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L'industria nel porto vale 180 posti di lavoro e un gettito annuo sul territorio di 20 milioni di euro

6 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Se la Capigruppo di sabato scorso si è conclusa, praticamente, con un nulla di fatto rispetto alla soluzione che oggi viene richiesta per l’insediamento industriale proposto da Nuovo Pignone Baker Hughes nel porto cittadino, è anche vero che durante la riunione sono emersi aspetti salienti di quello che potrà essere l’investimento a bordo banchina. Durante l’audizione del management della società italo-americana con sede a Firenze, rappresentato per l’occasione dal vicepresidente Paolo Ruggeri e dalla top manager Maria Francesca Marino dirigente della sede di Vibo Valentia, infatti, è emersa la possibilità di una rimodulazione dell’impianto progettuale. La preoccupazione di molti, in realtà, è che l’azienda occupi un’area troppo grande dello scalo portuale jonico con il rischio che possa compromettere futuri investimenti o lo sviluppo di altre attività all’interno dello stesso.

Tra le principali novità c’è che BH rinuncerebbe all’utilizzo del capannone di servizio abbandonato posto all’estremità sud-sud-est del porto, liberando di fatto e integralmente l’intera banchina 1. Non solo. Su esplicita richiesta dei capigruppo consiliari di razionalizzare gli spazi, è emersa anche la disponibilità a rivedere la collocazione delle strutture da collocare nella penisola che divide la prima dalla seconda darsena e, quindi, di lasciare maggiore spazio a ridosso della banchina 4, con un arretramento dell’area cantiere di qualche decina di metri; e poi – altra novità rilevante – è stata quella di poter “sdoppiare” le aree amministrative e di servizio da quelle produttive. «Fateci una proposta – ha detto il vicepresidente Ruggeri – e saremo ben lieti di valutarla». La richiesta, in realtà, è quella di insediare gli uffici e gli spazi mensa, spogliatoi e una parte della produzione in una zona fuori dal porto (il retroporto o l’area industriale) eliminando, così, un altro “ingombro” dalle banchine.

Poi c’è tutta la questione occupazionale che è quella che sta tenendo banco maggiormente negli ultimi giorni anche con avventurose disamine che evidentemente non tengono conto dei documenti progettuali. Sempre Nuovo Pignone BH, durante la conferenza dei Capigruppo di sabato scorso, infatti, ha chiarito che la nuova industria nel porto genererà 180 posti di lavoro, di cui il 60% alle dirette dipendenze dell’azienda e il restante 40% da attività d’appalto. A questo, poi, va ad aggiungersi tutta l’occupazione che potrebbe generare l’indotto che creerebbe questa nuova azienda sul territorio. Nuovo Pignone – e anche questo è un aspetto emerso durante l’incontro tenutosi in Sala Giunta - ha tutta l’intenzione di sostenere l’economia locale che di fatto dovrà prepararsi a ricevere le commesse industriali. È stato ricordato che l’impresa a bordo banchina può generare un gettito di investimento di circa 20 milioni di euro l’anno per l’acquisto di materiali e materie prime. Soldi, questi, che con un piano d’impresa lungimirante possono rimanere tutti e per intero proprio sul territorio creando, di fatto, nuovi posti di lavoro.

Ma cosa prevede il progetto? L’impianto di Nuovo Pignone Baker Hughes è un unicum produttivo perché per la prima volta la grande società leader nella meccanica d’avanguardia nel mondo, proprio partendo dal porto di Corigliano-Rossano, realizzerebbe manufatti finalizzati all’assemblaggio e la finitura di moduli di struttura metallica destinati alla grande industria in formati extralarge, mai realizzati finora.

Insomma, l’industria nel porto non solo sarebbe una novità assoluta in ambito industriale ma diventerebbe un potenziale sito di sviluppo e ricerca tecnologica e industriale.

Le dimensioni del progetto

Partiamo dalle dimensioni. L’insediamento di Baker Hughes chiede l’occupazione di una superficie di 103mila metri quadri su una estensione totale del porto che, invece, conta 1,3 milioni di mq, dunque, meno del 10% dell’intera area. Spazi, questi, che potrebbero essere ulteriormente ridotti qualora venisse valutata l’opzione di dimensionamento della superficie.

Il centro BH occuperà perlopiù lo spazio compreso tra le banchine 2,3 e 4. Per meglio intenderci, la penisola che si estende all’interno del porto e che separa la prima e la seconda darsena. È prevista anche l’acquisizione del capannone e della struttura già esistenti lungo il perimetro sud-sud-est dello scalo portuale (indicata nel Progetto come Area B), sulla banchina 1, che servirà a creare l’accesso principale all’area industriale. Anche se, come dicevamo, la società avrebbe deciso di rinunciare a questa soluzione. Ad ogni modo «la superficie dell’area B pari a 9.660,00 mq circa – si legge nel Progetto industriale di BH Nuovo Pignone - non è interessata dalla realizzazione di nuovi fabbricati e sulla stessa è prevista la sola realizzazione di una recinzione e l’utilizzo dell’area esterna come parcheggio a servizio dell’intervento». Un varco secondario (per i mezzi pesanti) sarà aperto, invece, di fianco all’ingresso centrale del Porto, sulla rotonda di viale Salerno. Praticamente l’intera ed immensa area della banchina 1, che misura in lunghezza quasi 900 metri, rimarrà nelle condizioni attuali. Quindi, operativa per le attività che sono oggi in corso e, eventualmente, per lo scalo crocieristico, in attesa che venga realizzata la banchina cruise che è nelle more del Piano regolatore portuale.

