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La storica Casamatta del lungomare di Mirto non c'è più... l'ha portata via il mare

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CROSIA MIRTO - Uno degli ultimi residuati bellici che ricordano il "passaggio" di uno dei momenti più terribili del secolo scorso, non c'è più. La casamatta o la "cupola" - come la chiamano a Crosia Mirto - è stata distrutta e portata via dal mare. Già da tempo il piccolo fortilizio militare, che era stato realizzato in quello che oggi è il sito di interesse comunitario di Macchia della bura, in occasione della seconda guerra mondiale, come postazione anti-aerea e come presidio contro le incursioni dal mare, era "sotto attacco" del tempo, delle intemperie e del mare. 

Non trattandosi di patrimoni architettonici tutelati e protetti ma affidati solo alla cura e alla buona volontà dei cittadini, nessuno se n'è mai curato. Particolare la forma, circolare e quelle fondazioni realizzate in pietra a secco, che negli ultimi tempi erano venute fuori proprio a causa dell'erosione costiera. E poi la copertura in cemento e calce a forma rotonda, di cupola appunto, proprio per confondersi con la sabbia e soprattutto per non creare ombre a terra in modo da eludere le vedette aeree. Ieri il mare, spinto dal forte vento di Grecale, ha scritto l'ultimo capitolo della storia, quasi centenaria, di quella casamatta. 

Ma la "caduta" dell'ultima casamatta riapre un altro problema, probabilmente più grave: quello dell'erosione costiera. L'amministrazione comunale di Crosia, guidata dal sindaco Russo, è da tempo che ha avviato - grazie anche ad un piano di investimenti straordinario - un Piano di ripascimento e tutela della costa. Circa quindici anni fa le prime scogliere artificiali in mare a Centofontane per arginare la forza del mare. A breve, invece, dovrebbe realizzarsi anche l'altro progetto di pennellatura e ripascimento nella zona di Pantano, nella costa a nord. 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.