La Valle del Trionto aspetta ancora il potenziamento dei servizi sanitari di base: «Solo un po' di normalità»
A distanza di quasi due mesi dall'incontro nella sede Asp di Cosenza, dove erano stati assunti degli impegni chiari da parte del management aziendale, a Longobucco il diritto alla salute rimane sempre più una chimera

LONGOBUCCO – Continua a tenere in massima apprensione e allerta la condizione precaria – ai minimi termini - del servizio sanitario nei territori dell’entroterra. Mentre il Governatore Occhiuto nei giorni scorsi ha riscritto la carta della riorganizzazione ospedaliera su tutto il territorio regionale confermando la riapertura di presidi che erano stati soppressi con il Piano di dimensionamento del 2011, su tutti Cariati e Trebisacce, e nel frattempo che a Roma starebbe per partire un taglio delle risorse destinate alla sanità calabrese (che avrebbe mandato su tutte le furie lo stesso Occhiuto), nei territori, nelle periferie, nelle aree più isolate della nostra regione si continuano a vivere i malesseri dovuti alla privazione della normalità.
Il caso più eclatante è quello di Longobucco. Una comunità priva di collegamenti, con la minaccia della chiusura delle scuole sempre dietro l’angolo, quindi in costante calo demografico e ormai quasi totalmente abitata da anziani, è da anni che lamenta la carenza la carenza di servizi assistenziali sanitari. Una carenza che col tempo sta diventando mancanza, con un apparato di governo completamente inerme e impossibilitato a dare risposte.
Sono trascorsi poco meno di due mesi dall’ultimo vertice nella sede dell’Asp di Cosenza, tra il direttore generale Antonello Graziano e i rappresentanti istituzionali del territorio. Un incontro in cui erano stati assunti alcuni impegni, necessari, a garantire un minimo di normalità ai servizi sanitari nella città cara al celebre medico Bruno. Una riunione che si era conclusa con i buoni auspici, con sguardi sorridenti e volti rilassati e speranzosi.
Da allora, però, non si è mosso nulla. E oggi, a ricordare gli impegni non mantenuti, al management dell’Azienda sanitaria è ritornano il segretario della locale camera del lavoro della Cgil, Tonino Baratta.
«Nulla è stato fatto – dice Baratta – tranne le solite parole che si sono trasformati in impegni non mantenuti. Dov'è – si chiede il sindacalista - l'ambulanza attrezzata per le emergenze urgenze? Dov'è l'aumento dei prelievi del sangue, dai 20 attuali ai 40 settimanali che si sarebbero dovuti raggiungere con esito nella 24 ore? Dov'è l'avvio dei lavori di ristrutturazione del poliambulatorio (casa di comunità)? Dov'è l'aumento ore di attività del servizio di Cardiologia?»
In realtà, nemmeno con la telemedicina che potrebbe essere un ottimo strumento per bypassare l’assenza/carenza di personale medico, si è riusciti a dare risposte alla popolazione longobucchese.
«Purtroppo da allora, dall’incontro a Cosenza – sottolinea il sindacalista – non si è mosso nulla e chi di dovere non ha rispettato gli impegni e la popolazione di Longobucco e dell’intero entroterra della Valle del Trionto e della Sila Greca si sente presa letteralmente in giro».
«Abbiamo chiesto - conclude Baratta - solo un po' di normalità»