Planimetria generale del progetto

Delle quattordici costruzioni che saranno realizzate all’interno del porto, in realtà, solo 4 sono quelle destinate alla produzione, le restanti dieci sono uffici, magazzini, servizi e spogliatoi e buona parte di questi – da come emerso dall’incontro – potrebbe andare a finire fuori dal porto proprio per assecondare una richiesta del territorio.

Rendering del progetto BH nel porto di Co-Ro

Capannone Frame e Blocchi

Capannone Frame e Blocchi: Si tratta del fabbricato più imponente dell’intero insediamento: largo 30 metri, lungo 125 e alto circa 20 (come un palazzo di 6 piani). La sua struttura sarà realizzata in metallo e materiale coibentante e dieci torrini di ventilazione. All’interno saranno collocati quattro carroponti con portate oltre le 60 tonnellate. Il fabbricato sarà dotato di quattro portoni industriali, due sui lati corti della struttura e due sul lato rivolto a nord. Le pannellature esterne saranno colorate alternativamente in tre colori che vanno dall’azzurro al verde acqua (come nelle immagini rendering). All’interno sarà depositato tutto il materiale pre-assemblaggio.

 

Telonato Module Erection

 Si tratta di uno dei due cuori produttivi dell’intero impianto dove avverrà l’assemblaggio dei moduli. Anche questa struttura, lunga 75 metri, larga 38 e alta circa 21 metri, sarà realizzata con struttura metallica e con una copertura e tamponatura con tecnologia mista in pannelli sandwich telonato in PVC anch’essi colorati con tonalità che vanno dall’azzurro al verde acqua. Il fabbricato sarà dotato di due portoni industriali.

 

Tunnel per sabbiatura e per verniciatura

Il luogo dove si dona forma e carattere alle realizzazioni metalmeccaniche di BH-Nuovo Pignone. Probabilmente è, tra tutte, la struttura che potrebbe creare (insieme al sito di smaltimento rifiuti) le maggiori preoccupazioni da un punto di vista ambientale. «Il fabbricato – si legge nelle carte del progetto - è una cabina all’interno della quale avverranno le attività di sabbiatura e di verniciatura e deve essere considerato come un unico impianto». La cabina dovrà essere dotata di sistemi di aspirazione e di ventilazione che consentono di mantenere condizioni ottimali di lavoro per gli operatori e di impedire la dispersione di materiali nell’ambiente. La cabina avrà dimensioni in pianta di 75 metri in lunghezza e 32 in larghezza per un’altezza lorda media di 16,42 metri. La camera sarà realizzata in pannelli modulari con coibente ad alta densità, elevata capacità fonoisolante e nervatura di rinforzo. Il colore della struttura sarà sulle trame argentee e sarà realizzata tramite struttura di scatolato quadrato saldato. Il tunnel per la sabbiatura e la verniciatura va immaginato come una scatola cinese: una struttura dentro un’altra struttura che a sua volta conterrà anche i filtri di emissione aria. Filtri che saranno collocati anche esternamente al manufatto con un apposito impianto di aspirazione e filtraggio.

Struttura del tunnel di sabbiatura e verniciatura

 

Magazzini

I moduli, una volta assemblati e verniciati saranno pronti ad essere spediti a destinazione attraverso le navi cargo che attraccheranno alla banchina 3. Prima, però, ci sarà ovviamente da stoccare la produzione. E questo avverrà in un grande magazzino, anche questo realizzato con struttura in metallo e suddiviso in tre campate. La dimensione complessiva del fabbricato è di 60 metri di lunghezza per 45 di larghezza e un’altezza lorda di 7,5 metri.

 

Le Platee di Montaggio 

La filiera produttiva dell’industria metalmeccanica nel Porto di Corigliano-Rossano, prima di essere imbarcata, potrà avere bisogno di un’azione di assemblaggio finale per i moduli cosiddetti MMS (di media e grande scala). Ecco, allora, che per sopravvenire a questa esigenza saranno realizzate in banchina 3 le platee di Montaggio. «Sono delle Superfici di supporto – si legge ancora nelle carte del progetto - atte ad ospitare i moduli denominati “MMS” in carpenteria metallica per condurre sia le lavorazioni di assemblaggio degli stessi mediante sovrapposizione di porzioni preassemblate in altri fabbricati dello stabilimento che le attività di montaggio delle componenti impiantistiche fino a ultimazione del processo di costruzione». La superficie è costituita da una platea lunga circa 210 metri e larga 35 e alta 90 centimetri.

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.