La Sibari-Roseto sta spostando 13,5 milioni di metricubi di terreno
Lo smarino dei sedimenti e sabbia, quasi interamente completato, farà spazio alle 28 gallerie che si stanno realizzando sul Terzo Megalotto. Il materiale sarà utilizzato per rilevati e calcestruzzo. Solo una minima parte in discarica
TREBISACCE – Tra le opere più importanti e costose che stanno interessando i cantieri della nuova Statale 106 Sibari-Roseto (Terzo Megalotto), ci sono sicuramente le gallerie. I 14 tunnel (28 in tutto se si considera la doppia canna) di cui saranno composti i 38 km che separano la Piana con il tratto già ammodernato a nord, costeranno, alla fine, 416 milioni di euro. Di cui 240 milioni per le due gallerie naturali (Roseto 1 e Trebisacce che sarà lunga più di 3,5 km) e 176 milioni, invece, costeranno le gallerie artificiali.
Nei giorni scorsi, a Roseto Capo Spulico, è stato aperto il primo diaframma della galleria naturale Sud Roseto 1 di 1,2 km (leggi qui la notizia), che di fatto ha ricongiunto lo scavo di perforazione dall’uno all’altro lato, poi toccherà alla galleria Trebisacce: un’opera imponente i cui lavori sono già avviati da mesi e che sarà completata quasi in contemporanea con l'ultimazione dei lavori.
Poi ci sono le gallerie artificiali, quelle che vengono realizzate effettuando uno scavo del terreno, lì dove la conformazione morfologica del terreno non permette né di fare un buco nella terra che possa autocontenersi né di essere scollinati; dunque, per evitare che la carreggiata stradale abbia forti sbalzi altimetrici e non renda quindi agevole lo scorrimento del traffico, c’è la soluzione di mezzo che è rappresentata, appunto, dalle gallerie artificiali. In totale, alla fine del terzo megalotto, saranno 12 (24 se si considera la doppia canna). I lavori della loro realizzazione sono partiti su tutti e dodici i cantieri dove è stata già eseguita - per tutte - l’attività di scavo e smarino dei terreni e dove, nella maggior parte delle opere, sono già partiti i lavori di costruzione delle calotte in cemento armato.
Questa attività di scavo e realizzazione delle gallerie artificiali, di fatto, rappresenta uno dei fulcri portanti attorno ai quali ruota l’intera strategia realizzativa della nuova strada. Perché? Proprio il materiale sabbioso, ciottoloso e roccioso, che viene asportato e movimentato dai cantieri in cui si stanno realizzando i dodici passaggi interrati, sarà impiegato per realizzare non solo i cosiddetti "intombamenti" delle stesse gallerie (ovviamente verranno ricoperte della loro stessa terra una volta realizzate) ma servirà ad innalzare i rilevati stradali (la duna sulla quale trova sede l’intera carreggiata stradale) e in gran parte anche per la produzione del calcestruzzo.
Per avere un’idea dell’economia che ha questa terra asportata basta leggere i numeri. Su quasi 13,5 milioni di metricubi di smarino prodotto dalle 14 gallerie (2 naturali e 12 naturali), 11,4 milioni di metricubi vengono riutilizzati per rilevati/ritombamenti, 1,9 milioni di metri cubi vengono reimpiegati per il confezionamento del calcestruzzo e “solo” 247.562 metricubi (per buona parte già abbancati) finiranno in discariche autorizzate. – vedi tabella in basso