Ospedale di Insiti ad un bivio: sarà il primo nosocomio italiano a norma o il più grande ecomostro della Calabria?
I tempi stringono e la Regione Calabria dovrà decidere presto sulle sorti della grande infrastruttura della Sibaritide. Il consigliere Graziano: «Non tutti i lavori fanno polvere». Intanto la FenealUil incalza: «Non bisogna perdere altro tempo»

CORIGLIANO-ROSSANO - Il nuovo ospedale della Sibaritide ad un punto di svolta, epocale e forse definitivo. Con la presentazione della nuova variante sanitaria e tecnologica (ve ne abbiamo parlato dettagliatamente in questo articolo), lo scorso 29 maggio, la società concessionaria dell’opera, la D’Agostino costruzioni, ha aperto un nuovo capitolo della storia della grande infrastruttura che sta sorgendo in contrada Insiti e che potrebbe portare di fatto a due soluzioni: la prima, più ottimistica e nella quale sperano tutti, avere al termine dei lavori il primo ospedale in Italia ad essere adeguato al nuovo Piano sanitario nazionale; la seconda, oggettivamente pessimistica e da scongiurare, ritrovarsi con un ecomostro di milioni di metricubi di cemento armato nel bel messo della grande città di Corigliano-Rossano. Non ci sono altre strade. Sono due le variabili che incideranno sulla scrittura dell’ultimo capitolo di questa storia: i soldi e il tempo. Pertanto, ci vorranno altre risorse rispetto ai 144 milioni iniziali e i lavori dovranno essere completati nel solco di un cronoprogramma serratissimo.
«A che punto siamo?» si chiede oggi e in modo retorico il consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano, che incalzato dai cittadini sulla vicenda, poi spiega: «Nei giorni scorsi la società Concessionaria dell’Opera, la D’Agostino Costruzioni, ha presentato la Variante Tecnica (sanitaria e tecnologica). Entro il prossimo 28 giugno sarà quantizzato anche il volume economico di questa variante (necessaria, dicevamo, per mantenere la struttura al passo con i tempi) mentre ad inizio autunno, una volta acquisiti tutti i pareri e le autorizzazioni che una variante richiede, dovrebbero essere messi in cantiere i lavori, e questa volta dovrebbero portare all’ultimazione e messa in esercizio della struttura. Cosa succederà da qui all’autunno? Sicuramente i cantieri non si fermeranno considerato che, al netto della variante tecnica, devono essere ancora completate le opere strutturali (fuori variante) e quindi – tra gli altri - l’impianto dei sottoservizi, le coorti e le strutture di servizio esterne. Quindi, un grande cantiere, partito finalmente grazie all’impulso del centro destra e del presidente/commissario Occhiuto dopo un decennio di fermi e tentennamenti, che in queste settimane non sta “facendo polvere” perché il lavoro si è trasferito negli uffici ma che a breve inizierà nuovamente a macinare sudore e fatica. Fino alla fine».
«I tempi stanno diventando stringenti ed il rischio di trovarci di fronte all’ennesima incompiuta, all’ennesima cattedrale nel deserto, è sempre più presente». Questo, invece, l'avvertimento di Maria Elena Senese, segretaria regionale della FenealUil, il ramo degli edili del sindacato guidato da Bombardieri.
Nel tracciare le tappe che hanno portato alla «nuova e necessaria» variante, Senese mette in chiaro la rigorosità dei tempi e l’opportunità di un impegno inderogabile, da parte della Regione Calabria, a trovare maggiori risorse per ultimare l’opera. Atteso che oggi, per la sanità, dovrebbero essere disponibili risorse ingenti derivanti dal Pnnr e probabilmente anche dal prossimo Mes.
«Un computo metrico di partenza – precisa la segretaria Senese - è stato già fatto e consegnato insieme alla perizia di variante ma è necessario aspettare le prestazioni degli enti per avere un quadro economico definitivo».
Ricordiamo che il quadro economico iniziale era di 144 milioni di euro per 376 posti letto «ma ad oggi – aggiunge la sindacalista - tale ammontare pare essersi quasi raddoppiato».
«È sbagliato dire – aggiunge Senese - che la realizzazione dell’ospedale della Sibaritide, sta scontando l’anomalo andamento dei prezzi e l’incremento del costo dei materiali da costruzione. Non è stato solo questo a determinare la lievitazione dell’importo iniziale dell’appalto ma è sopraggiunto il decreto Covid il quale ha imposto una variante nel progetto già approvato legata ad un ampliamento della terapia intensiva. Nella perizia di variante, l’impresa – sottolinea ancora il segretario generale di Feneal - ha curato anche l’aspetto dell’efficientamento energetico alla luce della norma 2021».
Da qui la proposta di Maria Elena Senese: «Iniziare a sbloccare i lavori, stante la volontà politica di completare l’ospedale. Sarebbe dannoso in termini organizzativi, tecnici e soprattutto di risorse umane allungare i tempi di riapertura del cantiere. Ricordiamo – conclude - che la sospensione parziale dei lavori risale a marzo, pertanto occorre essere celeri nell’approvare quella perizia, soprattutto dal punto di vista economico/finanziario».