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La navetta del Frecciarossa che… non aspetta il Frecciarossa: continua a succedere a Sibari

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CORIGLIANO-ROSSANO – Il Frecciarossa Sibari-Roma-Bolzano, una conquista; poter utilizzarlo in comodità, un’avventura. Sembra essere ad un punto di rottura il felice rapporto che per lunghi mesi ha legato le popolazioni della Calabria orientale, di Corigliano-Rossano, della bassa sibaritide e del crotonese con il treno veloce. E questo perché la disorganizzazione della rete della mobilità su rotaia sembra aver superato ogni limite di tolleranza. Nonostante denunce e segnalazioni.

L’ultimo dei disagi si è palesato lo scorso giovedì notte. I viaggiatori del Frecciarossa Bolzano-Roma-Sibari, una volta giunti nella stazione capolinea del Piana avrebbero dovuto salire a bordo del treno navetta che li avrebbe trasferiti nelle diverse località a sud di Sibari. Treno-navetta che, occorre ricordare, è stato finanziato dalla Regione Calabria proprio come ramificazione di servizio del treno veloce sul resto del territorio. Ebbene, la Freccia quella sera – come spesso accade – si è presentata in stazione in ritardo proprio quando la navetta aveva già preso “il largo” solitaria lungo la linea ferrata jonica, lasciando tutti i pendolari a piedi.

Perché? Perché un treno istituito esclusivamente per ampliare il servizio di mobilità ferroviaria nazionale genera questo disservizio partendo senza aspettare la coincidenza? È una questione di orari e di altre coincidenze, si dirà. Probabilmente è così. Quello che i consumatori non riescono a spiegarsi, però, è il fatto che sulla linea jonica, almeno tra Sibari e Crotone, di notte non viaggia più alcun altro convoglio. Quindi, se la navetta in coincidenza con il Frecciarossa attendesse l’arrivo del treno nazionale, e quindi dei pendolari che devono muoversi verso sud, a chi creerebbe problemi? Mistero.

Pare che il disguido sorga da un difetto di comunicazione. La direzione nazionale di Trenitalia, che gestisce la Freccia, infatti, non comunicherebbe alla direzione regionale la presenza a bordo del Bolzano-Roma-Sibari di pendolari in coincidenza con la navetta regionale. La stessa direzione nazionale, però, metterebbe a disposizione degli utenti “appiedati” un bus sostitutivo che attende all’esterno della stazione di Sibari.

Un disordine totale che provoca tanti disagi ma anche tanto sperpero di denaro pubblico. A quanto pare, infatti, la Regione Calabria per questo grande disservizio paga pure. E paga tre volte: versa il contributo integrativo per tenere attivo il Frecciarossa; finanzia il treno-navetta (che parte vuoto) e quanto pare paga anche il bus-navetta (sostitutivo del treno-navetta) che a sua volta parte parzialmente vuoto in quanto spesso i viaggiatori fanno prima ad arrivare a destinazione a piedi!

Problema differente, invece, per chi il Frecciarossa Sibari-Roma-Bolzano lo deve prendere e, anche in questo caso, si contano disagi a iosa. Perché, pensate un po’, anche la navetta su un tracciato di 100km da compiere di un’ora e 40 minuto accumula ritardo. E in questo caso non ci sono giustificazioni che tengano: il rotore nazionale quando sono scattate le 6:27 e zero secondi parte, perché deve divincolarsi nella selva di scambi e semafori verdi che lo condurranno fino a Bolzano, all’altro capo del Paese. Il regionale, dovrebbe arrivare in stazione dieci minuti prima (alle 6:17) ma molto spesso arriva con 10/15 minuti di ritardo e addio Freccia.

Ora, alla luce di questi disagi che non sono una casualità e che, anzi, si ripetono con una certa sistematicità e metodo, non sarebbe opportuno che la direzione regionale di Trenitalia rimodulasse gli orari delle coincidenze evitando, così, disagi ai pendolari e, nel concreto, anche una perdita di utenza sui vettori? Già perché, proprio qualche giorno fa, sul portale ferrovie.info è apparsa una denuncia a firma di molti viaggiatori del crotonese che, nel lamentare i continui ritardi dei treni in coincidenza con la Freccia e i disagi derivanti, sottolineavano come fosse più agevole viaggiare a bordo dei bus di linea per raggiungere le grandi destinazioni.

Insomma, una situazione che sta facendo scattare la rassegnazione in un popolo, quello della Calabria orientale, già di per sé rassegnato per le deficienze dell’apparato pubblico.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.