Servizio idrico, le tubazioni della Sibaritide sono un colabrodo ma i Comuni garantiscono: «Quest'estate avremo l'acqua»
Svariati i lavori effettuati in questi mesi per evitare che con il caldo le città rimangano a secco. Intanto l'Istat conferma la dispersione idrica oltre il 45% e i fondi mancati del Pnrr per l'ammodernamento delle reti restano una delle più grandi occasioni perse
CORIGLIANO-ROSSANO - Bicchiere mezzo pieno, stando almeno alle premesse, per il servizio idrico dei comuni della Sibaritide in vista dell’estate. I dati però, e con essi le politiche finanziarie, finora avrebbero dimostrato il contrario. Abbiamo perso i fondi del Pnrr e continuiamo a perdere, numeri Istat alla mano, più del 45% delle risorse idriche per strada. Stagione nuova, problemi vecchi: il nostro sistema idraulico fa acqua da tutte le parti.
Tuttavia, complice qualche lavoro già avviato e andato a buon fine, ci sono delle amministrazioni che si dicono relativamente tranquille sulla questione dell’approvvigionamento acqua per i prossimi mesi.
Per Corigliano Rossano, rassicurazioni dal sindaco: «Abbiamo appena terminato una nuova condotta storica, la petraro donnanna, che ci siamo finanziati da soli e abbiamo realizzato un nuovo impianto idrico per lo scalo di Corigliano, il decimo in 4. Sono state ripristinate le sorgenti montane a Rossano e stiamo lavorando al bosco dell’acqua su Corigliano. Ad ogni modo siamo già a metà giugno e – chiosa Stasi sfidando la scaramanzia – tolta qualche contrada e qualche rottura puntuale, ancora non abbiamo dovuto attivare l’autobotte».
Certo, ben poca cosa rispetto a quanto si sarebbe potuto fare con quei sei milioni di euro che sarebbero dovuti andare alla Città Unica grazie all’accordo quadro con la Regione Calabria, fondi che nel marzo 2021 si dichiaravano finalmente sbloccati ma dei quali nessuno ha mai visto i frutti. Grandi proclami che si sono risolti, purtroppo, con un buco nell’acqua.
A Calopezzati invece il Comune ha provveduto già lo scorso anno, prima dell’estate 2022, al rifacimento dei tratti di tubatura che presentavano più di una perdita perché, come ha sottolineato il sindaco Edoardo Giudiceandrea, «una fuoriuscita può essere un caso, due invece rappresentano un problema serio per il trasporto idrico e quindi siamo intervenuti sul riammodernamento di un sistema obsoleto». Nessuna preoccupazione anche per il sindaco di Cassano, Giovanni Papasso.
Insomma, la situazione sembra essere sotto controllo. Per ora. Tuttavia, visto anche l’andamento anomalo della stagione, le insidie potrebbero essere dietro l’angolo. Le piogge che ad aprile e maggio si sono abbattute violente sul nostro territorio, contrariamente a quanto si possa pensare, piuttosto che contribuire all’alimentazione dei serbatoi hanno peggiorato la situazione. Un esempio per tutti è la linea idrica adduttrice che passa nel greto del Trionto e serve i tre Comuni di Caloveto, Mirto e Calopezzati. I temporali quasi torrenziali di quel periodo avevano divelto la tubatura e queste città sono rimaste, per quattro giorni ad aprile, praticamente a secco.
Quello delle condutture colabrodo è, per la Sibaritide, un problema atavico. Per questo ancora brucia l’ennesima occasione persa: quella dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza relativi alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione del monitoraggio delle tubature. Sono stati stanziati ben 265 milioni per le regioni del sud che vedono, ad esempio, la Puglia intercettare circa 50 milioni di euro e la Campania oltre 90 milioni, mentre la Calabria è a zero. Non è un caso che nella Sibaritide oltre il 33% delle famiglie si dice per niente soddisfatto del servizio idrico.
Quindi, con le proprie risorse e strumenti, le varie amministrazioni hanno cercato, e stanno tentando tuttora, di prevenire quello che ogni estate si prospetta come uno dei principali problemi da affrontare.