Sanità, cosa ne sarà del "Giannettasio" e del "Compagna" dopo l'apertura dell'ospedale della Sibaritide?
Ci siamo chiesti quali saranno i progetti dell'Asp per le due strutture sanitarie all'indomani della nascita del nuovo ospedale. Graziano: «Rappresenteranno una risorsa importante sia in termini di spazi che di servizi sanitari erogati»
CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo le recenti notizie che hanno riguardato l’approvazione da parte dell’Asp di Cosenza della nuova perizia di variante tecnologica e sanitaria, che servirà ad adeguare la struttura a tutti i criteri previsti dal nuovo piano sanitario nazionale post-pandemico, e la presentazione del piano economico finanziario, che rappresentava il vero ostacolo alla prosecuzione dei lavori, la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide appare sempre più concreta.
Secondo il cronoprogramma, la nuova struttura verrà consegnata nel 2026 e sarà dotata di reparti e aree nuove che consentiranno di gestire al meglio tutto il carico di prestazioni sanitarie che la struttura sarà in grado di offrire (leggi qui per saperne di più sul progetto).
Ma se l’ospedale della Sibaritide non sarà più un miraggio è lecito chiedersi cosa ne sarà dei due ospedali spoke del “Giannettasio” e del “Compagna”, di Rossano e Corigliano, all’indomani dell’apertura.
Giannettasio e Compagna: importante risorsa
«Non esiste un vero e proprio progetto definitivo – ha affermato il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano - ma stiamo pensano al futuro delle due strutture e ci sono alcune idee in cantiere che speriamo di poter realizzare. Possiamo sicuramente rassicurare rispetto al fatto che non saranno abbandonate o trascurate, anzi rappresenteranno una risorsa importante sia in termini di spazi che di servizi sanitari erogati».
«Ciò che intendiamo fare – ha aggiunto Graziano - è creare delle strutture capaci di accogliere tutto ciò che non è acuto e quindi la post-acuzie e la lungodegenza. Oggi gli attuali spoke di Corigliano e Rossano soffrono a causa della mancanza di spazi. I pazienti, infatti, sono costretti a sostare in stanze anguste e poco funzionali. In più, nella stessa struttura, insistono più attività (ad esempio consultoriali) a cui cercheremo di affidare aree definite e specializzate. Ecco, noi vorremmo poter potenziare, in questi due punti della città, la medicina territoriale, offrire prestazioni ambulatoriali e una diagnostica avanzata, con tecnologie all’avanguardia».
L'idea di un ospedale pediatrico
Un ulteriore spunto, rispetto alle idee che potrebbero interessare la struttura e che potrebbero far leva su un dato rilevante come quello sulla natalità (la Sibaritide ha una media di nascite superiore ad altri centri del territorio circostante), riguarderebbe il progetto-accordo che il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha siglato con l’Ospedale Bambin Gesù di Roma con l'obiettivo di potenziare la rete pediatrica regionale.
L'accordo tra la Regione Calabria e l'Ospedale offre la possibilità di formare i pediatri di tutte le province calabresi «affinché tutti – hanno sottolineato - possano capire che si può rimanere nella propria regione con l'aiuto degli specialisti del Bambino Gesù».
Sono circa 10mila, infatti, le visite che il Bambin Gesù effettua sui bambini provenienti dalla Calabria in un intero anno, principalmente in cardiologia, neurologia e ortopedia pediatrica. Grazie a questo accordo i primari e gli specialisti verranno in Calabria per formare gli operatori sanitari calabresi. La durata dell'accordo, che non prevede posti letto per l'ospedale romano, è di tre anni e scadrà con l’apertura del nuovo ospedale.
A quel punto si potrebbe pensare di insistere sul progetto di potenziamento della rete pediatrica usufruendo degli spazi e godendo di una struttura relativamente nuova ed inserita in un contesto urbano ospitale. La presenza di servizi nelle aree circostanti garantirebbe a genitori e parenti i comfort necessari ad assicurare una permanenza agevole.