2 ore fa:Un'etichetta simbolica per la 20esima edizione del "Concorso internazionale dei Vini Arbereshe"
3 ore fa:«Dopo il bilancio bocciato dal Tar, la maggioranza Minò approva Dup irregolare»
17 ore fa:La Fondazione Carical dona 18 zaini tecnici-medici di emergenza al Soccorso Alpino e Speleologico Calabria
2 ore fa:Danno erariale per un milione di euro, citazione in giudizio per un dirigente dell'Asp di Cosenza
4 ore fa:L'ambasciatrice del Kosovo Nita Shala ricevuta in Prefettura a Cosenza
1 ora fa:I dubbi sui lavori della ferrovia jonica: «Sarà mai fatta l'elettrificazione?»
39 minuti fa:Aeroporti calabresi: Sacal inaugura la stagione invernale 2024-25
16 ore fa:Gli auguri del sindaco Stasi e dell'amministrazione al nuovo segretario della Cgil Calabria
9 minuti fa:Il luminare della cardiologia Ciro Indolfi sceglie l’Università della Calabria
1 ora fa:Sybaris e Kroton hanno fatto pace: insieme alla Borsa del Turismo di Paestum

"La musica del cuore": il progetto di prevenzione che mostra il lato umano della Sanità

3 minuti di lettura

CORIGLIANO – ROSSANO – Prevenzione, amore e lavoro di squadra. Questi i tre comandamenti dell’incontro di ieri per la presentazione dei dati emersi dagli screening effettuati a Corigliano Rossano in occasione del “progetto la musica del cuore” che ha coinvolto la nostra comunità per due domeniche di fila. Ipertensione, fibrillazione atriale e apnee notturne le condizioni di rischio rintracciate in una percentuale importante tra gli abitanti. Dati oggettivi con valori alla mano. Quello che non si è potuto mettere nero su bianco, ma che è stato palpabile nell’aria, è il rapporto di fiducia e di avvicinamento che si è instaurato tra il personale sanitario e le persone.

L’iniziativa, fortemente voluta e organizzata dal direttore del reparto di cardiologia del Giannettasio, la dottoressa Silvana De Bonis, e avallata dal direttore sanitario dell’Asp di Cosenza Martino Rizzo, ha registrato un boom di presenze e soprattutto ha strappato una promessa: queste due domeniche di giugno non saranno un caso isolato. I medici e gli infermieri sono usciti dal reparto e si sono riversati in piazza per abbattere il muro della diffidenza e far capire che è importante effettuare i controlli non quando si sta eccessivamente male o quando non si sa più cosa fare: prima è meglio.

Presente alla presentazione dei dati anche la presidente della commissione Sanità in Regione, la consigliera Pasqualina Straface: «la scelta della piazza – va ricordato che gli screening sono stati effettuati in piazza San Bernardino Le Fosse e in piazza Salotto – rappresenta la voglia di aprirsi alla comunità. Il mio invito è che un’iniziativa simile venga riproposta anche in altre città della Calabria e di continuare nella direzione della collaborazione tra l’azienda sanitaria e le istituzioni, perché solo uniti si vince. La pandemia – prosegue – ha inferto un duro colpo alla salute pubblica. Dopo il Covid soltanto i tumori sono cresciuti del 30%. La prevenzione è fondamentale. È da qui che passa la salute».

Poi rilancia: «In questo senso va letta anche “la città della salute”, un’occasione tutta dedicata alla prevenzione in programma a settembre».

Il direttore sanitario Martino Rizzo, che restituendo tutto il medico alla dott.ssa De Bonis, la quale è stata «regista, attrice e produttrice» di un progetto svolto, lo ricordiamo, a titolo totalmente gratuito da parte di tutto il personale coinvolto, ha ricordato come la nostra sia una popolazione di anziani. «Ad oggi il 25% dei cittadini ha oltre 65 anni. Tra dieci anni la percentuale salirà al 40%. Per questa ragione è importante effettuare controlli periodici, prevenire e puntare sulla tecnologia, la telemedicina in primis». E poi la conferma: «dobbiamo avviare all’emodinamica i comuni dell’entroterra».

Il direttore di cardiologia del Giannettasio, Silvana De Bonis, ha illustrato nel dettaglio i dati raccolti e non ha dimenticato di ringraziare tutta la sua squadra. Ieri, oltre alla grande professionalità e all’impegno che camici bianchi e infermieri hanno profuso nell’iniziativa, è emersa l’importanza del lavoro di squadra. Del capitale umano. Una sanità piagata negli anni da una forte mala gestio che tenta comunque di rialzarsi sulle proprie gambe e di stare tra la gente.

Poi il lancio della nuova associazione che sta per nascere: gli amici del cuore. Dunque il valore del volontariato e la valenza di non sentirsi soli ma accolti da una comunità aperta ad accogliere, comprendere e, quando necessario, capace di dare un abbraccio o una carezza. Così la presidente dell’associazione, la professoressa Margherita Carignola: «Vedete, chi ha avuto problemi di cuore è convinto di non potersi più concedere un aperitivo, di non poter fare le scale o alzare pesi. In sostanza è convinto di non poter più fare quello che faceva prima. Come ricordo sempre – prosegue – la cosa importante non è aggiungere anni alla vita ma la vita agli anni. Il volontariato, le associazioni, sono fondamentali per non lasciare sole le persone che stanno attraversando un momento difficile. E’ saper tendere la mano perché donare – chiosa la Carignola – fa bene più a chi dà che a chi riceve».

La dottoressa De Bonis attraverso questa iniziativa ha fatto riscoprire – e mai come adesso ce n’è bisogno – il lato umano della Sanità.

Chiamato sul palco, il dott Bisignani, direttore di tutte le cardiologie dell’Asp di Cosenza, ha raccontato di come, nonostante quello che ancora manca e il percorso ad ostacoli che giornalmente vivono i nostri ospedali, lui continui a sognare. «Ho trovato le persone, il “materiale umano” che mi ha consentito di sognare nonostante tutte le difficoltà. Sono sempre stato convinto e lo sono tuttora, che i nostri cittadini meritano il meglio che la Sanità è in grado di offrire. Anche a livello di strumentazioni e tecnologie».

E a proposito di squadra e di fare sistema, preziosa la decisione dell’avvocato Elisabetta Verrina, presidente dell’Associazione Vincenzino Filippelli che fa sapere: «Vogliamo donare un defibrillatore al distretto di Rossano».

Nessuno si salva da solo: questo il messaggio principale che ieri è passato forte e chiaro. Ci vediamo alla prossima iniziativa di prevenzione.

 

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare