La visita di Sgarbi a Sibari e l'occasione persa per lanciare un grido d'allarme sulla chiesa di San Marco
Giuseppe Zumpano muove la polemica contro il sindaco di Co-Ro, Flavio Stasi («inconcepibile la sua assenza alla visita del sottosegretario»), e risolleva la questione identitaria: «Quel monumento rischia di sparire per l'incuria istituzionale»
Ho appreso dalla stampa di città che nei giorni scorsi il Sottosegretario alla Cultura, l'illustre dottor Vittorio Sgarbi, è venuto in visita, di certo per motivi istituzionali e, quindi, in veste ufficiale, al Museo Archeologico della Sibaritide, incontrandone il Direttore, i sindaci di Cassano allo Jonio e di Paludi, nonché altre personalità, tra cui un ex sindaco di Rossano, e i cronisti locali.
Era assente il sindaco di Corigliano-Rossano, il Comune più importante della Piana, senza che la cosa fosse stata rilevata, quantomeno per spiegarne la ragione: se trattavasi di sgarbo istituzionale per mancato invito o di volontaria e ostentata noncuranza nei confronti dell'illustre visitatore o di altro motivo.
Nella prima ipotesi, la responsabilità ricadrebbe per intero sull'organizzatore dell'evento e dell'autorità ospitante. In questo caso l'escluso, comunque, non potrebbe addebitare a ciò l'omessa sua partecipazione, perché ne doveva essere a conoscenza (ed essere presente) per il semplice fatto che numerosi erano i partecipanti all'incontro, tra i quali anche i media.
Nella seconda ipotesi, non è assolutamente consentito a un sindaco, nella fattispecie la figura pubblica e istituzionale del comune più grande del territorio, snobbare la visita di un alto rappresentante del Governo, gerarchicamente suo superiore (se ciò dovesse addebitarsi a un suo censurabilissimo atteggiamento di altezzosa superbia), oltretutto in una occasione che era propizia per accattivarsi favore e fiducia della personalità in questione al fine di trarne sia vantaggio d'immagine che sicura utilità concreta nell'interesse della città amministrata.
Gli assenti o chi si esclude ha sempre torto. Mi spiego meglio.
Meno di due mesi fa, nel «Manifesto per una nuova Ellenizzazione», da me pubblicato, denunziavo, tra l'altro, l'abbandono in cui versa il più importante monumento storico della città, la basilica bizantina di San Marco, del IX/X secolo, il cui muro di cinta e campanile a vela, più di tre anni addietro, sono crollati a seguito di nubifragio, senza che ad oggi siano stati riparati i danni e col serio pericolo di crollo della storica architettura medievale.
L'occasione della presenza in loco del Sottosegretario alla Cultura, oltretutto esperto di fama internazionale di beni artistici e monumentali, era più che propizia per formalmente investirlo del grave problema e scongiurare il rischio di perdita del gioiello identitario e significativo più importante dell'arte bizantina meridionale, e assicurarsi l'impegno del Governo di provvedere al recupero urgente della integrità del monumento.
Anche se non prevista, questa appendice alla visita del territorio certamente sarebbe stata un consentito e giustificato "blitz" che non violava il cerimoniale dello Stato e non poteva essere considerata, cosi come avvenuto per altro propagandato estemporaneo diversivo, una non consentita infrazione al protocollo di cui al Dpcm del 16 aprile 2008.
In ogni caso, la "deviazione", per motivi istituzionali, per San Marco poteva senza problemi terminare con una piacevole sosta gastronomica nel ristorante, sito nelle immediate adiacenze del Tempio, molto noto e apprezzato per la sua cucina tradizionale fatta di cibi genuini e vini e prodotti nel territorio che nulla hanno a che vedere con le presunte raffinatezze, oggi tanto di moda, a base di prodotti acquistati per la maggior parte nei supermercati alimentari, magari guarniti con creme colorate e dolciastre, che fanno la gioia dei novelli "gourmand" dal palato non abituato alle sane pietanze di una volta.
Questo mio appunto non vuole essere una staffilata alla schiena di nessuno, ma un semplice invito a chi ricopre una carica pubblica a non trascurare ogni occasione (qui mancata) per curare gli interessi della collettività.
E tuttavia: il mio sincero saluto.
Giuseppe Zumpano