Primo Maggio a Sybarisuona, Peppe Voltarelli: «Artisti incredibili, storia e buon cibo. Come fate a non venire»?
Gira il mondo con lo Jonio nel cuore. «Il mare non è una questione geografica, basta chiudere gli occhi e lo vedi». Sui giovani che scelgono di restare:«al Sud ci sono storie interessanti schiacciate da luoghi comuni e stereotipi». E sul film "Qualunquemente": «mi ha fatto riscoprire la potenza di Onda Calabra». L'ntervista al fondatore de Il Parto delle Nuvole Pesanti
CORIGLIANO-ROSSANO - Prossima fermata Sybarisuona. Peppe Voltarelli, fondatore e voce leader de Il Parto delle Nuvole Pesanti e da qualche anno protagonista di un’intensa carriera da solista, il Primo Maggio è tra gli artisti che si esibiranno al Parco Archeologico di Sibari. Cittadino del mondo ma soprattutto figlio della sua terra. «Se chiudi gli occhi - sorride - lo Jonio lo puoi vedere anche da Piazza Pitti a Firenze. Non è una questione geografica, il mare c’è sempre». Stati Uniti, Canada, Argentina e l’Europa tutta. Voltarelli ha fatto e continua a fare il giro del mondo senza mai dimenticare le sue radici: la città di Mirto. Anzi, tutta la fascia Jonica e dunque la “sua” Calabria.
Quest’anno il cantante di Onda Calabra ha scelto di trascorrere la festa dei lavoratori in casa propria: «penso che Il parco Archeologico di Sibari, con la direzione del Prof Filippo Demma, negli ultimi anni sia diventato un vero e proprio polo culturale per tutto il Sud Italia che - specifica l’artista - oltre a custodire le testimonianze della gloriosa civiltà magnogreca, si fa spazio vivo e attivo con proposte culturali contemporanee come ad esempio la mostra dell'artista napoletana Anna Corcione "Naturalia et Mirabilia" (visitabile fino a dicembre 2023, ndr) e con una grande attenzione verso il mondo della scuola. Il concerto del Primo Maggio rientra in questo grande disegno di Sibari futura».
Un disegno che tenta di coinvolgere soprattutto le future generazioni, tanto che sulla possibile collaborazione del polo museale con il Giffoni Film Fest, Voltarelli commenta: «è una bellissima opportunità per crescere, confrontarsi e migliorarsi».
D’altronde, il direttore Demma aveva già esposto il suo manifesto poetico, ovvero il suo impegno affinché il polo museale potesse diventare un luogo da vivere, da frequentare e in cui creare occasioni di scambio e condivisione. Detto, fatto. Lunedi prossimo in calendario, oltre naturalmente alle visite guidate, a Sibari ci aspettano gustosi prodotti locali e soprattutto tanta musica.
«Sarà una bella festa con artisti incredibili provenienti da luoghi diversi dello Stivale – aggiunge – un’occasione per conoscere e visitare il parco, ascoltare musica e mangiare insieme appassionatamente per tutto il pomeriggio».
Peppe Voltarelli, che se dovesse identificarsi in un suo film lo farebbe con "La vera Leggenda di Tony Vilar" di Giuseppe Gagliardi, mentre se dovesse essere una sua canzone sarebbe senz’altro “Ultima notte a Malà Strana”, non ha dubbi: «ma come fate a non venire al Parco Archeologico di Sibari il Primo Maggio 2023? Come potete perdervi Roberta Carrieri Luca Ciarla Le ragazze del paese accanto Massimo Garritano Lorenzo Hugolini tutti insieme dal vivo e poi le visite guidate e il Picnic della Catasta Pollino insomma una giornata indimenticabile…».
Peppe è senza dubbio un ragazzo che ce l’ha fatta. Stimato artista che vanta collaborazioni importanti da Roy Paci a Carmen Consoli passando per gli amici inossidabili della Bandabardò. Gira il mondo custodendo la sua terra nel cuore e dice di chi invece è rimasto e ha deciso di investire vita e denaro in questo territorio: «ho moltissimi amici che vivono in Calabria, che lavorano e che sono felici. Il Sud è grande e diverso, pieno di storie e di esperienze interessanti che a volte fanno fatica ad emergere perché schiacciate dai luoghi comuni e dagli stereotipi. Sono molto legato alla mia terra e rispetto molto chi ha deciso di viverci».
Già, i luoghi comuni. Gli stessi che Antonio Albanese attraverso Cetto La Qualunque ha saputo esasperare nel film che ha utilizzato, modificandola, Onda Calabra come colonna sonora. E dopo un primo momento non privo di polemiche, Voltarelli adesso ne parla così: «ad Albanese gli direi grazie…perché con il suo personaggio, e parliamo del 2011, mi ha dato modo di riscoprire la potenza della mia canzone nella versione originale. Brano serio di passione ed emigrazione già alla ribalta una decina di anni prima (2003) perché colonna sonora di un film premiato al Torino Film Festival (Doichlanda)».
Foto di Francesca Magnani
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