Al Porto di Corigliano-Rossano si muove qualcosa: Nuovo Pignone BH ha avviato i colloqui
Ambienti sindacali confermano che la società metalmeccanica italo-americana avrebbe avviato i colloqui per ingaggiare i manager per affidargli la realizzazione dell'impianto nella Piana di Sibari
CORIGLIANO-ROSSANO – Nuovo Pignone, azienda del gruppo Baker Hughes, avrebbe avviato i primi colloqui per la selezione dei manager responsabili per la realizzazione del nuovo impianto di produzione previsto all'interno del Porto di Corigliano-Rossano. Questa notizia, che trova conferma negli ambienti sindacali anche se ancora non ufficialmente annunciata dalla società, rappresenta un momento cruciale per il futuro dell’industria metalmeccanica d’avanguardia che la società toscana vorrebbe impiantare nel territorio della Calabria del nord-est.
Delle sorti della mega officina di assemblaggio e verniciatura che dovrebbe sorgere sul corpo delle banchine 3, 4 e 5 della grande darsena della Piana di Sibari, non si avevano più notizie dal marzo scorso, quando l’Autorità di Sistema dei porti del Tirreno Meridionale e dello Jonio calabrese aveva firmato l’atto di sottomissione dell’area a seguito della Conferenza dei Servizi arrivata a conclusione dell’iter autorizzativo.
Una Vicenda Autorizzativa Complessa
Leader nel comparto dei componenti ad alta tecnologia e delle soluzioni per la liquefazione del gas nei relativi impianti, l’azienda Baker Hughes progetta e fornisce tecnologiche all’avanguardia per clienti di tutto il mondo, mettendo in atto tecnologie a basse emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi dell’Unione europea che ne chiede l’azzeramento entro il 2050. Presente in oltre 120 Paesi, con otto siti in Italia specializzati nella produzione di turbomacchine per il mercato dell’industria e dell’energia, in Calabria è attiva dal 1962 a Vibo Valentia.
Ora, con un nuovo investimento in Calabria punta al potenziamento dello stabilimento di Vibo Valentia e alla creazione di un sito a Corigliano-Rossano per supportare il mercato globale del gas naturale liquefatto (GNL) e lo sviluppo di soluzioni per la transizione energetica e la digitalizzazione.
Massima attenzione alla manodopera locale
Con riferimento all’occupazione, «in linea con la responsabilità dell’azienda verso le comunità nelle quali opera - riporta ancora la nota dell'Autorità di Sistema - verranno favorite le assunzioni locali, al fine di attrarre e trattenere i talenti e valorizzare il capitale umano che il territorio calabrese esprime. Come in tutti gli altri stabilimenti del Gruppo in Italia, anche in quello di Corigliano-Rossano si prospettano alti standard qualitativi di rispetto dell’ambiente, della salute e della sicurezza sul lavoro».
Pareri contrapposti sull’allocazione
Non mancano i pareri contrastanti riguardo all'allocazione dell'impianto nel Porto di Corigliano-Rossano. Se da una parte c'è chi vede nell'investimento un’opportunità significativa per la creazione di posti di lavoro e sviluppo economico, dall'altra, vi sono preoccupazioni legate all'impatto ambientale e alle trasformazioni urbanistiche dell'area portuale. Anche nell'ultima campagna elettorale, parca di soluzioni e proposte (entrambe gli schieramenti politici in campo si sono ben guardati dall'affrontare la vertenza), ha serpeggiato - in modo unanime (anche inaspettatamente negli ambienti di Centro Destra) - l'idea di portare l'insediamento industriale invece che nel porto, nel retroporto. E quindi nell'area Asi che si trova proprio alle spalle dello scalo portuale.