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Studenti della Tieri in visita ai cantieri del nuovo ospedale. Occhiuto li rassicura: «Concluderemo i lavori entro la terza media!»

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CORIGLIANO-ROSSANO – Nella giornata di ieri gli studenti dell’Istituto "Tieri" hanno fatto visita al cantiere del nuovo ospedale della Sibaritide grazie al progetto Asoc-A Scuola di Open Coesione, un innovativo progetto di didattica sperimentale che ha coinvolto i ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’area urbana di Corigliano.

Gli alunni, accompagnati dagli insegnati, sono stati accolti dalla consigliera regionale e presidente della Terza commissione consiliare Sanità, Attività sociali, culturali e formative, Pasqualina Straface, dal Responsabile della realizzazione dei nuovi ospedali in Calabria, Pasquale Gidaro, e dal Project Manger della società concessionaria D'Agostino, Domenico Petrone.

Il Governatore Occhiuto in videochiamata

In questa occasione il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in videocollegamento, ha avuto la possibilità di rispondere alle preoccupazioni legate ai ritardi, ai blocchi e alle tempistiche di ripresa dei lavori che i ragazzi hanno esternato attraverso una frase emblematica: “Abbiamo scelto un progetto in corso ma desideriamo un progetto concluso”.

«Concluderemo i lavori quando finirete la terza media!» così ha esordito il Governatore rispondendo alle tante sollcitazioni dei ragazzi e delle ragazze di prima media. Occhiuto ha poi spiegato tutto l'iter che porterà alla ripresa e all'ultimazione dei lavori dell'importante e attesa opera che sta sorgendo a Insiti. «Sono stati sospesi perché stiamo lavorando sull’aggiornamento del Piano Economico Finanziario, il piano dei costi di costruzione e di gestione del nuovo ospedale. Per fortuna abbiamo trovato le risorse occorrenti pertanto i lavori partiranno a breve e si concluderanno nel 2026. Perché è sorto questo problema? Perché doveva essere realizzato nel lontano 2007 e il prezzario dei materiali era relativo a quel periodo. In questi ultimi due anni, però, i costi dei materiali sono notevolmente aumentati tanto da spingere la ditta che esegue i lavori a richiedere un aggiornamento dei costi che altrimenti avrebbero compromesso la realizzazione. In più, sempre a causa del fatto che il progetto risale al 2007, è stato necessario inserire alcune varianti poiché la normativa nazionale ha stabilito nuove norme e nuovi criteri di realizzazione».

Il messaggio eloquente degli studenti di Corigliano-Rossano

«Ad esempio - ha aggiunto il Presidente -, dopo il covid tutti gli ospedali devono essere costruiti con doppi per corsi e devono possedere strumentazioni e attrezzature necessaria affinché si possano fronteggiare situazioni eccezionali come quella pandemica. La buona notizia è che le risorse per far ripartire i lavori sono state trovate. Proprio qualche giorno fa ho fatto un decreto a riguardo; ora attendiamo che vengano approvate le varianti anche dal governo nazionale. Confido che questo avverrà presto, da qui a due settimane dovrebbe essere approvato e allora potremo dare il via ai lavori».

 

Intanto nei Pronto Soccorso di Corigliano-Rossano arriva l'AVO ad occuparsi dei codici non urgenti

Un’altra novità riguardante l’ambito sanitario, arriva dall’Asp di Cosenza e interessa proprio i Pronto Soccorso degli Spoke di Corigliano-Rossano. Si tratta di un “Progetto Sperimentale di Umanizzazione e Cura in Pronto soccorso” che coinvolgerà i volontari appartenenti al gruppo AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), a seguito di un Protocollo di intesa tra la Direzione Medica –Spoke Corigliano –Rossano- guidata da Maria Bernardi e il Dipartimento Emergenza Urgenza-Asp Cosenza- guidato da Riccardo Borselli, l’Associazione Volontariato AVO Sez. Rossano- guidata da Danilo Ferigo, l’unità operativa complessa di Pronto soccorso del presidio Rossano guidata da Maria Valenti.

«Scopo del suddetto Protocollo di intesa, - riporta la nota dell’Asp di Cosenza - è stabilire i termini e le condizioni sotto i quali i volontari forniti dall’Avo presteranno supporto presso il Pronto soccorso. Gli stessi, fanno parte di un team di persone qualificate che, attraverso corsi di formazione, acquisiscono doti di ascolto, di accompagnamento all’intervento, anche nelle situazioni più difficili, sostenendo la persona quando è sola e non autonoma, fornendo indicazioni di carattere non sanitario o sui processi tipici dell’area emergenza-urgenza. Dunque, la presenza dei volontari Avo, potrà significativamente migliorare l’esperienza dei pazienti e alleggerire il carico di lavoro del personale medico ed infermieristico poiché, pur avendo, allo stato, personale sufficiente per garantire una accoglienza adeguata per i pazienti e accompagnatori, si è ritenuto indispensabile comunque coordinarsi con il terzo settore, ai quali, quindi sarà chiesto di accogliere i codici non urgenti; fornire indicazioni ed informazioni a tutti- compresi gli accompagnatori- sul Triage, sui tempi di attesa previsti, sulle principali attività del Servizio di Emergenza-Urgenza, su eventuali percorsi verso altri servizi; stare accanto alla persona per alleviare situazioni di ansia e collaborare con il personale del Triage; svolgere attività di Customer Satisfiction attraverso l’ascolto; contribuire ad assicurare la riservatezza e la dignità della persona in un momento di particolare fragilità».

«L’obiettivo è dunque – concludono - migliorare i percorsi, utilizzando un operatore Avo per contenere l’afflusso improprio di accompagnatori, parenti e familiari e quindi, migliorare il percorso di cura per il paziente».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.