A Co-Ro «quattro decessi in due mesi perchè soccorsi con ambulanze prive di medico, o inadatte»
È quanto affermano Guido, della Cgil Pollino Sibaritide Tirreno e Casciaro, della Fp Cgil Pollino Sibaritide Tirreno: «Da anni denunciamo l’insufficienza del servizio di primo intervento sanitario. Necessario intervenire subito»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Quattro decessi in appena due mesi, tutti nella città di Corigliano-Rossano, tutti contrassegnati dalla stessa drammatica circostanza: i primi soccorsi sono stati portati con ambulanze prive di medico, o inadatte. L’ultimo decesso per un malore improvviso, è accaduto giovedì scorso, nel centralissimo Scalo di Rossano; a perdere la vita è stato un cittadino di nazionalità rumena. A salvarlo non è bastato il rapido intervento di un’autoambulanza prontamente intervenuta, ancora una volta, senza medico a bordo».
È quanto denunciano Giuseppe Guido, segretario Generale Cgil Pollino Sibaritide Tirreno e Vincenzo Casciaro, Segretario Generale Fp Cgil Pollino Sibaritide Tirreno
«È ancora troppo presto per sapere se sarebbe bastata la presenza del medico a salvare l’ennesima vittima. Lo si saprà dopo che l’autopsia avrà fatto i dovuti accertamenti. Vale per questo caso, come anche per i precedenti. Ci preoccupa, però, il fatto che in casi così gravi, ancora una volta le autoambulanze arrivino senza medico a bordo. Da anni denunciamo l’insufficienza del servizio di primo intervento sanitario. Il servizio 118 dell’Azienda Sanitaria Provinciale è carente di risorse umane, in primis di medici, ma anche di mezzi idonei; sono tante le ambulanze vecchie, che andrebbero sostituite; numerose sono le postazioni dove il servizio è integrato, o sostituito totalmente, dai privati convenzionati».
«Le quattro postazioni 118 dello Jonio – Cariati, Rossano, Corigliano e Trebisacce – hanno una dotazione di personale largamente insufficiente a coprire i turni H24, come richiesto dalle necessità di servizio. Sul Tirreno cosentino la situazione è analoga allo Jonio. Lo spoke di Castrovillari a malapena riesce a garantire i turni; Lungro e Mormanno sono appannaggio dei privati. Gli infermieri e gli autisti d’ambulanza che sono chiamati a intervenire, lo fanno in situazione di grave stress psico-fisico, per l’assunzione di responsabilità superiori a quelle connesse al proprio servizio. Spesso rischiano di subire le reazioni emotive dei parenti del malato, e anzi è già successo più volte che abbiano subìto minacce o aggressioni fisiche: a torto o a ragione, i parenti li individuano come i rappresentanti della sanità pubblica, che in quel frangente ha manifestato la propria insufficienza, e si scagliano contro di loro».
«La Cgil e la Fp Cgil hanno scelto di difendere i propri iscritti, contraendo gratuitamente per loro una polizza assicurativa collettiva per responsabilità civile; ma non è sufficiente. È in gioco il patrimonio umano e professionale degli operatori della sanità, messo duramente alla prova da un sistema sanitario pubblico malato e insufficiente. Per questo, abbiamo deciso di presentare un ulteriore esposto alla Procura della Repubblica, denunciando i limiti del SUEM 118 e le carenze mai colmate, e richiamando tutte le diffide da noi sin qui inoltrate all’Azienda Sanitaria Provinciale e alla dirigenza del 118 aziendale. Inoltre, abbiamo deciso di chiedere un incontro al Presidente della Conferenza dei Sindaci, Flavio Stasi, nonché Sindaco della città di Corigliano-Rossano dove sono avvenuti ben quattro decessi in soli due mesi, poiché riteniamo che la gravità della situazione in cui versano la sanità provinciale e jonica in particolare, merita un’attenta riflessione e una forte azione di discontinuità. Non vogliamo rassegnarci alla triste conta dei decessi attribuiti alla malasanità, o a lasciare i pochi operatori sanitari nel crescente rischio professionale e ritorsivo: è necessario intervenire, subito, per evitare il punto di non ritorno della sanità pubblica».