L'ospedale di Cariati è stato riaperto... solo sulla carta
Dal periodico report del monitoraggio civico fatto da Le Lampare sul presidio del "Vittorio Cosentino" emergono ancora tantissime questioni aperte che, di fatto, non rendono operativo il nosocomio. Ecco quali
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CARIATI – La sanità in Calabria continua a rimanere in una situazione critica, come evidenziato dal recente rapporto di Svimez e dalle preoccupazioni sollevate dal sindacato degli infermieri, NurSind. Le criticità sono molteplici, a partire dai ritardi nell'attuazione dei progetti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), fino ad arrivare alle carenze croniche di personale e strutture essenziali. Tra le strutture più in affanno c'è sicuramente il "riaperto" ospedale Cosentino di Cariati. Riaperto sulla carta ma di fatto ancora in attesa di un'attivazione concreta nella sua operatività. Da anni, ormai, sulle vicende che interessano il nosocomio del basso Jonio della Sibaritide è attivo il monitoraggio civico de Le Lampare che, a cadenza periodica ricordano le cose fatte e quelle ancora da fare.
Intanto, secondo Svimez - dicevamo - solo il 23% dei progetti sanitari regionali è stato avviato entro dicembre 2024, con un drastico divario rispetto al Nord Italia dove il 73% dei progetti è in corso. Questo ritardo ostacola la costruzione di ospedali e case di comunità cruciali per l’accesso alle cure. Parallelamente, la Fondazione Gimbe ha rilevato un fenomeno crescente di mobilità sanitaria, con molti cittadini del Sud, soprattutto calabresi e molti dell'area del nord-est, che si trasferiscono al Nord per trattamenti medici. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto rimangono le destinazioni principali, comprendo il 94,1% del flusso economico attivo nel settore sanitario.
Per quanto riguarda Cariati, invece, l’ospedale "Vittorio Cosentino" è in una «situazione preoccupante». Lo ricordano Le Lampare riportando quanto scritto dal NurSind in un recente appello rivolto al commissario alla sanità di Calabria, Roberto Occhiuto, sottolineando la grave carenza di personale infermieristico e sociosanitario. I rappresentanti sindacali Nicodemo Capalbo e Roberto Mazzuca hanno denunciato le condizioni critiche che mettono a rischio sia i reparti esistenti che quelli futuri.
Le maggiori difficoltà si evidenziano nei laboratori analisi e nei servizi ambulatoriali dove mancano infermieri, fisioterapisti e personale amministrativo. Nel laboratorio analisi, in particolare, depotenziato a semplice punto prelievi, mancano figure chiave come i tecnici di laboratorio. Insomma, il Cosentino non è ancora un ospedale differentemente a quanto riporta il Piano regionale della rete ospedaliera.
La situazione è aggravata dalla carenza di servizi di emergenza adeguati, come automediche ed elisoccorso notturno. La mancanza di queste risorse essenziali espone i pazienti a gravi rischi, in un'area dove patologie tempo-dipendenti non possono permettersi ritardi.