Stiamo per rimanere senza medicine: da Corigliano-Rossano a Castrovillari l'allarme dei farmacisti
Dopo il Covid ad aggravare il complesso sistema di produzione e distribuzione dei farmaci c'è anche la guerra in atto. I farmacisti lamentano carenza di principi attivi, difficoltà negli imballaggi e aumento dei costi. Insomma una catastrofe
CORIGLIANO-ROSSANO - La Calabria perfettamente in linea con il trend nazionale sulla carenza dei farmaci. Molti medicinali sono indisponibili, le farmacie registrano ritardi nelle consegne e i pazienti hanno difficoltà a trovare il prodotto al banco. Prima il covid, poi la guerra. Anzi: la pandemia e la guerra insieme. Il rincaro dei carburanti spinge i trasportatori ad accumulare più ordini per una stessa area geografica al fine di ammortizzare i costi del viaggio, l’attesa si allunga, il covid ha fatto e fa tuttora la sua parte nella corsa all’uso – in certi casi abuso – di alcuni farmaci ed ecco che l’offerta non riesce a soddisfare la domanda. Prodotti come antidepressivi o quelli a base di paracetamolo e ibuprofene sono nella lista di ogni famiglia italiana e la produzione non soddisfa i bisogni. Abbiamo fatto una ricognizione tra le farmacie del nostro territorio, da Corigliano-Rossano a Castrovillari, per capire perché e come la crisi internazionale è arrivata fin sul banco farmaceutico.
«Dobbiamo considerare che molte delle molecole di partenza che servono alla realizzazione finale dei farmaci vengono prodotte in Cina – ci spiega la dottoressa Ester Bevacqua della farmacia Rizzo di Corigliano – e al momento i rapporti tutt’altro che distesi a causa della crisi internazionale di certo non aiutano. Per quanto riguarda l’iboprufene e il paracetamolo nello specifico, la nostra farmacia è riuscita a mantenere il ritmo della domanda grazie a importanti scorte fatte nei mesi precedenti, e adesso gli addetti del settore ci stanno consigliando di fare importanti rifornimenti dei prodotti a base di nimesulide». Tra le righe leggiamo che più avanti si potrebbero avere difficoltà a reperire anche questo genere di farmaci.
Di carenza di molecole parla anche la titolare della farmacia “Padre Pio” di Rossano, la dottoressa Mariagrazia Pedace: «il problema è nazionale e si ravvisa ancor più sulle preparazioni di medicinali pediatrici in sospensione. Dove è stato possibile abbiamo provveduto con preparazioni galeniche per venire incontro alle richieste dei nostri clienti, ma quando manca la molecola vera e propria diventa complesso anche fare dei preparati». Insomma, se manca la materia prima non ci sono medici generici o sostitutivi che tengano, perché anche questi scarseggiano sul mercato.
Ma a volte il problema non è il farmaco in sé per sé, ma la confezione, il blister, l’imballaggio. «Ci sono aziende che stanno avendo problemi a confezionare il prodotto – evidenzia il dottor Luigi Filpo della farmacia Caterini Filpo di Castrovillari – e di conseguenza la catena di produzione e distribuzione rallenta». Alle difficoltà di reperire i principi attivi, si aggiungono gli aumenti a doppia cifra dei costi di materiali di confezionamento, cioè carta, vetro, plastica e alluminio. «Non dimentichiamoci che di fatto siamo in guerra - sottolinea Filpo - e influenzare il mercato facendo circolare determinati farmaci a singhiozzo potrebbe comportare l’aumento dei prezzi degli stessi». Ma al momento lei ha ravvisato una crescita del costo dei medicinali? «Certo, tra il 5 e il 10%».
Secondo i dati Aifa mancherebbero circa 3mila medicine tra paracetamolo, antidepressivi e antibiotici. Forte la carenza di ibuprofene, soprattutto da 600 e 800, e problemi di approvvigionamento per il formato sciroppo. Intanto l’Agenzia Europea per i medicinali avverte: «Nelle prossime settimane è prevista una nuova ondata di casi Covid legata a nuove sottovarianti di Omicron. La pandemia non è ancora finita».