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Amministrative Castrovillari 2026: Luca Donadio e la sfida civica per ricostruire identità e futuro

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CASTROVILLARI – Per la città di Castrovillari si apre una fase di possibili trasformazioni e Luca Donadio, avvocato e ora candidato alla guida della città per le Amministrative del 2026, immagina un orizzonte nuovo in cui la politica torni a essere un esercizio collettivo di responsabilità ma anche di nuove proposte. Il suo progetto politico – ha spiegato in un’intervista rilasciata all’Eco dello Jonio - è fatto di idee realizzabili, al di là degli slogan e della retorica elettorale, perché si presenta più come un metodo: un modo per ancorare l’aspirazione al cambiamento, alla concretezza delle soluzioni, sottraendo il dibattito alle sterili liturgie dei vecchi schieramenti partitici.

Donadio ha spiegato che la decisione di candidarsi nasce da un incoraggiamento coltivato nel tempo: «Un gruppo di persone e amici mi chiedeva da anni di provarci. Oggi, con entusiasmo, ho deciso di accettare la sfida». La scelta della lista civica, ha precisato, deriva da una critica diretta al sistema dei partiti: «Sono deboli, spesso mossi da logiche verticistiche e interessi che poco hanno a che fare con la politica sana e del bene collettivo. Centro-destra e centro-sinistra hanno smarrito le idee e, quando ne avanzano qualcuna, la difendono senza tener conto della complessità del reale».

Alla domanda su come sia possibile costruire un’identità collettiva, oltre gli steccati ideologici, in un contesto politico sempre più polarizzato, Donadio ha risposto con ottimismo e lucidità: «A livello locale è ancora possibile. Il bisogno di appartenenza è forte, e Castrovillari può recuperare la sua identità».

La scelta di una lista civica ha dunque una motivazione forte alle spalle, secondo Donadio i partiti hanno smarrito la capacità di leggere la realtà, prigionieri di logiche che ne indeboliscono sia la credibilità sia la capacità di generare idee nuove. Da qui la decisione di aprirsi ad un civismo inclusivo orientato all’ascolto. Perché per Donadio il cambiamento non si impone: si costruisce in un dialogo che include anche il dissenso, vero termometro sociale, e leva del cambiamento.

Ciò che Donadio rivendica è dunque un approccio pragmatico che presenti ai cittadini non solo ciò che si vuole realizzare, ma il percorso concreto attraverso cui farlo. I temi sono molteplici e intrecciati: il rilancio del turismo; la necessità di valorizzare l’agroalimentare, che costituisce uno dei presìdi più solidi del territorio; la riqualificazione del centro storico come operazione non solo urbanistica ma culturale; una riflessione complessa sulla sanità e sulla collocazione dell’ospedale. Tutto converge, nelle sue parole, verso un obiettivo preciso: restituire a Castrovillari la centralità che ha perduto nel corso degli anni.

E rispetto alle posizioni che assumeranno, di continuità o contrapposizione con l’amministrazione precedente, Civicamente - ha affermato Donadio - non si porrà in continuità “in senso stretto” (perché altrimenti non sarebbero un’alternativa), ma non si chiuderà alla collaborazione: «Non butteremo via ciò che è stato fatto. Vogliamo ascoltare, accogliere proposte e trasformarle in soluzioni».

Eppure Donadio non nasconde che l’entusiasmo diffuso, registrato in occasione della presentazione della sua candidatura, non è una costante in città, anzi è il problema principale da cui ripartire. E forse, proprio a partire da questa assenza, da questo vuoto emotivo prima ancora che politico, nasce la sua candidatura. «Siamo qui – afferma - per offrire una proposta nuova, per restituire alla città ciò che in questi anni ha perduto». È un’idea di rinascita che non ha la presunzione di indicare da sola la via, ma che si propone come catalizzatore di energie sopite, soprattutto quelle dei giovani, che secondo Donadio devono poter trovare nella loro città un’opportunità concreta, un luogo in cui restare e costruire.

Quando gli si chiede, infatti, come immagina Castrovillari tra cinque anni, la sua risposta è una vera e propria dichiarazione di principio: «Vorrei che chi vive qui tornasse a essere orgoglioso della propria città, che il senso di appartenenza rivivesse nuovamente nei cuori dei cittadini, che lo sviluppo economico fosse reale e non evocato, e che la voglia di restare - o di tornare - fosse più forte della tentazione di andare via». Insomma, Donadio immagina una comunità che riprende a credere in sé stessa. E la sua sfida sarà proprio trasformare il disincanto in partecipazione, e la partecipazione in un progetto concreto, alla portata di tutti.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.