Violenza e vandalismo nello spoke di Corigliano-Rossano, gli infermieri: «Lavoriamo in condizioni disumane»
Il segretario aziendale della Uil Flp presso il nosocomio jonico, Giannantonio Sapia, ritorna sugli ultimi episodi del "Compagna": «Possibile non si riesca a porre un argine a questa escalation di violenza?»

CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo l'ennesimo atto di violenza e vandalismo che ha colpito il Pronto soccorso dell'ospedale spoke "Compagna" di Corigliano centro storico sorge una domanda: possibile che non si riesca a porre un argine a quella che è diventata una vera e propria escalation? A porsi e a porre al governo della sanità questo punto interrogativo sono gli infermieri che, da sempre, rimangono in prima linea, con personale ridottissimo e molto spesso vittime dell'intemperanza dei violenti e che oggi tornano a chiedere la presenza di un presidio di polizia all'interno degli ospedali. Una questione, quella dei posti di sicurezza pubblici nelle aree di interesse sanitario di cui ci eravamo occupati qualche mese fa, evidenziando come l'indirizzo dell'Esecutivo nazionale a guida Meloni fosse quello di ripristinare un servizio essenziale (ne abbiamo parlato qui). Ad oggi, però, non si muove ancora nulla.
«Lavoriamo in condizioni disumane» dice oggi il segretario aziendale della Uil Fpl, Giannantonio Sapia, solidarizzando con i colleghi che sabato scorso hanno subito l’aggressione, insieme ad un medico e ad un operatore socio-sanitario.
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«L'ennesimo episodio - aggiunge - di una gravità inenarrabile, nei confronti di professionisti diligenti e scrupolosi nell’adempimento delle proprie mansioni». Del resto entrare in Ospedale e scagliarsi contro il personale sanitario e la strumentazione medicale sembra essere diventato un malcostume, una brutta abitudine contro la quale nessuno - e non si capisce il perché - riesce a trovare una soluzione. Eppure questi momenti di violenza non solo sono dolorosi per le vittime, che molto spesso affrontano prognosi di un mese per la convalescenza, ma hanno ripescussioni economiche importanti anche sulle casse dell'Azienda sanitaria e, quindi, dei cittadini. Sostituire porte, vetri, strumenti medicali, barelle, device elettronici e computer costa una cifra.
Solo nell'ultimo anno il Pronto soccorso di Corigliano ha subito diversi raid di violenza inaudita che tutte le volte hanno prodotto danni ingenti.
E anche l'ultimo, in ordine di tempo, avvenuto tre giorni fa per la Uil Fpl è un «episodio gravissimo». «La sicurezza - aggiunge Sapia - va aumentata attorno agli operatori dei Pronto Soccorso, punto di partenza di ogni nosocomio. Non si può convivere - dice - con il timore di essere aggrediti mentre si svolge il proprio lavoro». Da qui l'appello affinché il management dell'Asp di Cosenza e la direzione sanitaria degli ospedali spoke di Corigliano-Rossano assumano delle misure di contrasto efficaci «urgenti e mirate». «Un Pronto Soccorso - conclude Giannantonio Sapia - non può rimanere senza adeguate misure di sicurezza, senza un sistema di video sorveglianza che registri gli eventi. Serve una postazione fissa di polizia all’interno degli ospedali».