Nuovo ospedale, lo scheletrato è finito: ora sarà necessario capire le prospettive del polo sanitario
Siamo ritornati sui cantieri di Insiti dove i lavori strutturali del nuovo ospedale proseguono spediti. Il project manager Petrone: «Siamo al 91% dell’opera». Ma il nodo cruciale restano servizi e sottoservizi: non ne parla più nessuno

CORIGLIANO-ROSSANO – Lo scheletrato del nuovo ospedale è praticamente finito. I lavori sono ad uno stadio avanzatissimo ed entro la prima decade del nuovo anno la “massa ossea” della nuova struttura dovrebbe essere pronta. Noi siamo ritornati sui cantieri di Insiti e ad accoglierci, come sempre, c’era il project manager della società concessionaria dell’opera, la Angelo D’Agostino srl, Domenico Petrone (sarà ospite della prossima puntata dell’Eco in Diretta di mercoledì 21 dicembre 2022).
«Siamo al 91% dell’opera infrastrutturale» ci conferma il giovane ingegnere, originario di Corigliano, oggi a capo di uno dei più grandi, importanti e strategici cantieri della Calabria. «In poco meno di un anno e mezzo – precisa – abbiamo messo sù l’intero scheletrato dell’opera che ora è pronto per i lavori di chiusura, impiantistica e serramentistici.
Insomma, da gennaio smonteranno i carpentieri e all’interno degli oltre 35mila metri quadrati di località Insiti dovrebbero entrare tutte le squadre di lavoratori specializzati nell’idraulica, il cablaggio, le murature divisorie e quant’altro servirà a rendere attiva e funzionale la struttura.
«Ad oggi – spiega il project manager - abbiamo di fatto terminato la posa di tutte le colonne e dei solai disposti sui 5 piani sfalsati di cui si compone l’intero edificio del nuovo ospedale. Manca solo parte della copertura finale che contiamo di completare entro la prima metà di gennaio 2023 rimanendo in perfetta linea con il cronoprogramma».
E per fare questo il grande cantiere del nuovo ospedale non si fermerà nemmeno durante le feste. «A parte i giorni rossi – precisa Petrone – di Natale, Santo Stefano e Capodanno, gli operai lavoreranno anche nel giorno delle due vigilie. Abbiamo necessità di finire e di rimanere al passo con i tempi. Lo abbiamo fatto in questi ultimi 15 mesi, da quando dirigo il cantiere, nonostante l’intoppo di alcune varianti strutturali che avrebbero potuto dilatare considerevolmente i tempi, ovviamente non ci tiriamo indietro nemmeno ora».
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Insomma, il “grosso” dell’opera è lì, è fatta. Ora occorre capirne le prospettive e soprattutto il suo futuro funzionamento. Atteso che, ad oggi, dopo che nei mesi scorsi avevamo lanciato l’allarme sul possibile “insabbiamento” della pratica nuovo ospedale a causa della mancanza di tutta la rete di servizi e sottoservizi che ad oggi ancora mancano attorno al costruendo presidio.
Al nostro allarme seguirono tante rassicurazioni e addirittura registrammo la posizione di chi, di fatto, minimizzò il problema. Sarà, ma da allora ad oggi ancora non si è mosso nulla per far sì che il nascente ospedale della Sibaritide venga fornito delle utenze idriche, di un sistema fognante, del metano, della rete e della linea elettrica a media tensione.
«Preoccupazioni inutili» - come ribatté qualcuno? Noi e i cittadini di Corigliano-Rossano e della Sibaritide speriamo proprio di sì. E per avere un primo riscontro di verità non bisognerà aspettare nemmeno troppo tempo: solo la fine di questo primo step, a metà gennaio.
Quella struttura è a un bivio: diventare un ecomostro oppure rappresentare la svolta dei servizi sanitari nella Calabria del nord-est