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Tumore al seno: allo Scientifico di Rossano incontro sulla prevenzione targato Fidapa

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CORIGLIANO-ROSSANO - Presso l’Auditorium del liceo scientifico di Rossano è stata protagonista la salute delle donne. Ad aprire i lavori il dirigente scolastico, Antonio Pistoia: «È un piacere e un dovere mettere a disposizione gli spazi della scuola per un’iniziativa così lodevole e che conta sulla presenza di professionisti competenti e stimati». Quindi si è entrati subito nel vivo. Si è discusso di prevenzione contro il tumore al seno, di nuove sfide e obiettivi sempre più vicini grazie a macchinari all’avanguardia frutto di una tecnologia più affinata e avveniristica. Basti pensare che ci sono strumenti in grado di scovare neoplasie piccole 3 millimetri.

Organizzato dalla Fidapa, Federazione italiana donne arti professioni e affari, l’incontro ha voluto puntare i riflettori su una malattia che nel 2021 ha visto colpite 55 mila donne e che è destinata a crescere nei prossimi anni. «Non se ne parla mai abbastanza – è intervenuta la presidente Fidapa di Rossano, Stefania Rossi, - così abbiamo deciso di organizzare questo appuntamento con gli specialisti del settore. Sensibilizzare e far conoscere il problema sono i primi passi per vincere una battaglia che riguarda tutte noi».

Contro il cancro al seno - come del resto per molti tumori - l’arma più efficace è il tempo. La salute passa principalmente dalla prevenzione, in tal senso visite e screening sono il primo passo per sconfiggere questo mostro. «Il nostro territorio – ha illustrato il dott Pietro Giorgio Costa, specialista in senologia - rispetto al resto del Paese risulta meno colpito, questo grazie ad una migliore qualità dell’aria e ad un’alimentazione più sana. C’è un ma: tale dato positivo trova il rovescio della medaglia nella carenza di macchinari all’avanguardia presso le nostre strutture».

Al centro del dibattito è stata posta anche l’alimentazione. Sebbene già nell’Ottocento il filosofo tedesco Feuerbach ripetesse come noi “siamo quello che mangiamo”, il concetto è difficile da digerire. Nonostante la nostra dieta Mediterranea sia la più imitata al mondo e sia stata eletta patrimonio Unesco, le nostre abitudini in tavola si stanno contaminando. «Gli studi dimostrano che il 40% delle neoplasie sono causate da un’alimentazione sbagliata – ha precisato la dottoressa Pasqualina Sprovieri, esperta in nutrizione -. Stiamo abbandonando la dieta mediterranea in favore del cosiddetto cibo spazzature figlio di una cultura più occidentale in cui regna il junk food, ossia cibo spazzatura. Nessuno dice che non possiamo toglierci qualche sfizio, che non possiamo mangiare dolci o cibi saporiti - rassicura -, ma questo non deve essere la regola. Affettati e preparazioni eccessivamente salate possono causare gravi danni su più livelli per il nostro organismo».

E la Scienza aggiunge nuove frecce alla sua faretra: «aumentano i casi di tumore alla mammella, ma al tempo stesso crescono anche le percentuali di guarigione. A 5 anni la percentuale è salita all’88%, dopo 10 anni si attesta all’80%». Sono un’iniezione di speranza le parole della dottoressa Marina Susi, Responsabile dell'Unità Semplice dipartimentale di Oncologia presso l'ospedale Madonna delle Grazie di Matera, anche lei intervenuta a questo appuntamento con e per le donne.

«Le nuove cure hanno segnato un cambio di passo e una rivoluzione del paradigma terapeutico. Conosciamo meglio la malattia, sappiamo come intervenire e adesso possiamo contare sugli anticorpi monoclonali e abbiamo l’opportunità di associare alla chemio la terapia biologica». Vista l’alta percentuale di guarigione bisogna pensare anche al post, e su questo tema è intervenuta il chirurgo plastico ricostruttivo Maria Sommario sottolineando quanto sia importante recuperare la propria femminilità e il benessere psicofisico attraverso interventi di ricostruzione.

Immancabili in sala le spillette con il nastro rosa simbolo universale scelto dall'Airc per la lotta contro il tumore al seno e acquistate in gran numero dalla Fidapa sezione di Rossano per contribuire alla Ricerca. Un mantra è risuonato nella sala dell’auditorium: donne, non trascuriamoci. Non pensiamo che non possa toccare a noi. Facciamo screening e prevenzione.

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare