Due roghi dolosi al Nuovo Ospedale in meno di 24 ore: danni alla struttura, ma anche alla fiducia
Gli incendi di queste ore riaccendono i riflettori su un’opera attesa da anni. «Serve protezione, chiarezza e continuità: l’ospedale si farà». Occhiuto: «Stop intimidazioni, la Calabria perbene non tollera più minacce e sopraffazioni»

CORIGLIANO-ROSSANO – Due incendi, in due giorni (ecco il primo e il secondo). Due episodi ravvicinati che hanno riportato alta la tensione e il senso di insicurezza attorno al cantiere dell’Ospedale Unico della Sibaritide, una delle infrastrutture sanitarie più attese della Calabria. Le fiamme, entrambe di natura dolosa secondo i primi accertamenti, si sono sviluppate a distanza di poche ore l’una dall’altra, colpendo il secondo livello della struttura.
Fortunatamente, non ci sono stati feriti gravi. Il sistema di evacuazione ha funzionato con precisione, permettendo a tutti gli operai presenti di mettersi in salvo. Solo alcuni hanno riportato lievi disagi da inalazione di fumo, subito presi in carico dal personale sanitario. Ma se le persone stanno bene, i danni materiali e morali sono consistenti. Non è solo cemento ad aver bruciato. È l’immagine di un progetto collettivo che subisce un colpo durissimo. Un progetto carico di aspettative, annunci e speranze, che ora rischia di incrinarsi nella fiducia che lo circonda.
Una promessa al centro dell’attenzione
Negli ultimi mesi, l’Ospedale della Sibaritide è stato spesso sotto i riflettori: per la sua imponenza strutturale, per l’impatto occupazionale che promette di generare, per l’attesa sociale che rappresenta in un territorio segnato da carenze storiche in ambito sanitario. Un’opera che dovrebbe garantire un nuovo standard di cura e assistenza in tutta l’area jonica calabrese. Ora però, questi rallentamenti improvvisi, uniti ai danneggiamenti, minano – e non poco – la credibilità dell’intero percorso che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo del progetto. Serve uno sforzo comune per evitare che la sfiducia prenda il sopravvento e per rafforzare quel legame tra istituzioni, operatori e comunità che, oggi più che mai, appare fragile.
Una mattinata tra tensione e incredulità
Abbiamo trascorso una mattinata sotto il sole, tra gli operai che andavano e venivano, i curiosi, la vigilanza e le forze dell’ordine. L’atmosfera era carica, densa di silenzi e sguardi interrogativi. Resta davvero inusuale e inquietante il fatto che si siano verificati due episodi delittuosi, dolosi e accertati, in sole 24 ore. Un’anomalia che inquieta e fa riflettere. Nel frattempo, sui social e per strada si moltiplicano le reazioni. I commenti, le ipotesi, ma anche la rabbia e lo scoramento. Alcuni esponenti politici hanno già manifestato pubblicamente la propria preoccupazione, esprimendo solidarietà e vicinanza alla comunità e agli operatori coinvolti. Anche questo è un segnale: che il cantiere, oggi, è molto più di un luogo di lavoro. È diventato un simbolo, un crocevia di tensioni e di attese.
Una comunità che chiede continuità
Il cantiere è ora presidiato dalle forze dell’ordine, mentre la magistratura ha avviato le indagini per ricostruire quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità. Ma intanto, dal territorio si leva una voce forte, unitaria: quella di una comunità che non vuole fermarsi. La cittadinanza chiede sicurezza, trasparenza e continuità. Chiede che non si abbassi la guardia, che i lavori vadano avanti, che la struttura venga protetta da qualunque tentativo di interruzione o danneggiamento. Perché quest’opera non è solo un cantiere: è un diritto, un simbolo, una necessità. Ed è anche la prova concreta che, nonostante tutto, si può ancora credere in un futuro migliore per la sanità calabrese. -di Matteo Monte
Le reazioni della classe politica
Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, usa parole forti ed al tempo stesso lancia dei segnali: «È di estrema gravità quanto sta accadendo nel cantiere dell’ospedale della Sibaritide, dove si susseguono incendi che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori e ostacolano la realizzazione di un’opera fondamentale per la comunità. Il clima è ormai diventato insostenibile e ci auguriamo che le forze dell’ordine e la magistratura riescano a individuare al più presto i responsabili di queste azioni intimidatorie e distruttive. Siamo vicini all’impresa impegnata nei lavori e a tutte le maestranze, alle quali esprimiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà. Prepotenza, malaffare, violenza e intimidazioni non fermeranno il percorso di cambiamento e di ricostruzione che abbiamo avviato per il bene della Regione e per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Basta. La Calabria perbene non tollera più minacce e sopraffazioni».
