Nella Gghijesiella la tradizionale cerimonia della Candelora
Come ogni anno questo momento segna un passaggio importante per le confraternite coriglianesi. Ieri è stata la volta delle Anime Sante del Purgatorio che ha accolto otto nuovi confratelli
CORIGLIANO-ROSSANO - Il 1° febbraio 2025, il centro storico di Corigliano ha vissuto una serata memorabile, una di quelle notti che rimangono stampate nel cuore di ogni coriglianese. Come ogni anno, in occasione della Festa della Candelora, la Confraternita delle Anime Sante del Purgatorio nella Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore, ha celebrato l'entrata di otto nuovi confratelli, cinque uomini e tre donne.
Il raduno dei confratelli è avvenuto intorno alle 17:30 presso la Gghijesiella, dove con l'accensione delle candele si è dato inizio alla tradizionale Candelora con il Priore Franco Oranges della Congrega Maria Ss. dei Sette Dolori e le altre due Confraternite del Centro Storico Coriglianese, ovvero "Santissimo Rosario" (Priore Antonio Chiaradia) e "Anime Sante del Purgatorio" (Priore Gianni Gabriele), il Padre Spirituale Don Fiorenzo De Simone e Don Massimo Maria De Novellis i quali hanno dato vita alla significativa e toccante funzione religiosa che ha visto in un primo momento una brevissima processione fino a Santa Maria Maggiore e subito dopo la concelebrazione della Santa Messa.
Tanta commozione da parte dei novizi nel momento del rito per l'ammissione alla confraternita suggellato con un abbraccio da parte del sacerdote celebrante e dai loro confratelli.
Sergio La Grotta ha ricoperto la funzione di Primicerio, mentre il coro, diretto dalla talentuosa Chiara De Carlo, ha riempito la chiesa di melodie che risuonavano come un richiamo alla bellezza della fede. La sua voce ha accompagnato i presenti in una celebrazione che ha rinnovato la speranza.
Don Fiorenzo, con una omelia intensa e toccante, ha esortato tutti a custodire la luce della candela nei momenti di difficoltà. «Accendere questa candela - ha detto - significa affrontare il buio con la certezza che il Signore non abbandona mai». Un invito a ritrovare la speranza, a credere che, anche nelle tempeste della vita, la luce di Cristo è sempre lì a sostenerci.
Questo evento non è solo un momento di celebrazione religiosa, ma un tassello importante di quella grande tela che è la storia di Corigliano. In un’epoca dove il mondo sembra dimenticare le proprie radici e tradizioni, la Candelora si erge come un simbolo di resilienza. Corigliano, spesso trascurata, continua a brillare nella sua unicità e nel suo attaccamento alle origini.
In sintesi, la Candelora non è solo una festa, ma è un atto d’amore verso la propria comunità, un modo per dire: “Siamo qui, nonostante tutto.” È un promemoria che, anche nel buio, ci si può sempre affidare alla luce, quella genuina e sincera che solo la tradizione riesce a trasmettere.