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Emergenza sanità nella Sibaritide, ora è ufficiale: arrivano i medici cubani... in vista dell'estate

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CORIGLIANO – ROSSANO – Ambulanze finalmente con medico a bordo e più camici bianchi nei reparti di emergenza urgenza degli ospedali. Non è la lista dei desideri relativi alla sanità territoriale ma sono alcuni degli obiettivi a breve termine che la direzione generale si è posta di realizzare. Come? Questa è la volta buona: nella seconda infornata di medici cubani tra i beneficiari - finora concentrati nella Locride - adesso c’è anche l’Asp di Cosenza e dunque la Sibaritide.

Sarebbero 18 gli specialisti destinati all’azienda sanitaria provinciale che, a sua volta, posizionerà negli ospedali del territorio di competenza le varie unità. Tra le destinazioni compaiono certamente il “Giannettasio”, il “Compagna” e lo spoke di Trebisacce. Tra gli specialisti venuti da oltreoceano ci sono pediatri, tre ortopedici, un anestesista, un cardiologo e un ginecologo. Insomma, qualcosa è cambiato come nel film interpretato da Jack Nicholson.

Ma c’è di più.  «L’inversione di rotta - commenta il direttore generale Antonello Graziano – emerge anche dai concorsi. Se prima non si presentava praticamente nessuno, non è di troppo tempo fa un bando per 8 posizioni al quale hanno partecipato solo in due, adesso i medici vogliono venire a lavorare in azienda. L’ultimo bando in ordine di tempo per i medici di emergenza urgenza – spiega – è passato da trenta a cento domande. Anziché stipulare contratti con medici convenzionati intendiamo assumere direttamente nuovo personale, in modo da saldare il legame con l’azienda e fornire più sicurezze sia al personale che ai pazienti». Ecco dunque che i rinforzi cubani più le nuove assunzioni che verranno effettuate a seguito dei concorsi, forniranno ai nostri ospedali un numero di personale più congruo.

 «Una boccata di ossigeno – rincara Graziano – che alla vigilia dell’estate assume ancora più importanza per i nostri pronto soccorsi che, con le nuove leve, potranno fronteggiare meglio l’aumento dei flussi, dovuto alla crescita della popolazione che nel periodo delle vacanze aumenta nelle nostre città, e avranno anche più personale per sostituire i medici che andranno in ferie».

E oltre alla quantità, la direzione punta molto anche sulla qualità. Previsti corsi di formazione ulteriore per il personale medico, paramedico e infermieristico con un focus sulla telemedicina e attraverso l’utilizzo di dispositivi informatici che aiutino a mettere in pratica quanto imparato in teoria.

«È alla firma – prosegue il direttore generale – la delibera per stabilizzare altre 150 persone aventi diritto che in questi anni hanno lavorato con contratti di collaborazione e che possono essere assunti a tempo indeterminato. Questo passo – sottolinea Graziano – è importante sia per dare fiducia al personale e alle relative famiglie, sia per rendere più saldo il legame tra lavoratore e azienda».

E la rivoluzione nel modus operandi dei reparti di emergenza urgenza parte dalle assunzioni, passa per corsi di aggiornamento e formazione ulteriore ma procede anche con il potenziamento dei mezzi, vedi l’elisoccorso anche di notte, e con la revisione del modello organizzativo dei servizi di emergenza. Presto l’istituzione del numero unico: il 112.  Il modello organizzativo prevede una Centrale unica di risposta (CUR), nella quale vengono convogliate le linee 112, 113, 115 e 118. All’interno della Centrale gli operatori, formati per gestire la prima risposta alla chiamata, smistano le telefonate agli Enti responsabili della gestione delle emergenze (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco o il Soccorso sanitario)

Per fine giugno sarà approvato anche il consuntivo di bilancio dell’Asp.

 Il primo passo non ti porta dove vuoi, ma ti toglie da dove sei ci ricorda il regista Jodorowsky. Dunque non esiste bacchetta magica per risolvere la situazione di crisi in cui la nostra Sanità versa da anni. Tuttavia è incontestabile che l’attuale amministrazione sta facendo il possibile per ripianare le cose e restituire ai cittadini il diritto alla salute.

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare