La terra trema ancora e fa paura ma i Comuni del nord-est non investono in Protezione civile
Dopo il terremoto di stanotte, i dati di OpenPolis restiuiscono un quadro allarmante sulla capacità di spesa per il soccorso civile nel territorio del nord-est. Si "salvano" solo Corigliano-Rossano e Cassano. Mentre alcuni comuni spendono zero euro
CORIGLIANO-ROSSANO - La Calabria centro-settentrionale è stata nuovamente scossa da un terremoto di magnitudo 4.2 stanotte, riaccendendo i timori di una popolazione già provata dagli eventi sismici dell'estate scorsa. A fronte di questa realtà, l'analisi dei dati sulla spesa per la Protezione Civile dei principali comuni del nord-est calabrese, pubblicati da OpenPolis (2021), potrebbe aiutare a capire e a dare risposta ad una domanda che è ricorrente: siamo pronti ad affrontare situazioni critiche in caso di terremoti? La risposta - retorica - però, solleva altri interrogativi sulla reale preparazione del territorio ad affrontare una catastrofe. Soprattutto sul fronte della spesa.
I dati, infatti, mostrano una significativa disparità nella spesa pro capite per il soccorso civile. Siamo andati ad analizzare l'investimento economico specifico sul particolare capitolo della ProCiv dei principali comuni della Calabria del nord-est, e a spulciare quelle che sono le voci di bilancio. Ne viene fuori un quadro complessivo disarmante e preoccupante con addirittura due comuni sugli otto analizzati che sul capitolo della protezione civile hanno addirittura 0 Euro.
Il dato pro capite. In questa classifica i comuni più "virtuosi", che possono vantare un cifra quantomeno idonea, sono quelli di Cassano Jonio, con una spesa pro capite in bilancio per il soccorso persone di 10,37€, e Corigliano-Rossano che, invece, registra una spesa di poco più bassa pari a 8,59€.
Da qui, poi, c’è il divario abissale con le altre municipalità. Castrovillari per la Protezione Civile spende 0,33 centesimi di euro a cittadino ogni anno, Spezzano Albanese addirittura arriva a non superare i 0,26 centesimi di euro mentre il più piccolo comune di Trebisacce ha in bilancio poco più di 27mila per la Protezione Civile.
C’è chi ha fatto peggio? Certamente sì. E sono i comuni di Crosia e Cariati, entrambi rientranti in un’area ad altissimo rischio sismico ed esposte al dissesto idrogeologico. Entrambi i comuni della Sila Greca hanno in bilancio 0 euro.
È importante, però, sottolineare che una maggiore o minore spesa non indica automaticamente una migliore o peggiore gestione della protezione civile. Infatti, OpenPolis specifica che spesso i comuni non inseriscono tutte le spese relative alla Protezione Civile nella voce dedicata, rendendo l'analisi incompleta. Le uscite, infatti, potrebbero essere ripartite tra diversi assessorati, come ad esempio quelli alla manutenzione o alle opere pubbliche. Potrebbe essere il caso di Crosia che proprio in quanto a Protezione Civile, nell’ultimo decennio, ha affrontato una spesa di quasi 15 milioni di euro da fondi extracomunali per riqualificare e mettere in sicurezza il territorio. I dati analizzati da OpenPolis, però, riguardano strettamente il capitolo di spesa per i piani di sicurezza e salvamento persone.
Nonostante queste considerazioni, la disparità di spesa evidenzia una potenziale fragilità del sistema. La spesa quasi nulla di alcuni comuni, in un territorio ad alto rischio sismico come quello calabrese, non può che sollevare serie preoccupazioni. A fronte di eventi sismici recenti di notevole intensità, come quello di magnitudo 5.1 del 1° agosto, e del sisma di stanotte, è fondamentale che ogni comune disponga delle risorse e delle infrastrutture necessarie per garantire la sicurezza dei propri cittadini in caso di emergenza.
L'analisi dei dati di OpenPolis, pur incompleta, sottolinea di fatto l'urgenza di una maggiore trasparenza e di una più equa distribuzione delle risorse per la Protezione Civile in tutta la regione. Investimenti adeguati in infrastrutture, piani di emergenza e formazione del personale sono cruciali per mitigare i rischi e proteggere la popolazione. Certo, il silenzio di alcuni comuni sui dati di spesa, in un contesto di alta sismicità, è inquietante e richiede un'immediata attenzione da parte delle autorità competenti.