Treno cancellato, 30 pendolari restano a Sibari in balia dell’improvvisazione di Trenitalia
«Il tuo treno è stato cancellato». Così domenica è iniziato l’incubo dei viaggiatori dell’Intercity 562 Reggio Calabria – Bari: prima il servizio sostitutivo da Crotone a Sibari, poi la cancellazione del convoglio. «Ci siamo pagati noi il pulmann per arrivare a destinazione!»
CORIGLIANO-ROSSANO – «Il tuo treno è stato cancellato». È iniziato da questo messaggio, inviato alle 16:12 di domenica 2 febbraio dal Customer Care Intercity di Trenitalia, l’incubo per trenta pendolari calabresi in viaggio verso Bari. La storia che ci racconta uno di loro, un professionista che lavora in Puglia e che, a cadenza settimanale, si muove a bordo dell’unico treno che collega la Calabria al Tavoliere, ha trame allucinanti, surreali, che danno la misura reale della totale insolenza con la quale vengono sottratti i diritti fondamentali ai cittadini.
«Alle ore 16 di domenica scorsa – ci racconta il malcapitato viaggiatore – come ormai faccio a giorni alterni dallo scorso 16 settembre (giorno in cui venne chiusa la linea jonica per i famosi lavori di “ammodernamento”, ndr), sono salito a Rossano a bordo del bus sostitutivo che ci avrebbe portato fino alla stazione di Sibari per la coincidenza con l’Intercity Reggio Calabria – Bari». C’erano già una ventina di persone sulla corriera jonica, partita poco dopo pranzo da Crotone. Si badi bene: partenza alle 16 da Rossano per arrivare a Sibari alle 17 e poi prendere il treno alle 17:15. Tempi da profondo west; ma questa è un’altra storia.
«Partiamo – prosegue il racconto – nonostante alle 14:29 un precedente messaggio di Trenitalia ci avvisasse del ritardo accumulato dal treno. Ho pensato, e insieme a me, abbiamo pensato tutti che si trattasse di un ritardo di routine, ormai contemplato quando ci si sposta in Calabria, e che comunque, seppur in ritardo, saremmo arrivati a destinazione». E qui, una precisazione: «Purtroppo non ci spostiamo per piacere. Tutte le persone che hanno subìto la disavventura di cui sto per raccontarvi erano lì per motivi lavorativi o di salute».
Ma andiamo avanti. Il viaggio a bordo del bus verso Sibari prosegue, ma poco dopo aver lasciato Corigliano, alle 16:12, i telefoni di tutti iniziano a suonare. È il messaggio di Trenitalia: “Gentile Cliente, ti informiamo che … il treno Intercity 562 … è cancellato nella tratta Monasterace-Bari Centrale. La circolazione ferroviaria è attualmente sospesa senza previsioni di riattivazione…”
Ma al viaggio non si può rinunciare. «Arriviamo così a Sibari – prosegue il racconto del pendolare – e il bus ci lascia sotto la pioggia battente, davanti alla stazione ferroviaria». Lo scalo sibarita è deserto, fuori piove e l’unica persona che si vede è un addetto Rfi. «Ho pensato fosse il capostazione – ci dice ancora il malcapitato – e mi sono rivolto a lui per chiedere delucidazioni su come avremmo dovuto proseguire il viaggio, ma, una volta aver fatto spallucce, ha detto in modo lapidario che non ne sapeva nulla». Panico e smarrimento. In quello spiazzo deserto a Sibari c’erano solo gli alberi che facevano da cornice all’area, le mura della stazione e trenta persone smarrite, cariche di bagagli e bagnate sotto la pioggia alla ricerca di una soluzione.
«Tutti pensavamo che ci venisse fornito un servizio sostitutivo!» Ed è quello che abbiamo pensato anche noi quando abbiamo chiesto al povero pendolare come avesse proseguito il suo viaggio, consapevoli del fatto che la Regione Calabria paga profumatamente a Trenitalia (13,5 euro al chilometro) per il servizio su rotaia (ne abbiamo parlato qui nei giorni scorsi).
«Nessun servizio sostitutivo. Tutti a piedi, senza meta né destinazione». Però, arrivare a Bari, per quelle trenta persone, non era un piacere ma una necessità. «Pensate a quelle povere persone che erano partite da Crotone e che, praticamente a metà viaggio, si sono viste abbandonate così all’improvviso e senza soluzione». In sostanza, una situazione oltre i limiti della vergogna.
Poi la sorpresa, un vero e proprio uovo di Pasqua in un momento di totale Quaresima. «Ad un certo punto si fa avanti un signore» – racconta ancora il pendolare. «Un dipendente di un’azienda di autotrasporti dell’Alto Jonio, vedendo la situazione di imbarazzo generale, si propone di fare da intermediario con la sua azienda affinché ci fornisca un bus per arrivare a Bari. Contrattiamo. Il bus arriva».
E qui un’altra domanda ovvia, ma dalla risposta non scontata: ovviamente la prosecuzione del viaggio l’ha pagata Trenitalia, dal momento che il servizio regionale ha convenzioni attive con quasi tutte le autolinee che operano in Regione?! «Macché!» risponde meravigliato e con un sorriso amarissimo il nostro pendolare: «Il bus ce lo siamo pagati noi, di tasca nostra, in quello che di fatto è diventato un viaggio autogestito e che alla fine, invece di 16 euro, ci è venuto a costare 26!» Le comiche. Una situazione grottesca, di totale inciviltà, dove a regnare è ancora l’improvvisazione degli apparati dello Stato a danno dei suoi cittadini.