Caro energia, a rischio anche la sanità: sono in bilico 350mila posti di lavoro
Giancarlo Greco, vicepresidente di Unimpresa, lancia un appello al governo: «L'aumento dei costi diventi credito fiscale per la piccola media impresa»
ROMA - «Chiediamo al governo guidato da Mario Draghi di consentire alle aziende, specie le piccole e medie imprese, di utilizzare l'aumento dei costi dei prodotti energetici come credito di imposta. Sarebbe una misura importantissima, essenziale per la sopravvivenza del sistema imprenditoriale italiano». È quanto dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giancarlo Greco.
«Ci troviamo nella drammatica condizione di dover scegliere se pagare le bollette, o pagare i lavoratori - prosegue - se tenere in piedi i presidi medici o pagare il rincaro folle dell'energia. Una cosa è certa, noi operatori della sanità privata accreditata non possiamo diminuire l'erogazione e la fornitura del nostro prodotto perché corrisponde alla salute dei cittadini. Non possiamo rivendere erogazioni di salute a un prezzo più alto, così come può avvenire in altri settori. Chi compra le nostre prestazioni è lo Stato. Quindi se aumentano i costi di produzione rischiamo di chiudere mettendo per strada 350mila lavoratori. Ci appelliamo a Draghi. Faccia lui, immediatamente, qualcosa».
Greco, poi, aggiunge che «una via d'uscita importante è considerare come credito d'imposta l'aumento del costo delle bollette e già a partire da gennaio del 2022. L'incrocio è epocale, del resto. Qui o si collabora per il mantenimento in vita delle imprese oppure il sistema crolla. È impossibile andare avanti così e le imprese sono costrette a non poter pagare i dipendenti oppure a ridimensionare le forniture».
«Chiediamo quindi direttamente a Mario Draghi - prosegue - di intervenire prontamente riconoscendo come credito d'imposta l'aumento del costo dell'energia che le imprese, tanto più quelle essenziali per la società, sostengono già da inizio anno - conclude - lo chiediamo a Draghi perché ci troviamo stretti nella morsa dell'aumento dei costi e l'impossibilità di aumentare i ricavi in quanto siamo rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale a prezzo fissi. La situazione è gravissima. Nel corso dell'ultima nostra riunione sono venute fuori situazioni disperate. Lunedì sarò a Roma e chiederò un incontro urgentissimo alla presidenza del consiglio dei ministri».