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Stop al reddito di cittadinanza: con un sms “licenziati” tanti precettori

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CORIGLIANO- ROSSANO - Lasciato con un sms come nei più tristi finali di un amore arrivato al capolinea proprio d’estate. Francesco, 58enne di Corigliano Rossano, il 27 luglio è stato “licenziato” dall’INPS con un messaggio che non lascia alcun dubbio: «Domanda di reddito di cittadinanza sospesa come previsto dall'articolo 48 del decreto legge 20/23 in attesa eventuale presa in carico dei Servizi sociali».

D’altronde, le modifiche del Governo Meloni segnavano il 27 luglio come l’ultima data in cui sarebbe stato erogato il reddito di cittadinanza così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora, prevedendo l'esclusione dall'assegno dei nuclei in cui non ci sono disabili, minori o over 60. E Francesco, seppur giovanissimo non è, ancora non ha raggiunto l’età ne ha figli minori sotto lo stesso tetto. 

«Sapevo che era una misura destinata a finire - ammette Francesco - ma un conto sentirlo in televisione sui telegiornali  e un altro è vedersi scrivere dall’Inps. Per lo Stato io sono occupabile, ma in verità quello che sono riuscito a fare dopo aver perso il lavoro durante la pandemia - racconta - è qualche lavoretto saltuario come aiuto muratore o come bracciante agricolo. Sempre a chiamata, mai qualcosa di concreto e duraturo». 

Per Francesco il reddito non era un incentivo a non cercare il lavoro, ma un’entrata che andava ad aggiungersi a quel poco che ultimamente riusciva a guadagnare con qualche lavoretto saltuario. 

«Per il Governo non sono ancora pensionabile ed ho un età in cui senza dubbio posso ancora essere occupato , ma il mercato dell’occupazione cerca gente più giovane da assumere per la quale - prosegue Francesco - sono previsti sgravi fiscali. Non mi sento né carne né pesce, ho difficoltà a trovare un posto nel mondo del lavoro». 

L’Inps dal canto suo ha già assicurato che non abbandonerà nessuno. «Coloro che sono giudicati occupabili - hanno fatto sapere dall’ufficio di previdenza - dovranno attivarsi presso tre agenzie per il lavoro. Se non si trova un’occupazione partirà un percorso formativo e avranno diritto al sostegno alla formazione lavoro che vale 350 euro al mese per 12 mesi. Questo sostegno è personale e non legato al nucleo familiare quindi possono ottenerlo, se si partecipa a corsi di formazione accreditati, anche più persone nella stessa famiglia». 

Intanto Francesco, come molti di coloro che , seppur sapendolo già con un sms si sono sentiti “abbandonati” dall’oggi al domani, non si arrende e continuerà a darsi da fare sperando di trovare un lavoro più stabile rispetto alle collaborazioni più o meno regolari che ha incontrato fino ad ora.

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare