Bufera sul nuovo ospedale della Sibaritide: si dimette nel silenzio il Project manager Petrone
Il manager che ha seguito tutta la fase operativa del cantiere negli ultimi due anni e mezzo lo scorso 18 agosto ha rassegnato le sue dimissioni che, però, non sono state ancora ratificate. Si addensano i misteri sul sito di Insiti
CORIGLIANO-ROSSANO – Che il grande cantiere del nuovo ospedale della Sibaritide stesse attraversando il primo vero momento critico, dopo l'avanzamento impressionante dei lavori che si è avuto da quel 4 novembre 2020, lo si era capito da tempo. Prima il rallentamento delle attività una volta terminata l'opera strutturale; poi i dubbi su tutto il complesso dei sottoservizi e dei servizi collaterali alla struttura (che sta sorgendo nel nulla); e poi ancora l'insorgenza della necessità di una variante tecnica per adeguare l'ospedale ai nuovi standard del Piano sanitario nazionale che ha triplicato il costo dell'opera, avevano insinuato più di qualche dubbio sul futuro nel costruendo nosocomio, in nome del quale – occorre ribadirlo sempre – nel 2010 vennero soppressi due ospedali del territorio (Trebisacce e Cariati). Oggi arriva una nuova notizia che si aggiunge al lungo seguito di indizi, alimentando nuove perplessità: il 18 agosto scorso il Project manager della società D'Agostino Costruzioni, concessionaria dell'opera, l'ingegnere Domenico Petrone, ha rassegnato le sue dimissioni dall'incarico.
Non si sa di più e l'interessato contattato telefonicamente, oltre a confermare la notizia non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione in merito.
C'è qualcosa che bolle in pentola. È inevitabile immaginarlo, considerato che proprio il cantiere di Insiti si trova oggi in un guado in cui si decideranno le sorti del suo futuro. Dall'esito della variante tecnica e della sua consistenza reale dipendono tutte le prospettive del nuovo ospedale, anche quella – mai remota – che a Insiti, nel cuore baricentrico di Corigliano-Rossano, possa rimanere un mostro di ferro e cemento incompiuto.
Certamente la notizia, che si apprende solo oggi, della defezione di uno dei componenti essenziali dell'iter, sicuramente provoca più instabilità, ancor più perché l'azienda pare non si sia determinata sulla decisione del suo manager, e apre ad un futuro con ulteriori interrogativi e carico di perplessità. Anche perché è stato lo stesso Petrone, che dal 2021 ha seguito l'evolversi di tutte le fasi del cantiere, a elaborare quella grande modifica progettuale che ha scompaginato tutti i piani. Soprattutto quelli della Regione Calabria che sul presidio sanitario della Sibaritide aveva preventivato un costo, oggi del tutto rivoluzionato in netto rialzo.
Cosa significhino le dimissioni di Petrone e cosa ci sia sotto, nessuno lo sa. È certo però, che da adesso si aprono nuovi scenari. Spetterà innanzitutto alla Regione Calabria chiarire e sgombrare il campo da ogni dubbio, magari portando a conoscenza i calabresi del nord-est dello stato dell'iter di avanzamento progettuale della variante e del futuro dei cantieri.