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Baker Hughes "smonta" paure e fake news sul nuovo investimento nel porto di Corigliano-Rossano - VIDEO

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CATANZARO – «A Corigliano-Rossano vogliamo fare le cose per bene». Sono le parole di Paolo Noccioni, presidente del colosso societario Nuovo Pignone Baker Hughes che nei mesi scorsi ha presentato un Piano industriale, «un vero e proprio progetto di sviluppo» che vale quasi 60 milioni di euro di investimenti con una propulsione sul mondo occupazionale e dell’indotto impressionante, per il Porto di Corigliano-Rossano. Una premessa non del tutto scontata, considerati i venti di protesta preventiva (a dire il vero abbastanza circoscritta) che in queste settimane si sono sollevati in città. Il progetto è stato presentato stamani a Catanzaro nella sede regionale di Unindustria Calabria alla presenza del management societario, guidato da Noccioni e coadiuvato dal vice presidente Paolo Ruggeri e dalla responsabile dello stabilimento di Vibo Valentia (dove la società opera da quasi 60 anni), Francesca Marino.

Folta anche la platea degli ospiti, dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, all’assessore regionale allo sviluppo economico, Rosario Varì, passando per il Commissario delle Zes Calabria, Giuseppe Romano; e poi, ancora, il presidente dell'Autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli e il responsabile dei porti periferici Alessandro Guerri; il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, i consiglieri regionali della Sibaritide Pasqualina Straface e Davide Tavernise ed il vicesindaco di Corigliano-Rossano, Maria Salimbeni; le rappresentanze delle segreterie regionali dei sindacati.

Certamente, quello che è venuto fuori dalle carte, dai prospetti, i disegni e i rendering che BH ha presentato sui tavoli catanzaresi, quello all’interno del Porto di Corigliano-Rossano sarà un investimento proficuo e praticamente ad impatto zero. «La nostra convivenza con la Calabria – ha sottolineato Noccioni – è sempre stata più che positiva. È la storia che parla per conto nostro ed oggi – ha poi aggiunto – siamo un’azienda che lavora in ogni processo produttivo per sostenere la transizione energetica e contribuire alla totale decarbonizzazione». Tant’è che proprio Nuovo Pignone Baker Hughes – e se ne fa vanto il presidente - è la prima grande azienda metalmeccanica ad aver brevettato una turbina che può essere alimentata 100% a idrogeno.

Quella di stamani, però, più che per presentare un progetto – che a dire il vero è stato lungamente approfondito e sviscerato anche sulla stampa – è stata l’occasione volta a sgombrare il campo da dubbi, sopire paure e soprattutto porre un freno alla quintalata di fake-news che nelle ultime settimane sono girate rispetto al progetto. Nel porto di Schiavonea non ci sarà una nuova Ilva, non ci saranno strutture altamente impattanti sullo skyline costiero (come lo è l’ex centrale Enel di Rossano), non ci saranno bombe inquinanti nel pieno del porto. «Noi – ha sottolineato Francesca Marino - vogliamo convivere con la pesca, il turismo e il crocierismo cercando di portare una plus e non minusvalenza. Pensate che il la struttura più impattante che andremo ad installare nel porto è 10 volte più piccola di una delle navi da crociera che finora hanno attraccato a Corigliano-Rossano».

Ed è stata proprio la direttrice dello stabilimento BH di Vibo Valentia ad entrare nel vivo dell’investimento che la società vorrà fare nella Sibaritide, una volta acquisiti tutti i pareri. «Una volta ottenuti tutti i nulla osta – ha detto – inizieranno i lavori e in un anno saremo operativi». Un anno durante il quale si procederà alla formazione e all’arruolamento del personale («perché uno dei nostri asset sono le scuole, gli istituti di formazione e le università per consentire ai giovani della Calabria di poter avere un futuro dignitoso nella loro terra senza più l’esigenza di migrare»). Dunque, un investimento veloce.

Per nel porto di Corigliano-Rossano? «Avere un porto nelle nostre disponibilità – ha spiegato la Marino – è la condizione imprescindibile per le nostre produzioni. Abbiamo valutato diversi porti sia in Italia che all’estero e quello di Co-Ro è il più adatto». E a tal proposito è stata chiarita anche, una volta per tutte, che l’occupazione reale dello scalo portuale coinvolgerà parzialmente la banchina 2 (escluso lo scivolo Ro-Ro), la banchina 3 e la banchina 4.

Cosa farà il polo di produzione di BH nella grande darsena jonica? Saldature, verniciatura e montaggio di strutture – ha illustrato ancora l’ingegnere Marino - che hanno diverse applicazioni: produzione di energia e liquefazione del gas naturale. «Liquefazione che – ha scandito - avverrà nell’impianto dei nostri clienti e quindi non a Corigliano-Rossano». Questi prodotti, poi, saranno trasferiti via nave verso lo stabilimento di Avenza (dove avviene l’assemblaggio dei moduli) o direttamente nel sito dei committenti.

A che serve l’apporto di energia elettrica e di gas all’interno dello stabilimento? Una domanda per la quale si attendeva una risposta chiara, dal momento che tra le preoccupazioni di quanti hanno alzato la cortina difensiva contro il piano industriale di BH c’era anche quella dell’utilizzo di grandi quantitativi di metano che avrebbero potuto generale enormi pericoli. «Lo stabilimento – ha chiarito Marino - verrà alimentato con la corrente elettrica proveniente dalla rete nazionale. Ci sarà la presenza di gas, anche questo proveniente dalla rete nazionale, con un attacco di 5 bar, che verrà utilizzato solo ed esclusivamente, in alcuni periodi dell’anno e solo per l’operazione di verniciatura. Questo perché per verniciare bisogna avere delle temperature costanti e d’inverno, come in qualunque casa, serve più calore». Insomma, il metano servira solo per riscaldare gli ambienti.

Quanto rumore farà questa nuovo impianto? «Il livello di rumore è bassissimo, ben più basso di quelli che sono i limiti nazionali». Inoltre, sono già stati effettuati tutti gli esami di emissioni di emissioni per la verniciatura e la saldatura che saranno trattati con impianti di aspirazione e filtraggio. «Potenzieremo – ha aggiunto – anche la raccolta delle acque bianche, installando un impianto di desoleazione che servirà a restituire in natura acque pulitissime».

I rifiuti prodotti? «Saranno catalogati e smaltiti attraverso smaltitori autorizzati»

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.