La pubblicità che guarda al passato, Giuseppe Stigliano e la rivoluzione del marketing sostenibile
Da Castrovillari a Milano, poi a Londra. Una delle più affermate figure del marketing globale sogna una pubblicità attenta all’ambiente la cui bussola è la cultura magnogreca: «Abbiamo abusato della globalizzazione»

CASTROVILLARI - La storia che vogliamo raccontarvi oggi è quella di un giovane castrovillarese, Giuseppe Stigliano, tra le figure più promettenti del marketing mondiale, divenuto da poco global Ceo degli Spring Studios di Londra.
Il suo percorso, come quello di molti altri, inizia con il trasferimento a Milano. Lì studia e poi lavora per la J. WalterThompson, agenzia pubblicitaria americana, fondata da Sir Martin Sorrell.
Successivamente, in occasione di un evento alla presenza dell’inventore del marketing moderno, Philip Kotler, accade qualcosa che cambierà per sempre la carriera di Stigliano. Kotler è entusiasta dell’intervento di questo giovane promettente comunicatore e gli propone di scrivere un libro.
Il titolo è Retail 4.0 e diventa subito un successo. Come racconta al Sole24Ore, «da lì, mi esplode una carriera da relatore e speaker».
Conferenziere e relatore di fama, quindi, con un obiettivo tra i tanti: smontare i pregiudizi sul marketing e le sue strategie per promuovere un’idea innovativa e sostenibile di pubblicità.
«Siamo sempre visti negativamente -afferma-, come quelli che ti vogliono vendere un prodotto inutile di cui non hai bisogno».
Una visione aggravata anche dalla relazione che c’è fra consumo e questione ambientale. Ma Stigliano guarda oltre e pensa a come il marketing possa rappresentare, invece, uno strumento capace, attraverso la comunicazione e lo stesso linguaggio, di invertire la rotta.
Se fino ad ora la comunicazione ha spinto le masse a comportamenti dannosi per il pianeta e gli ecosistemi, allo stesso modo adesso potrà essere sfruttata per lo scopo inverso.
Di questo, Stigliano, è convinto e per promuovere questo cambiamento scomoda gli dèi e la cultura magnogreca: «La mitologia classica con i suoi dèi potentissimi ma anche con lati deboli, ognuno con un suo potere che si accompagna anche a difetti, mi ha ispirato: sono la versione arcaica dei moderni supereroi di film e fumetti». Un dualismo di fondo ricorrente, che caratterizza anche settori come questo.
«C’è urgenza – prosegue - di ritrovare un equilibrio nel sistema economico. Abbiamo abusato della globalizzazione. Ci vuole un marketing che concili gli opposti, re-istruisca le persone, le re-indirizzi verso comportamenti virtuosi. I supereroi, come le divinità greche, sono dei modelli di comportamento, gli influencer dell’antichità».
E sulla sua terra d’origine, dove vorrebbe tornare a vivere: «Sogno un casolare, tra gli ulivi, dove pensare il futuro, ma sempre girando il mondo».
fonte intervista: Il Sole24Ore