1 minuto fa:8 Maggio, a Cariati la giornata mondiale della Croce Rossa
4 ore fa:Ecco i vincitori della tappa di Corigliano-Rossano della Carpigiani Challenge
4 ore fa:L'Arcidiocesi di Rossano Cariati si prepara alle Settimane sociali dei cattolici in Italia
31 minuti fa:Veloce fronte perturbato in arrivo sulla Sibaritide. Piogge intense a tratti ma la siccità continua
3 ore fa:Consiglio Provinciale, adottato lo schema di Rendiconto della Gestione 2023
2 ore fa:Ancri Cosenza consegna le bandiere dell'Italia e dell'Ue alla scuola "Da Vinci" di Rossano
1 ora fa:Grande trionfo per la prima edizione del Concorso Musicale Internazionale "Premio Harmonika"
2 ore fa:Sibari-Roseto, si apre il varco in una nuova galleria: verso l'apertura del corridoio Adriatico-Jonio
2 ore fa: Tutto pronto per la Prima edizione di “Corri per Cariati insieme a noi!”
1 ora fa:Voto di scambio a Co-Ro, Rapani scrive al Prefetto e al Procuratore di Castrovillari

Un territorio che frana per omissioni e inadempienze: cittadini sul piede di guerra

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Passata la piena e usciti illesi dall’ultimo nubifragio che ha colpito il versante jonico nord orientale della Calabria il 30 novembre scorso, restano la rabbia e i disagi per i cittadini. Tanta rabbia nei confronti di chi sapeva, doveva intervenire e non lo ha fatto. Su tutti, gli organi di competenza regionale e da qui, via via, tutti gli enti intermedi fino ad arrivare al comune.

«Siamo incazzati neri» dicono alcuni cittadini residenti nelle aree montane di Corigliano-Rossano: dalla Valle del Colognati per finire a quella del Celadi dove l’acqua ha portato via tutto. E si sapeva da anni che prima o poi la natura avrebbe continuato a fare il suo corso. E qui non parliamo di abusivismo imperante. Non c’è un “caso Ischia”. Qui emerge la totale latitanza delle istituzioni e scelte capestri fatte negli anni. Come quella di eliminare reparti di presidio come gli operai forestali o relegare la sorveglianza idraulica ad un semplice report periodico (senza alcun tipo di azione consequenziale) senza un’azione concreta di salvaguardia e tutela del territorio.

Danni alluvionali nella Valle del Celadi

Tutto questo, creando veri e propri mostri di inadempienze o di interventi sballati. Come quelli che all’abbisogno (e nemmeno sempre) vengono fatti nei torrenti e nelle fiumare per ripulirle dai sedimenti nelle aree a valle. A cosa serve pulire alla foce se poi alla sorgente, nei luoghi interessati dalle frane e dal perdurante rischio di degradamento idrogeologico non viene fatta alcuna manutenzione di sicurezza da rischio idrogeologico? Non serve praticamente a nulla. Serve solo a spendere, anzi a buttare soldi pubblici per interventi che durano dall’una altra pioggia. Questo sempre quando le operazioni di bonifica vengono effettuate. Perché, poi, ci sono casi emblematici come il Grammisato che non vede un operai di Calabria verde o del Consorzio di bonifica probabilmente da quando è stata eliminata la figura dell’operaio forestale.

Valle del Colognati - opere idrauliche danneggiate da 10 anni

Ma torniamo alla Valle del Colognati, dove due giorni fa la pioggia ha creato tantissimi danni e messo a soqquadro l’intero assetto del territorio. Sono posti lontani dagli occhi indiscreti della società, luoghi che non fanno notizia. Ma proprio lì vivono decine di famiglie di Corigliano-Rossano che stanno attraversando un momento di grandissimo disagio. Alcune di loro sono ancora isolate per via delle strade che sono state praticamente cancellate dall’acqua e dal fango e dalle montagne che sono venute giù tra frane e valanghe di detriti. Ed è lì che sta montando la rabbia dei cittadini che già nel 2019 avevano scritto all’allora commissario prefettizio di Co-Ro, all’allora prefetto di Cosenza, al dipartimento del settore idrico e all’autorità di distretto idrografico della Regione Calabria, e poi ancora alla Protezione civile, a Calabria verde e pure al Consorzio di bonifica dello Jonio settentrionale per segnalare «l’elevato rischio idraulico che grava su abitazioni residenziali e fondi rustici… che ha già comportato il danneggiamento a valle di opere idrauliche, ha determinato il sovralluvionamento di un lungo tratto del corso d’acqua (il Colognati, ndr) ed il danneggiamento dell’unica strada comunale d’accesso». Tutti sapevamo, nessuno ha fatto nulla. E l’allarme concreto lanciato dai residenti e agricoltori di quell’area, non solo è rimasta lettera morta sui tavoli dei vari enti ma si è tramutato in realtà due giorni fa. Le immagini parlano da sole.

Stessa, medesima circostanza per la valle del Celadi. Qui addirittura interi tratti della strada comunale che costeggia il torrente sono stati inghiottiti dall’acqua, le briglie di contenimento prive di manutenzione da quasi un secolo hanno ceduto e il terreno sottostante ha ormai la sostanza di un formaggio spalmabile.

Certo, oggi i cittadini non si fermeranno qui. C’è già chi è pronto a segnalare agli organi giudiziari competenti le omissioni e le inadempienze di questi anni. Perché un territorio fragile non può essere lasciato all’abbandono.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.