La Sibaritide diventa un grande laboratorio sul campo per gli studenti Unical
I futuri ingegneri che si stanno formando all’Ateneo di Arcavacata hanno fatto visita ai cantieri del Terzo Megalotto (ad oggi il più grande d’Italia) e del costruendo nuovo ospedale di Insiti. Si apprendono tecniche e nuovi metodi di progettazione

CORIGLIANO-ROSSANO – Quando le opere pubbliche assumono anche un ruolo pedagogico. È quello che si può dire in riferimento ai due grandi cantieri che in questi mesi stanno operando nel territorio della Sibaritide: il Terzo Megalotto della Statale 106 e il Nuovo ospedale di Corigliano-Rossano. Entrambi, in queste settimane, sono meta di continue visite da parte di delegazioni di studenti e docenti, di diverse nazionalità, delle facoltà universitarie del meridione e particolarmente dell’Unical. Futuri ingegneri e architetti arrivano in riva allo Jonio, nella Calabria del nord-est per apprendere sul campo le nuove tecniche di costruzione e i più innovativi metodi di progettazione. Sintomatico che l’innovazione e il futuro, oggi, sono in questo territorio.
Proprio ieri, sia a Trebisacce dove è in corso lo scavo della grande galleria e doppia canna della Sibari-Roseto, che a Insiti dove sono in corso i lavori di realizzazione del nuovo ospedale, un gruppo di 20 studenti dell’Unical ha fatto tappa sui cantieri.
Sui cantieri del Terzo Megalotto, ad accompagnare i giovani futuri professionisti nelle viscere del nuovo tunnel (che al termine dei lavori avrà una lunghezza di circa 4 kilometri) c’erano il dirigente responsabile delle nuove opere di Anas Calabria, l’ingegnere Silvio Canalella, e i funzionari di Webuild, la grande holding italiana in questo momento impegnata a realizzare numerose opere civili nel mondo con le più innovative tecniche di progettazione e costruzione, il professore Rosolino Vaiana, associato di "Strade, ferrovie e aeroporti" presso il Dinci dell'Unical, il geometra Franco De Masi, responsabile tecnico del Laboratorio di "Materiali stradali" (del quale è Responsabile scientifico il Professor Vaiana) e l'ingegnere Fabio De Napoli, responsabile tecnico del Laboratorio di "Grandi modelli idraulici" dell'Unical.
Una “fame di sapere” che gli universitari dell’Ateneo di Arcavacata hanno potuto soddisfare grazie ad una preziosissima esperienza sul campo, osservando operai e tecnici a lavoro nel grande scavo trebisaccese e percorrendo, poi, i 38 km di tracciato su cui, entro il 2026, sorgerà la nuova Sibari-Roseto.
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Stesso discorso per i cantieri del nuovo ospedale della Sibaritide, la prima mega infrastruttura civile della Piana realizzata con le più avanzate tecniche antisismiche e messa in piedi con materiali e sistemi di edificazione leggeri. Qui, insieme al project manager della società concessionaria D’Agostino costruzioni, l’ingegnere Domenico Petrone, gli studenti di ingegneria dell’Università della Calabria hanno potuto capire – nel concreto – come si mette in piedi un “grande lego”, una struttura modulare ipercomplessa e che – si spera – dovrebbe essere pronta fra qualche mese ad accogliere tutta la fase di allestimento tecnologico e sanitario.
Al netto delle giornate di studio sul campo (dell’Unical e non solo dell’Unical), però, queste esperienze mettono in evidenza altri e molteplici aspetti. L’uno più importante dell’altro. Il primo, come la Calabria del nord-est sia diventata, negli ultimi anni, un laboratorio di interesse sul quale si stanno realizzando opere strategiche attese da decenni. Il secondo, la speranza per i cittadini di questo territorio di poter contare su infrastrutture civili moderne e al passo con i tempi. Sempre che queste vengano ultimate e messe nelle disponibilità dei cittadini!