Il Basso Jonio sibarita continua a rimanere uno dei territori più isolati d'Europa
A Cariati, dall'insofferenza monta una nuova protesta: anni di abbandono, promesse non mantenute e una lotta per la sopravvivenza. Le Lampare si scagliano contro tutti i livelli istituzionali
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CARIATI - Senza strade, da sempre, e da qualche mese, ormai, senza più neanche un treno: a Cariati, ultimo avamposto della Sibaritide e tra i comuni più isolati d'Italia, continua ad alimentarsi il dissenso ed il senso di insofferenza nei confronti dello Stato e delle rappresentanze istituzionali locali e territoriali, evidentemente incapaci di tutelare gli interessi dei cittadini.
Nella città fortificata delle otto torri, infatti, non bastava aver già pagato a caro prezzo il costo di un servizio sanitario rastrellato da scelte politiche capestri, alle quali solo ora - a distanza di ormai 15 anni dal provvedimento di razionalizzazione - si sta cercando di dare una soluzione restituendo un ospedale soppresso; no, questo territorio continua a rimanere anche isolatossimo dal mondo. E chi ci abita ormai sa di vivere sempre con la valigia in mano anche per un esame medico di routine o con la rassegnazione nel cuore.
Anche l'ultima decisione assunta da RFI di chiudere la ferrovia jonica - praticamente per un anno, col fine di compiere lavori e con la promessa di un ammodernamento della linea che a questi ritmi non servirà a nessuno (perché qui non rimarrà più nessuno) - rimane una delle scelte più incomprensibili fino ad oggi adottare.
La linea jonica, da Sibari a Crotone, è chiusa dal 16 settembre scorso proprio per consentire quell'opera di upgrade dei binari. Avrebbe dovuto riaprire a gennaio scorso ma il gestore della rete ha detto che per compiere i lavori sarebbe servito più tempo, prorogando la chiusura fino a giugno. Questo, nonostante fino ad oggi, lungo i circa 50 km di linea ferrata che separano Sibari da Cariati non sia stato mosso un chiodo e di lavori non se vedono. E tutto questo, ancora, mentre la Regione Calabria continua a pagare a Trenitalia ben 14 euro a km per treni inesistenti che viaggiano anche su questa linea (ne abbiamo parlato qui).
Insomma, la comunità vive un crescente malcontento verso le istituzioni, accusate di non tutelare i diritti dei cittadini. A portare avanti la denuncia è il movimento Le Lampare , che ha evidenziato una situazione «del tutto imbarazzante» dei trasporti: «La situazione attuale dei trasporti ferroviari e stradali – si legge in un messaggio pubblicato sulla pagina social - è inaccettabile e rappresenta una violazione dei diritti fondamentali dei cittadini calabresi». «Nonostante le promesse del governo Meloni, le infrastrutture regionali continuano a essere trascurate. L'incapacità del Ministro delle Infrastrutture Salvini di affrontare le reali necessità del Sud dimostra un disinteresse e una negligenza che non possono essere più tollerati». Le accuse sono rivolte anche alle amministrazioni locali, accuse di sudditanza politica e inefficacia nel risolvere le problematiche del territorio. Una situazione di abbandono e mancanza di investimenti infrastrutturali perpetua che sta compromettendo direttamente la qualità della vita e lo sviluppo economico locale. Nel frattempo, i cittadini cercano di resistere, aggrappandosi alla speranza di un cambiamento che sembra ancora lontano. E mentre i governi cambiano, nella realtà locale sembra che tutto resti invariato, condannando questa porzione di Calabria a un presente di disagi e un futuro sempre più incerto.