice del Polo Infanzia Magnolia di Corigliano – Rossano, della sezione Primavera Maya di Bisignano e de Il Cucciolo a Mandatoriccio – che si parli di bullismo e cyberbullismo o di fatti di cronaca più gravi come i sempre più numerosi casi di femminicidio, poco cambia. Viviamo una grave emergenza educativa nazionale che coinvolge e che chiama direttamente in causa i genitori, purtroppo sempre più distratti dalla quotidianità e meno concentrati sui propri figli.
«Si sente spesso dire – continua – che essere genitori è il mestiere più difficile al mondo, perché nessuno ce lo insegna. Ma è anche vero che, come direbbe Paolo Crepet, sociologo, psichiatra e autore di numerose pubblicazioni, i genitori sono diventati ormai sindacalisti dei propri figli. Poco inclini ai NO, pretendono di giudicare, per esempio, il ruolo degli insegnanti ed il lavoro fatto a scuola».
«Dietro ai casi di cyberbullismo, in aumento nonostante la maggiore consapevolezza sul tema, si nasconde proprio questo. Si manifestano nelle scuole, nei centri di aggregazione, nei gruppi, ma nascono in famiglia, dove c’è disattenzione o si tenta di sminuire comportamenti all’apparenza innocui, ma che possono rappresentare, già all’asilo, un campanello d’allarme. Continuiamo a ritenere – continua la pedagogista – che è fondamentale educare alle emozioni e tenere fuori dalla scuola eventuali interferenze».
«Perché non si nasce bulli, ma si diventa. E questo destino – conclude la Renzo – può essere cambiato promuovendo l’autonomia, l’autostima e la creatività per la crescita equilibrata dei bambini e dei ragazzi, attraverso l’educazione sentimentale, l’alfabetizzazione delle emozioni e la riscoperta della manualità e della curiosità».