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Medaglia d’oro per la attività di telecardiologia dell'Asp di Cosenza

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CORIGLIANO - ROSSANO - La Rivoluzione Cardiologica presentata dall’Asp di Cosenza vince e convince al congresso della Società Italiana di Telemedicina tenutosi a Bologna nei giorni scorsi. Il progetto, intitolato La rivoluzione della telecardiologia: la gestione dell'emergenza cardiologica all'interno della rete ospedaliera territoriale. Risultati di attività di otto anni a cura di Giovanni Bisignani, Silvana De Bonis e Antonio Capristo, ha sbaragliato la concorrenza di tutta Italia affermandosi come disegno vincente e rivoluzionario che fa della messa in rete dei dati il punto di forza di una visione integrata e digitale della Sanità.

«L’intenzione è quella di muovere le informazioni e non i pazienti – spiega il dottor Giovanni Bisignani, coautore dello studio -. In sostanza attraverso la telecardiologia non solo si abbattono drasticamente i tempi della diagnostica, ma la persona che si trova nello stato di emergenza, - grazie ad una lettura immediata dell'elettrocardiogramma da remoto -, può essere subito portata in ambulanza nella struttura più idonea a curare il problema e non la struttura più vicina».

In tal modo il paziente non rischia di essere trasferito da uno spoke ad un altro ma fa il suo accesso direttamente nel punto più adatto dove curarsi. E, come ricorda lo stesso Bisignani, «in un territorio bagnato da due mari dove solo il 9% e in pianura mentre tutto il resto è montagna», questo è un progresso non da poco.

E se oggi si fa un gran parlare di telemedicina, settore che ha fatto capire ancor di più la sua importanza in seguito alla pandemia, all’Asp di Cosenza è da più di otto anni che si lavora per mettere in condivisione i dati e creare una rete nella sanità territoriale.

Si gode il presente ma con lo sguardo puntato al futuro e la consapevolezza che ancora tanto si può e si deve fare il commissario Antonello Graziano: «Il premio ci inorgoglisce, ma ci ricorda che la la telecardiologia della nostra ASP deve continuare ad essere un modello virtuoso da imitare e da esportare nell’ambito della telemedicina. Questo premio consolida la volontà di questa ASP e quella del Presidente Occhiuto di procedere nel cammino intrapreso verso una innovazione tecnologica e digitale che avvicini i servizi al cittadino. Il Presidente Occhiuto vuole una sanità di qualità e di prossimità e le nostre azioni andranno in questa direzione sfruttando le competenze della nostra ASP ed investendo sempre più in quelle tecnologie, anche digitali, che serviranno a raggiungere lo scopo. Questo premio, sancisce in modo inconfutabile la validità del sistema della nostra telecardiologia, ma pone la nostra ASP come frontiera altrettanto avanzata di trasformazione digitale dell’assistenza sanitaria. Ricordo, a questo proposito, che la nostra telecardiologia di recente è stata anche studiata in Giappone come modello di best practice. Restando in tema - continua il dr Graziano - comunico che il sistema di telecardiologia sarà a breve ampliato e diventerà sempre più telecardiologia innovativa e di prossimità e che andrà ad integrarsi agli altri sistemi digitali. Questo riconoscimento, frutto di progettualità innovative, è da tempo pratica clinica e questo ci inorgoglisce ancora di più, perché mentre altri parlano di ciò che con la telemedicina si potrebbe fare, noi lo facciamo giornalmente e da tempo. Il mio grazie va a tutti gli operatori che hanno realizzato questo sistema innovativo e che con passione e dedizione lavorano per soddisfare i bisogni di salute della nostra popolazione».

Continua il periodo d’oro per la nostra cardiologia, che dopo il congresso nazionale “Cardio CoRo” in cui ha mostrato tutti i progressi terapeutici e diagnostici raggiunti finora, adesso porta a casa il primo premio consegnato dalla SIT.

«Soddisfazione enorme per un lavoro di squadra che dura da anni» ha commentato la dottoressa De Bonis. «E’importante far sapere che oltre alle difficoltà e ai disservizi esistono anche le eccellenze. E la nostra cardiologia, ancora più forte grazie all’ausilio della telemedicina, è una di queste. I nostri cittadini devono sapere di potersi curare anche sul territorio e di non dover sempre essere costretti ad alimentare il turismo sanitario».

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare