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I sindaci dell'Alto Jonio ora vogliono arrivare fino al Governo per sbrigare la faccenda delle opere compesative

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COSENZA - Concluso poco fa il sit-in pacifico iniziato ieri mattina alle 9 e proseguito fino a pochi minuti fa in Prefettura a Cosenza. I sindaci di Cassano Giovanni Papasso, Villapiana Paolo Montalti, Francavilla Marittima Gaetano Tursi, Cerchiara Antonio Carlomagno, Albidona Leonardo Aurelio, Antonello Ciminelli (in rappresentanza del comune di Amendolara) e Roseto Capo Spulico Rosanna Mazzia, dopo essere stati ricevuti ieri dal Vice Prefetto vicario e dal capo di Gabinetto della Prefettura, avevano proseguito la loro azione fino alle 17.30 nella sala della Protezione Civile per come concordato con la Prefettura stessa per poi, alla chiusura degli uffici, spostarsi all'esterno mantenendo attivo il presidio anche nella notte e fino alla mattinata odierna quando sono stati nuovamente ricevuti dal Prefetto e dai suoi delegati per una serie di novità emerse nelle ultime ore. 

Il tavolo di confronto, ora, si sposta in regione e quindi - sperano i sindaci - sui tavoli ministeriali, dove i rappresentanti delle municipalità coinvolte nella realizzazione del terzo megalotto sperano, di fatto, di ottenere quello che gli conferisce la legge attraverso le opere compensative per la mitigazione ambientale ma anche, ed è questa la novità che potrebbe innescare nuovi scenari, anche di rimettere in gioco i fondi per le opere compensative territoriali che al momento sono del tutto inesistenti nella "economia" del progetto. In questo contesto, ad esempio, si inquadrerebbe l'idea del waterfront Sibari-Roseto messo sul tavolo nel lontano 2014 dagli stessi sindaci e ritornato oggi come argomento dirompente all'interno della discussione in atto. Del resto i sindaci, Gianni Papasso su tutti, ne fanno una questione di principio e di sostanza. «Il progetto definitivo del terzo megalotto valeva circa 800 milioni di euro e il fondo delle opere compensative è stato calcolato su quella cifra. Oggi quel progetto sappiamo tutti che è arrivato a costare un miliardo e 300 milioni. Quindi - sottolinea Papasso - ci dovrebbero essere più fondi da destinare alla compensazione». Vedremo come si evolverà questo problema sollevato da Papasso che chiama tutti in discussione, dalla Regione al Governo per arrivare ad Anas.

Poi ci sono i sindaci, che in coro si dicono soddisfatti. «Dopo il sit-in durato oltre 36 ore – hanno raccontato i sette sindaci dell'Alto Ionio all'uscita della nuova riunione che si è tenuta in mattinata – siamo stati nuovamente ricevuti dal Viceprefetto Vicario e dal Capo di Gabinetto e l'occasione è stata utile innanzitutto per sgomberare il campo da qualche fraintendimento e per ribadire ai rappresentanti territoriali del Governo che la nostra azione ha interessato la Prefettura proprio per la fiducia che riponiamo da sempre nei confronti della stessa e soltanto per richiamare l'attenzione del Governo. Proprio in virtù di questa fiducia abbiamo chiesto alla Prefettura  di continuare a starci ancora vicini.L'incontro che si è svolto alla presenza dell'On.le Franco Iacucci, si è tenuto in un clima di estrema serenità e collaborazione teso a risolvere l'annosa problematica posta dai Sindaci nell'interesse dell'intero Alto Jonio». Nel corso della mattinata ai 7 primi cittadini è stato comunicato, dall'On.le Gianluca Gallo che il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, li avrebbe ricevuti in Cittadella giovedì prossimo alle ore 15:00 e avrebbe fatto da mediatore col Governo Meloni per arrivare a una soluzione definitiva. Una decisione accolta con favore dai sindaci che hanno così sospeso il sit-in pacifico visto che l'obiettivo, al momento, può dirsi raggiunto.

In riferimento, invece, all'articolo di stampa apparso questa mattina (il riferimento è al nostro articolo), Papasso, Montalti, Tursi, Carlomagno, Aurelio, Ciminelli e Mazzia roicordano che «è stato proprio il CIPE a deliberare il diritto del territorio che ospita la nuova SS106 Jonica alla compensazione ambientale e a stabilire l'entità delle risorse a ciò destinate. Su come dette somme dovessero essere suddivise sui vari territori esiste un accordo, sottoscritto nella sede dell'Anas a Roma, che risale al 7 luglio 2014. Oggi appare evidente che qualcuno vuole modificare quell'accordo a discapito dei sette comuni che si sono ritrovati a Cosenza in questi giorni». Tra queste opere, ricordavamo pocanzi, spiccava un waterfront - di cui nei documenti ufficiali vidimati dal Cipess nel 2018, 2019 e nel 2020 non ci sarebbe traccia - che da Sibari arrivasse fino a Roseto. «Quell'accordo - dicono ancora i sindaci - era però chiarissimo anche su un altro tema: l'abbattimento del Pagliara non doveva rientrare tra le somme per le compensazioni ambientali. È evidente che di fronte al tentativo di vedere svanire queste risorse i Sindaci chiedono che siano i Comuni, così com'è stato fatto per il Parco Archeologico di Sibari, ad essere destinatari diretti delle risorse e poterle spendere nel solco delle indicazioni già date dalla Commissione VIA , che fornisce peraltro soltanto un parere consultivo e a cui nessuno dei rappresentanti del Tavolo Tecnico ( non ne fanno parte soltanto o Sindaci dei Comuni interessati) ha mai inteso fornire una adeguata risposta. Per questo i Sindaci, nel ribadire la loro determinazione a portare avanti le istanze dei Cittadini del territorio interessato dal passaggio dell'Opera e vedersi risarciti dei tanti disagi sopportati, sottolineano come sia responsabilità di tutte le parti in causa, a partire da ANAS, quella di assumersi le responsabilità già messe in passato nero su bianco ed evitare di giocare a dividere i sindaci».

«La speranza – chiudono i sette sindaci – è che l'incontro di giovedì  col Presidente Occhiuto sia propedeutico a quello chiesto alla Presidente Meloni per risolvere definitivamente, dopo quasi dieci anni di stallo e promesse disattese la vicenda delle Opere Compensative, affinché i territori dei comuni, visto che le stesse opere di compensazione ambientale sono previste per legge e visto il grande impatto ambientale che si porta dietro la costruzione del terzo megalotto Sibari-Roseto, possano essere risarciti. Per quanto riguarda gli svincoli, chiediamo al Governo e ad Anas una nuova riflessione: non vogliamo svincoli "a diamante" impattanti ma semisvincoli di modo da rendere la strada accessibile e utilizzabile da tutti i cittadini».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.