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Violenza di genere, l'allarme nella Sibaritide: «Siamo tutte potenziali vittime»

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CORIGLIANO-ROSSANO - Tra pochi giorni ricorrerà la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, un fenomeno che sembra non arrestarsi e che è il frutto di una mentalità patriarcale e maschilista difficile da sradicare.

Abbiamo deciso di parlane con la psicologa del centro antiviolenza “Fabiana Luzzi” e presidente di “Mondiversi”, Sonia Leonino, ospite stasera dell'Eco in Diretta il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse.

Il centro antiviolenza e la casa rifugio sorti in questi anni, rappresentano un punto di riferimento per le donne del nostro territorio che decidono di denunciare. «Lo spirito che ci anima – afferma Leonino- è quello di voler essere un aiuto concerto per tante donne. Queste strutture nascono dalla presa di coscienza che tutte possiamo diventare vittime di violenza. Era un progetto che volevamo realizzare da tempo ma la morte di Fabiana Luzzi ci ha messo di fronte all’estrema prossimità di questi eventi. C’era davvero bisogno di un luogo in cui le donne potessero sentirsi accolte e ascoltate».

Ad accogliere quante decidono di chiedere aiuto, altre donne. Secondo la legge, infatti, il personale d’accoglienze deve essere interamente al femminile. In più, da circa un anno, l’Italia ha dottato una normativa più stringente, a sostegno di quanti denunciano: il codice rosso.

«Il codice rosso – ci conferma la presidente - ha davvero regole più ferree e pene più severe. Quello che posso dire, rispetto ai cambiamenti generati dalla norma, è che le donne si sentono maggiormente tutelate. In alcuni casi si interviene davvero con più tempestività, in altri, purtroppo, meno. Sicuramente il numero di denunce è in aumento».

Un'altra delle questioni relative alla violenza di genere riguarda pregiudizi e luoghi comuni che interessano sia le vittime che i carnefici. Secondo le stime il fenomeno è trasversale e interessa donne di qualunque età, estrazione sociale e provenienza. È necessario, pertanto, che si vada oltre le storture mediatiche.

«Il pregiudizio – sottolinea Leonino - secondo cui siano gli stranieri a infliggere maggiori violenze o che le vittime provengano maggiormente da contesti svantaggiati è assolutamente infondato e falso. Noi seguiamo 22 donne (attualmente) e 13 sono italiane, alcune addirittura compagne o figlie di professionisti. Non dimentichiamoci che i maltrattamenti avvengono in prevalenza nell’ambito familiare. Insomma, nulla a che vedere con la provenienza o con l’estrazione sociale».

Siamo passati, poi, al tema riservatezza. Il rispetto della privacy è un aspetto importante in questi contesti ma sappiamo anche che il reintegro è possibile solo se esiste una rete di accoglienza che funziona.

«La questione privacy – ha precisato - è importante perché le donne che si rivolgono a noi si sentono credute, accolte e soprattutto non giudicate. Per quanto riguarda la rete stiamo cercando di lavorarci; abbiamo di recente incontrato le forze dell’ordine ma è necessaria la collaborazione di tutti gli attori: sanità, associazioni, volontari… e la cosa fondamentale è che ciascuno cooperi sapendo come intervenire e quale linea seguire. Ci stiamo lavorando comunque, ma siamo ancora in fase embrionale».

Infine un messaggio a tutti i ragazzi e le ragazze delle scuole: «ciò che sento di dire ai giovani è che tutto parte dal rispetto degli altri. Il campanello d’allarme a cui devono prestare attenzione è la violazione o limitazione della libertà personale. Molti ragazzi sanno riconoscere i segnali dall’esterno (se il problema riguarda un amico o un’amica), anche grazie alle campagne di informazione, ma non dobbiamo dimenticare che chi subisce non sempre è in grado di guardare con lucidità gli eventi. Per questo è necessario fare formazione così che ci si possa rendere conto subito di comportamenti violenti».

La violenza sulle donne si esplica in diversi modi: può essere psicologica, economica, fisica, sessuale. Impariamo a riconoscerla e a combatterla; serviamoci di queste ricorrenze per calamitare l’attenzione di tutti su questo tema perché abbiamo ancora molta strada da fare.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.