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Sanità, il modello Graziano diventa grimaldello per la proroga del Decreto Calabria

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ROMA – C’è un cambio di passo nella sanità calabrese rispetto a quello che è stato il “sistema regionale”, alimentato da sperperi e condizionato da una gestione quasi banditesca del diritto alla salute. L’apice di questa megagalattica confusione, forse anche voluta e forzata, è stato toccato durante l’emergenza pandemica, quando sono venuti fuori tutti i paradossi, le omissioni, le criminali gestioni del sistema sanitario regionale. Le cose dovevano cambiare. Non fosse altro per un rispetto morale ed etico nei confronti, innanzitutto, dei calabresi – sempre chiamati impropriamente in causa come concorrenti ai mali del più importante tra i servizi al cittadino – e poi nei confronti dell’Italia che, proprio attraverso il Decreto Calabria, è venuta in soccorso al capezzale della sanità calabra.

Eppure, anche con quella misura straordinaria si stavano commettendo errori grossolani. Tutti ricordiamo la figuraccia fatta, a livello nazionale, dall’allora  commissario straordinario alla Sanità, Cotticelli, messo lì dallo Stato per ripristinare equilibri, prestazioni e bilanci ma con l’effetto deflagrante della disorganizzazione totale. È un’altra storia.

Oggi, dicevamo, le cose – sotto la guida del nuovo commissario Roberto Occhiuto –sembrano cambiate. Quantomeno nelle premesse e con i primi provvedimenti messi a terra. Un processo di necessario, costretto e indifferibile che chiede, però, di essere sostenuto. E ieri proprio il governo ha dato l’ok per una proroga di altri sei mesi al Decreto Calabria, varato dall’allora esecutivo Conte, con lo scopo di fornire il sistema sanitario regionale di un assetto manageriale più snello nelle decisione, di strumenti di gestione e risorse straordinarie.

A perorare Roma la buona pratica del Decreto Calabria sotto la guida Occhiuto ci ha pensato un altro Occhiuto, Mario, neo senatore di Forza Italia e fratello del governatore/commissario. Che per convincere il più alto emiciclo parlamentare sulla opportunità di prorogare la misura ha usato, tra gli altri, il grimaldello della buona gestione dell’Asp di Cosenza, passata – proprio sotto l’ultima era commissariale – da cenerentola a principessa della sanità calabrese.

«Finalmente, da quasi un anno, - ha detto Mario Occhiuto in aula - stiamo assistendo a un percorso virtuoso e ad un'inversione di tendenza che stanno portando ad una più efficace erogazione dei livelli essenziali di assistenza, alla umanizzazione dei servizi sanitari, all'acquisto di nuove tecnologie e soprattutto ad un utilizzo più appropriato e più funzionale delle risorse, con ricadute altamente positive anche sul campo occupazionale, a seguito di un'operazione unica per certi versi che ha visto lo sblocco di procedure concorsuali ferme da anni e l'immissione nel servizio sanitario regionale di centinaia di operatori fra medici, infermieri, tecnici, operatori sociosanitari ed amministrativi».

A questo punto del discorso Occhiuto mette nell’occhiello del suo discorso la gestione del commissario Antonello Graziano alla guida dell’Azienda sanitaria di Cosenza. «Porto come esempio un'azienda in particolare, l'ASP di Cosenza, che fino a qualche tempo fa doveva essere commissariata perché da molti anni non approvava neanche i bilanci, ed è oggi diretta dal commissario Graziano. Il cambio di passo è in questo caso molto evidente, visti i risultati eccezionali raggiunti: assunzioni del personale di circa 500 unità fra tempo determinato e indeterminato, approvazione del bilancio di previsione 2023, dopo anni nei quali il bilancio non si approvava, predisposto in termini di legge, la stesura di un piano di investimenti corposo per il triennio 2023-2025, frutto di un'oculata gestione del settore economico finanziario e soprattutto di una profonda revisione e razionalizzazione dei costi».

Un focus importante perché è da queste scelte, proprio dalle scelte di Antonello Graziano e di Roberto Occhiuto, che è partito un nuovo percorso per la sanità nel territorio provinciale di Cosenza. Quello stesso territorio che nell’ultimo decennio ha subito la chiusura di 7 ospedali e che ha un’area, quella jonica, su cui la sanità gira solo ed esclusivamente sulle spalle del servizio pubblico. Continuare a mettere a terra tutte le buone premesse, dalla riapertura degli ospedali chiusi (Cariati e Trebisacce su tutti), rifunzionalizzare gli ospedali esistenti (si pensi allo spoke di Corigliano-Rossano), aprire il nuovo ospedale della Sibaritide e, più in generale, rendere più umano l’accesso ai servizi da parte degli utenti, sarebbe un miracolo.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.