Pasqualina Straface, consigliere regionale di Forza Italia e Presidente della Terza Commissione sanità del Consiglio Regionale: «La Regione Calabria sta seguendo da vicino la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide con grande senso di responsabilità, contribuendo a imprimere una decisa accelerazione all’avanzamento dei lavori, con risultati tangibili e visibili. Bene ha fatto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a esprimere solidarietà ai lavoratori e all’impresa che sta realizzando il nuovo ospedale e a chiedere un intervento immediato delle forze dell’ordine e della magistratura contro i roghi degli ultimi giorni».
Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Davide Tavernise: «Due incendi in due giorni, entrambi sviluppatisi nella stessa area del cantiere dell'ospedale della Sibaritide, non possono essere archiviati come semplici coincidenze. In attesa che le autorità competenti facciano piena luce sull'origine di questi episodi ritengo urgente un intervento immediato da parte dello Stato per garantire sicurezza, legalità e continuità ai lavori di costruzione di un'opera strategica per la sanità calabrese. Parliamo di una struttura sanitaria attesa da decenni e che, tra ritardi, stop, cambi di gestione e rimpalli di responsabilità, ancora oggi non riesce a vedere la luce. I recenti roghi nel vano ascensore e in altre zone del cantiere alimentano il sospetto che vi siano interferenze esterne che mirano a rallentare o ostacolare i lavori. È inaccettabile. Lo Stato deve rispondere con fermezza. Così come è stato deciso di impiegare l'Esercito per presidiare i cantieri della SS106 nel tratto Sibari-Roseto, a tutela delle infrastrutture critiche e per garantire lo sviluppo del territorio oggi si rende necessario lo stesso livello di attenzione e protezione per l'ospedale della Sibaritide. Non possiamo permettere che questo progetto diventi ostaggio di interessi opachi o vittima della scarsa vigilanza. Chi lavora in quel cantiere ha diritto a operare in condizioni di tranquillità. Chi vive su questo territorio ha diritto a sapere se dietro questi episodi ci sia una regia occulta. E chi governa ha il dovere di intervenire subito. È il momento di alzare il livello di guardia. Lo Stato si faccia sentire».
Dora Mauro coordinatrice cittadina di Fratelli d’Italia a Corigliano-Rossano: «Esprimo piena solidarietà ai lavoratori e alle imprese coinvolti nell’incendio divampato nel cantiere del nuovo ospedale della Sibaritide, alcuni dei quali sono rimasti feriti mentre svolgevano il loro lavoro. Episodi come questo non possono passare sotto silenzio né essere archiviati in fretta. Siamo davanti a un fatto grave e non è la prima volta che si verificano episodi anomali o sospetti in quell’area. Serve trasparenza, serve chiarezza e, soprattutto, servono risposte. Non possiamo permettere che episodi simili generino ulteriore sfiducia o allunghino i tempi per la consegna di una struttura attesa da anni. La rappresentante cittadina del partito di FDI esprime «piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, che siamo certi sapranno individuare ogni responsabilità. Ma come rappresentanti politici e istituzionali abbiamo il dovere di mantenere alta l’attenzione, perché dietro la costruzione di questo ospedale non ci sono solo cantieri e cemento, ma attese, speranze e necessità concrete di un intero territorio. Abbiamo bisogno di un presidio sanitario moderno, capace di organizzare meglio i servizi e di gestire in modo più efficiente il personale. Abbiamo bisogno di strutture sicure, ben fatte, ma soprattutto libere da qualunque interferenza che possa compromettere l’efficienza dei lavori. A chi in quell’ospedale lavora ogni giorno e a chi è stato colpito fisicamente o psicologicamente da questo episodio, la nostra vicinanza concreta. Come Partito saremo presenti, vigili, determinati a pretendere che tutto sia chiaro. La salute pubblica non è merce su cui speculare, né campo di battaglia per interessi nascosti e chi ha sbagliato deve pagare. Non possiamo permettere che situazioni poco trasparenti rallentino ancora un’opera che la comunità aspetta da troppo tempo»
(articolo di Matteo Monte in aggiornamento)