I licei con curvatura biomedica a Co-Ro sono la nuova frontiera della formazione
Il progetto era in cantiere da anni ma oggi è finalmente realtà. Ne abbiamo parlato all'Eco in Diretta con la docente referente, Stella Pizzuti, professoressa ed ex assessore alla cultura del comune di Rossano
CORIGLIANO-ROSSANO - Oggi abbiamo deciso di parlarvi di un’importante novità che coinvolgerà i licei calabresi e, nello specifico, il Polo Liceale di Rossano: l’attivazione di indirizzi a curvatura biomedica, pronti a formare i medici di domani. Ad illustrarci il progetto, la referente degli istituti e docente Stella Pizzuti, intervenuta per noi all’Eco in Diretta, il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse.
«Il Polo Liceale – afferma Pizzuti - è costituito da quattro indirizzi (Scientifico, Classico, Artistico e Linguistico) e il potenziamento a curvatura biomedica è riservato, per statuto ministeriale, ai soli licei classici e scientifici. Il percorso è iniziato qualche anno fa ed è stata necessaria una preparazione lunga, difficile e articolata. Per fortuna il Dirigente, Franco Pistoia, ci ha creduto fermamente e tutti gli altri lo hanno condiviso».
Ma di cosa si tratta? Il liceo con curvatura di biologia biomedica è un percorso di potenziamento-orientamento che i ragazzi intraprendono dal terzo anno scolastico in poi. Il progetto prevede 150 ore complessive extracurriculari (50 annuali), ed è così suddiviso: 60 ore tenute dai docenti di scienze dell'Istituto; 60 ore tenute da esperti medici individuati dall’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri; 30 ore svolte presso studi medici, ambulatori e laboratori individuati dall’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri in modalità di Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e orientamento).
«Noi – prosegue - ci siamo preparati con convenzioni molto importanti, una su tutte quella con l’Unical (Dibest). Sicuramente il Liceo a curvatura biomedica prevede un protocollo d’intesa con l’Ordine dei Medici e per noi la referente è la dottoressa Mina Madeo».
Come si accederà all’indirizzo? «I ragazzi che decideranno di intraprendere questo percorso dovranno rispondere ad alcuni criteri che detterà l’istituto. Nel nostro caso vengono scelti gli alunni che avranno il voto in Scienze più alto e la media più alta. Infatti, chi vorrà accedere al triennio sopracitato dovrà prepararsi nei due anni di biennio precedenti. Perché questa scelta? Il dirigente ha opportunamente sottolineato che le valutazioni finali possono variare da docente a docente, e tener conto del singolo voto avrebbe potuto creare disparità fra le classi. In questo modo, invece, si può valutare il singolo studente con trasparenza e con maggior equità».
Accedere ai corsi di medicina, si sa, è piuttosto complicato. Quanto aiuterà questo percorso nella preparazione ai test di accesso? «Il corso ha come finalità principale l’orientamento. L’impegno necessario per seguire i corsi aggiuntivi farà comprendere ai ragazzi se la scelta intrapresa è quella giusta. Ha una doppia valenza, in positivo e in negativo. Qualora uno studente dovesse accorgersi che quella non è la sua strada ha tutto il tempo per cambiare idea. Dai programmi e dai test che vengono sottoposti posso confermare che è un percorso valido e impegnativo».
Considerando la coesistenza di tanti indirizzi, di che spazi necessita un tale progetto? «Noi abbiamo la fortuna di avere un dirigente che è un uomo di scuola che conosce la scuola, per cui comprende le esigenze che vengono dalle sfide che il mondo dell’istruzione presenta. In più siamo destinatari di importanti finanziamenti sia riguardanti i Pon che il Pnrr grazie ai quali potenzieremo l’offerta di laboratori sia per lo Scientifico che per il Classico».
E prosegue: «Ripeto spesso che la politica non deve entrare nella scuola ma la scuola deve entrare nella politica. Questo perché quando si dice “facciamo rete” o “lavoriamo in sinergia” dobbiamo capire cosa si intende. Significa che tutti dobbiamo lavorare affinché il territorio cresca, dando la possibilità ai ragazzi che vivono qui di realizzarsi. È chiaro che ci sono delle esigenze che la scuola ha, soprattutto perché siamo una scuola in crescita che necessita di spazi. Mi aspetto che chi deve decidere, decida».
La politica locale si è spesa molto per questo progetto. «L’attivazione della curvatura – spiega Pizzuti - avviene a livello regionale, gli istituti superiori sono appannaggio della Provincia mentre quelli di grado inferiore del Comune. Capita però che gli enti locali si trovino difronte alla necessità di dialogare, penso che questo si possa fare tranquillamente se c’è il desiderio di crescita».
Un ritorno ai licei quindi: «I nostri licei mettono davvero al centro l’alunno, e lo dico con convinzione. Sono percorsi seri che cerchiamo di affrontare nella maniera più scrupolosa possibile anche perché è impensabile raggiungere buoni risultati senza impegno. Gli stimoli a cui sono sottoposti ragazzi ci fanno pensare a scelte inconsapevoli da parte loro, ma non è così. I ragazzi scelgono con criterio e siamo convinti che le competenze – che tanto reclama il mondo del lavoro – possano esserci solo se c’è una buona conoscenza».