4 ore fa:Povertà educativa nel Mezzogiorno, a Crosia parte il progetto “Giovani leoni europei 2023”
21 minuti fa:Capre, capre, capre! Nel nord-est più di 3 maturandi su 4 non sanno parlare e scrivere in Italiano
2 ore fa:Per i centri storici di Co-Ro «un'altra giornata senza acqua e senza preavviso»
4 ore fa:Movimento Italiano Disabili, Caravona: «Il governo ha disatteso ogni punto programmato per la categoria
5 ore fa:Controlli e perquisizioni della Polizia nell'intera provincia di Cosenza
5 ore fa:Tagli Guardie Mediche aree interne calabresi: Alecci presenta un'interrogazione
2 ore fa:Incendio Ospedale della Sibaritide, le istituzioni chiedono «che si faccia chiarezza»
3 ore fa:Il Prefetto Padovano in visita al comando provinciale della Guardia di Finanza
3 ore fa:Film Commission, Tavernise e Orrico (M5S): «Poca trasparenza nelle deliberazioni della Fondazione»
6 ore fa:Fiamme nel cantiere del nuovo ospedale: fuoco e fumo nero altissimo

Al Chidichimo oltre 500 interventi di chirurgia ambulatoriale: numeri giganteschi per un "non ospedale"

1 minuti di lettura

TREBISACCE - Il “Chidichimo” di Trebisacce c’è. Lo scorso anno sono stati effettuati 511 interventi di chirurgia ambulatoriale mentre oggi, e siamo solo a fine agosto, ne sono stati eseguiti già 400. Il tutto fa presagire ad un bilancio, per fine anno, con 700- 800 interventi che sottolineano l’importanza e il lavoro di questo presidio. Importanza già riconosciuta dal progetto della nuova rete ospedaliera che conferma la riapertura del nosocomio in questione.

Ma per lavorare bene occorre essere messi nella condizione di farlo. Diverse le richieste inoltrare dai responsabili di Chirurgia Ambulatoriale ed Anestesia nella speranza che vengano evase in tempi brevi. «Tra queste - annovera una nota redatta dal personale stesso del Chidichimo - un ventilatore meccanico polmonare che serve per la sala operatoria e per eseguire gastroscopie e colonscopie in sedazione, un bisturi a radiofrequenza, un colonscopio e un gastroscopio».

E intanto fanno sapere che dal mese prossimo verrà ripristinato il servizio di Urologia con la presenza del dottor Antonio Caruso, prestazione che a differenza degli altri anni potrà garantire biopsia ed eventuale cistoscopia grazie alla presenza dell’anestesista Rossella Remedi, la quale per ora presta servizio soltanto il giovedì ma che, qualora messa nelle condizioni di poter operare per più giorni, garantirebbe la possibilità di maggiori interventi.

Insomma, il cosiddetto capitale umano non manca. La volontà di mettere al primo posto la salute dei cittadini nemmeno. Adesso tocca agli organi preposti far sì che i professionisti possano lavorare nel miglior modo possibile e con gli strumenti più adatti.

E poi l’attenzione ai pazienti oncologici, agli allettati e l’impegno di tutta la squadra per garantire le attività in essere al Chidichimo per continuare ad offrire ai cittadini prestazioni come spirometria, terapia marziale, lavaggi di Pic e di Port.  Si è riusciti ad avere anche l’ambulatorio di Vulnologia dove accedono persone provenienti dai centri della Calabria del nord-est, che usufruiscono di medicazioni avanzate e ossigenoterapia su piaghe da decubito.

Il presidio ospedaliero di Chidichimo è dunque faro e punto di riferimento per un bacino di persone non indifferente.

«Le potenzialità ci sono tutte – dice la rappresentanza del presidio di Trebisacce - e tanto altro si potrebbe offrire, ma ciò sarà possibile soltanto, e lo si chiede direttamente al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, se le richieste inoltrate da questo personale per migliorare la prestazione dei servizi verranno evase». D’altronde, altra freccia nella faretra del personale del Chidichimo, migliori prestazioni potrebbero limitare il turismo sanitario verso la vicina Basilicata.

«Auspichiamo un intervento concreto da parte delle Istituzioni – conclude il personale del presidio di Trebisacce -  in modo da esaudire non soltanto le richieste dei professionisti del settore, ma soprattutto quelle dei tanti pazienti di tutto l’Alto Jonio».

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare