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Nella Sibaritide 5mila percettori di reddito di cittadinanza. Ma ora anche chi non si forma lo perderà

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CORIGLIANO-ROSSANO - Trentacinque milioni di euro a disposizione della Calabria per fare "Gol" nelle politiche attive del lavoro. Dal 2019 ad oggi il reddito di cittadinanza ha senza dubbio aiutato le fasce più deboli a sbarcare il lunario, ma sfidiamo ad essere smentiti sul fatto che praticamente nessuno, con l’aiuto dei famosi navigator dei centri dell’impiego che avrebbero dovuto assistere i percettori nel cercare un’occupazione, ha trovato lavoro.

Ecco allora che il programma garanzia occupabilità dei lavoratori, GOL appunto,  intende sparigliare le carte e rendere davvero funzionale un provvedimento che fino ad oggi è stato visto più come una politica da divano che come politica attiva del lavoro. In sostanza reddito di cittadinanza e corsi riqualificanti e professionalizzanti dovranno andare a braccetto. Chi non si forma è perduto. E perso sarebbe anche il reddito. Il programma prevede percorsi di accompagnamento al lavoro, di aggiornamento e sentieri in rete con gli altri servizi territoriali (sociali, socio-sanitari, di conciliazione, educativi) nel caso di bisogni complessi, quali quelli di persone con disabilità o con fragilità.

D’altronde, concentrandoci strettamente sul nostro territorio, le cifre dei percettori del reddito sono esorbitanti. Nella Sibaritide usufruiscono di questo strumento al contrasto della povertà 4988 cittadini, praticamente un numero pari quasi a tutti gli abitanti di Villapiana.

Come è facile immaginare, considerando il numero di residenti, il Comune con la maggiore quantità di percettori di reddito è Corigliano Rossano, che fa registrare - secondo i dati Inps - 2350 beneficiari su quasi 74mila abitanti. La terza città della Calabria riporta comunque numeri inferiori rispetto alla vicina Cosenza che, su 63 mila e 500 abitanti, totalizza 2828 percettori di reddito. Segue Castrovillari con 877 percettori su oltre 20mila abitanti e Cassano allo Jonio con 645 beneficiari su una popolazione di 16mila e 645 abitanti.

Ma al di là dei testa a testa e dei Comuni dove chi più chi meno si appoggia su questo paracadute sociale, il dato evidente è che praticamente nessuno, nel frattempo, ha trovato lavoro. Questo nuovo programma di formazione, praticamente obbligatoria per chi volesse continuare ad usufruire del reddito, permetterebbe al cittadino di avere una qualificazione tale da poter reinserirsi nuovamente nel mondo lavorativo. Altro fumo negli occhi? Pare di no. L’esempio virtuoso arriva proprio dal Comune di Corigliano Rossano, dove è stato assunto un ragazzo fresco di corso di formazione Dote-Lavoro.

Se si dovesse dimostrare vincente questa correlazione obbligatoria fra formazione professionale e percezione del reddito, viene da dire peccato non averci pensato e investito prima. Salta all’occhio anche un altro dato. Nella Sibaritide le figure professionali più difficili da reperire sono gli artigiani e gli operai specializzati nelle installazioni e manutenzioni elettriche-elettroniche e i meccanici artigianali, montatori e manutentori di macchine fisse e mobili. Corsi di riqualificazione ad hoc proprio in questi campi consentirebbero di creare forza lavoro che possa rispondere alle esigenze del Mercato e trovare dunque più facilmente occupazione.

Intanto il Governo sta valutando un’ulteriore stretta al reddito di cittadinanza: ridurre di un altro mese, da otto a sette, l’erogazione del sussidio ai beneficiari occupabili. E allora sì che questi corsi di formazione potrebbero essere l’unico mezzo per non dipendere più da una «paghetta» statale ma per essere immessi, o reimmessi, nel mondo del lavoro. L’unico capace di dare dignità e stimoli all’individuo.

COMUNE

PERCETTORI RdC

RESIDENTI

Cariati

359

7387

Cassano allo Jonio

645

16645

Castrovillari

877

20776

Corigliano-Rossano

2350

77861

Crosia

202

9671

Trebisacce

377

8593

Villapiana

178

5423

*Dati Inps

 

 

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare