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Trasporto pubblico locale, la Regione spende 240 milioni l’anno ma a Co-Ro arrivano solo le briciole

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CORIGLIANO-ROSSANO – La Regione Calabria spende ogni anno 240 milioni di euro per garantire i servizi di mobilità sul territorio regionale. Di questi, 80 milioni sono impacchettati e destinati a Trenitalia per il trasporto su rotaia (ne avevamo parlato nei giorni scorsi qui), e i restanti 160 milioni di euro, invece, servono a garantire il trasporto su gomma. Ai servizi autolinee della Provincia di Cosenza vengono, quindi, destinati circa 46 milioni di euro di cui circa 14 milioni di euro alle uniche due realtà che fanno leva anche su un sistema di trasporto pubblico locale: l’area urbana Cosenza-Rende-Castrolibero e Corigliano-Rossano.

Ma sono proprio questi 14 milioni di euro che pongono un punto di domanda e di riflessione. Perché, volendo fare un’equazione giusta tra utenzaterritorio (Cosenza-Rende-Castrolibero con più viaggiatori ma con un’estensione territoriale relativamente piccola, Corigliano-Rossano con meno viaggiatori ma con un’estensione territoriale immensa), i conti non tornano.

La fetta più grossa la becca (come sempre) Cosenza

Di questa fetta di torta, destinata proprio al Trasporto pubblico locale urbano di Cosenza e Co-Ro, che vale quasi il 10% dell’intero importo regionale annuo, alla città jonica arrivano solo le briciole. La maggior parte della quota (12 milioni di euro), la becca proprio il TPL bruzio. Mentre a Corigliano-Rossano solo quest’anno si è arrivati ad un riconoscimento di 1,4 milioni di euro con 100 mila km/anno in più rispetto al 2024 (oggi le nostre autolinee interne possono percorrere "solo" 580 mila km l’anno) e con, ancora, un deficit di ben oltre 200 mila km/anno (il monte chilometrico previsto per Co-Ro dovrebbe essere di 800 mila km/anno) che non si sa se e quando verranno mai messi a terra.

Perché questa disparità? La risposta non è semplice, tantomeno scontata. Ma quando si parla di mobilità, che sia su gomma o ferroviaria, la Calabria del nord-est e particolarmente Corigliano-Rossano rimangono le realtà più penalizzate della regione e dell’intero meridione. Da qualunque aspetto, lato o dimensione la si guardi.

All'area urbana bruzia riconosciuti 4,5 milioni di km/anno. A Co-Ro solo 800 mila (580 mila reali)

Perché è davvero incomprensibile come in un’area urbana, quella del capoluogo, con una superficie di poco più di 100 km quadrati, si facciano circolare 4,5 milioni e mezzo di km l’anno, mentre nel comune di Corigliano-Rossano, che è demograficamente il più grande della Provincia e che conta un’estensione di 357 km quadrati, a malapena si viaggia su 580 mila km annui. Perché? Chi ha definito questi parametri? Qual è la regia che ci sta dietro? Ma – soprattutto - perché in Regione qualcuno non alza il dito e chiede i motivi di questa conclamata disparità?

È chiaro a tutti, anche alle pietre, che offrendo maggiore frequenza nei collegamenti si stimola la domanda e si incentiva l'utenza a non utilizzare l'autovettura in favore del trasporto pubblico. E questa, ad esempio, è una regola aurea che è stata ben strutturata nella filosofia del traporto pubblico nell’area urbana cosentina, che, essendo centro universitario, ha sicuramente bisogno di maggiori spostamenti interni e dove negli anni, grazie proprio alla spinta massima sul TPL, si è consolidata una più forte cultura del trasporto pubblico urbano. Certo – a questo prezzo, verrebbe da dire! - ma a discapito di chi?

l'Anello al naso

Perché non mettere anche i cittadini di questo territorio nelle condizioni di poter viaggiare umanamente, civilmente ed in modo europeo? A novembre scorso l’attivazione di quei 100 mila km in più sulle linee urbane di Corigliano-Rosano sono state salutate con enfasi esagerata, come chissà quale rivoluzione copernicana si stesse attuando. Lo è, sicuramente, perché si parte da (quasi) niente. Ma, a conti fatti, posto il doveroso paragone con altre realtà, il dubbio che la Sibaritide-Pollino venga trattata come se qui si vivesse con l’anello al naso è più che legittimo.

E come si fa, con queste cifre e a queste condizioni, a pretendere un servizio eccezionale? A chiedere nuove e futuristiche pensiline, nuovi comfort e maggiori collegamenti? È pressoché impensabile e impossibile. Né – ed è doveroso ribadirlo – si può pretendere che la società che gestisce il servizio di autolinee locali supplisca alle carenze della struttura regionale o, tantomeno, che per vedersi garantito un diritto (sul quale grava un importante impegno di risorse pubbliche mal distribuite) si costringano i pendolari a sborsare più soldi per i titoli di viaggio.

A Corigliano-Rossano mancano all'appello 9 milioni di euro l'anno

Allora, riepilogando, facciamo i conti. A Corigliano-Rossano vive circa il 4,5% della popolazione regionale; la Regione spende ogni anno 127,80 Euro pro capite per il trasporto pubblico. Da questo ne deriva che, senza voler far torto a nessuno e per vedere riconosciuto un principio equo di ripartizione delle risorse a cui contribuoiscono altrettanto equamente tutti i cittadini calabrese, alla terza città della Calabria andrebbe riconosciuto un benefit per il trasporto pubblico locale di 10,2 milioni di euro annui per rimettere a posto l'equilibrio sociale. Insomma, mancano all'appello quasi nove milioni di euro l'anno. Ecco, basterebbe solo una suddivisione più equa e giusta delle risorse, per non dividere – come avviene da sempre – la popolazione della Provincia di Cosenza in nababbi e plebei. Tutto qui.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.