Baker Hughes, Stasi «non può mettere in discussione un investimento industriale di questa portata»
Per la Fiom-Cgil nazionale e la Fiom-Cgil Calabria «l'investimento può coesistere con le vocazioni del porto, così come avviene in tanti altri porti d'Italia, dove ambiente, turismo, attività ittiche e industriali insieme hanno fatto la ricchezza di intere comunità»

CORIGLIANO-ROSSANO - L'investimento della Baker Hughes nel porto di Corigliano-Rossano continua a restare sotto i riflettori. Questa volta ad intervenire sono il Coordinatore nazionale Fiom, Daniele Calosi, e il Segretario generale Fiom-Cgil Calabria, Umberto Calabrone, che, con una nota congiunta, sollecitano le istituzioni locali a sostenere il progetto della multinazionale statunitense.
Dopo il passo indietro del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, i sindacalisti tuonano: «Le istituzioni calabresi devono sostenere questi investimenti senza tentennamenti anche attraverso un confronto serrato ma costruttivo e, se esistono impegni disattesi, questi non possono mettere in discussione un investimento industriale di questa portata».
Rimettere in discussione tutto, dopo l'incontro con Baker Hughes dello scorso 15 dicembre in cui l'azienda ha presentato alle istituzioni calabresi il progetto di investimenti già discusso con i coordinatori nazionali, le segreterie regionali e rerritoriali di Fim, Fiom, Uilm e la Rsu lo scorso 4 dicembre presso lo stabilimento di Vibo Valentia, sembra paradossale per Calosi e Calabrone.
«Gli investimenti - spiegano - previsti nel sito Nuovo Pignone di Vibo e sul porto di Corigliano-Rossano in Calabria ammontano a 70 milioni di euro. Sono finalizzati alla costruzione di moduli industriali e avranno ricadute in termini di rafforzamento del gruppo nel sito di Vibo, che già in questi anni ha visto un incremento significativo di ore lavorate con un maggiore occupazione. Su Corigliano-Rossano riguarda una superficie di circa 100 mila metri dove saranno realizzati dei moduli industriali, la verniciatura e il montaggio delle strutture, nonché l'assemblaggio finale di moduli per attività verticali rispetto a quelle che l'azienda già svolge nel proprio sito di Avenza».
«Nel corso dell'incontro - aggiungono - sono stati confermati tutti gli investimenti presenti in Italia, a dimostrazione di come Baker Hughes ritenga il nostro Paese fondamentale per il futuro dell'intero gruppo. Come Fiom abbiamo espresso soddisfazione sia per Vibo che per Corigliano-Rossano, fugando in tal modo qualsiasi dubbio in merito alla bontà dell'investimento ribadito in modo unanime da tutti coloro che sono intervenuti alla presentazione il giorno 15».
Sulle perplessità riguardo all'industralizzazione totale del Porto di Corigliano-Rossano, ritenuta "inaccettabile" dal Sindaco, così chiosano: «Sempre come Fiom abbiamo poi richiesto la necessità di coinvolgere al meglio il territorio di Corigliano-Rossano, sapendo che l'investimento può coesistere con le vocazioni che il porto dovrebbe mettere in campo dalla sua nascita, così come avviene in tanti altri porti d'Italia, dove ambiente, turismo, attività ittiche e industriali insieme hanno fatto la ricchezza di intere comunità. Le istituzioni calabresi devono sostenere questi investimenti senza tentennamenti anche attraverso un confronto serrato ma costruttivo e, se esistono impegni disattesi, questi non possono mettere in discussione un investimento industriale di questa portata».
Quindi non un "aut-aut" che escluda il turismo, la pesca o l'investimento dell'industria, ma la possibilità di far coesistere tutte le anime del Porto garantendo al territorio una crescita in termini occupazionali.
In breve, questa nota potrebbe riassumersi semplicemente così: non perdiamo questa occasione.