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Lingua Blu continua ad espandersi, nuovi focolai anche nella Sila Greca

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CORIGLIANO-ROSSANO – Si chiama Bluetongue, in italiano Lingua Blu, ed è la febbre catarrale che colpisce gli ovini non dandogli scampo. Nelle aree centro meridionali della Calabria questa malattia, già nell’estate scorsa, ha sterminato interi greggi di pecore e ora la forma virale ha iniziato a risalire verso nord arrivando alle porte della Sibaritide. A lanciare l’allarme è il presidente di Coldiretti Rossano, Antonino Fonsi, che proprio ieri, ai microfoni di Buongiorno Regione, ha annunciato che un primo focolaio di Lingua Blu è stato individuato in un allevamento di Caloveto.

«La pecora prende una febbre e nell’arco di 24 ore muore o addirittura abortisce. Così – ha spiegato Fonsi – di conseguenza non si ha produzione di latte e quindi nemmeno di formaggio. E questo fa sì che gli allevatori non possono pagare i loro mutui con le banche, non possono onorare le linee di credito o gli impegni con i fornitori». Insomma, una situazione difficilissima che sta mettendo in ginocchio una delle economie più floride come quella della produzione del Pecorino Crotonese DOP.

Già, perché se questa epidemia che colpisce solo ruminanti e camelidi non è assolutamente pericolosa per l’uomo – così come aveva tranquillizzato nei giorni scorsi il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo – è pur vero che continua a generare una reazione a catena disastrosa nell’economia zootecnica.

«Avevamo chiuso l'accordo con il Canada per la fornitura di Pecorino Crotonese» racconta ancora Fonsi. «Adesso siamo in grandissima difficoltà perché non sappiamo se potremo onorare questo impegno data la moria di ovini e la scarsità di latte. Se dovesse saltare questa commessa per noi allevatori e produttori sarebbe davvero il colpo di grazia».

In realtà, la febbre da Lingua Blu è solo la ciliegina sulla torta di una situazione assurda che negli ultimi mesi sta colpendo violentemente l’economia agricola calabrese. «Ogni giorno lottiamo su più fronti. Prima – ricorda Fonsi - i cinghiali che ormai da anni distruggono i raccolti senza che si possa mettere un argine a questo fenomeno; ad inizio estate abbiamo avuto i lupi che hanno massacrato tanti greggi, anche nel territorio della Sila Greca; poi è arrivata la siccità che ci ha costretti addirittura ad acquistare il fieno da dare agli animali da fuori regione e questo con un aggravio pauroso dei costi di produzione».

Per rendere l’idea di quanta difficoltà ci sia oggi nel mondo dei produttori agricoli basti pensare che insieme a questi problemi, che rappresentano la summa massima degli imprevisti naturali, devono aggiungersi tutte le altre questioni di carattere globale che hanno portato ad un aumento spropositato dei costi delle materie prime: dal Covid alla guerra in Ucraina. Un effetto domino devastante che ha influito anche sulla capacità produttiva di molte aziende che, ad un certo punto, nel dover razionalizzare i costi hanno razionalizzato anche la produzione.

Quali sono, allora, le soluzioni da mettere a terra per non farsi fagocitare dall’emergenza? «Abbiamo chiesto e ottenuto subito l'interramento delle carcasse degli animali morti» ha detto Antonino Fonsi rimarcando la piena disponibilità a trovare soluzioni fattibili ed efficaci da parte della Regione Calabria e in particolar modo dell’Assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo. «E non è una soluzione di poco conto – ricorda il presidente di Coldiretti Rossano - perché ogni qualvolta muore un animale in azienda l'allevatore dovrebbe chiamare una ditta specializzata e portare l'animale a smaltire con un costo non inferiore alle 200 euro a capo». Un’altra cosa per la quale si è subito mobilitata la Regione Calabria è stata l’acquisto dei vaccini con un accordo tra Regione Calabria e l'associazione regionale degli Allevatori per avviare al più presto la somministrazione». Infine, ci sarebbe il riconoscimento dello stato di calamità. Che però dal Consiglio dei Ministri tarda ad arrivare.

La vera sfida, però, è quella della consapevolezza. Viviamo tutti un periodo difficile e questo dovrebbe metterci nelle condizioni di aiutarci gli uni con gli altri per superare insieme un momento buio e di crisi per la nostra società. L’invito, quindi, è a sostenere l’economia locale e in questo caso, quella degli allevatori calabresi e della Sila Greca, che a causa di eventi non preventivabili, spesso ingestibili e catastrofici, rischiano di vedere andare in rovina i sacrifici di una vita. Consumiamo pecorino, allora… e assicuriamoci che sia prodotto nelle nostre aziende!

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.