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Il buco nero del pronto soccorso “Giannettasio”: tempi d’attesa infiniti e consulenze lunghissime

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CORIGLIANO-ROSSANO – Se non è il triangolo delle Bermude, poco ci manca. Certo (e per fortuna) al pronto soccorso del “Giannettasio” di Rossano non spariscono persone ma il buco nero dei disservizi pare essere sempre più profondo. Ormai entrare nel presidio equivale a staccare un ticket per una permanenza dai tempi incerti e sicuramente lunghissimi.

La colpa? Sicuramente non è dei medici, tantomeno degli infermieri e questa volta nemmeno – per quanto se ne possa pensare – della parcellizzazione e duplicazione di servizi a cui sono costretti gli ospedali spoke di Corigliano-Rossano (quello dell’organizzazione dei presidi è ovviamente il primo dei problemi). Da settimane a gravare come un macigno su tutta l’organizzazione ospedaliera sono i protocolli nazionali Covid che sovrapposti alla lacunosa penuria di personale medico hanno creato una vera e propria voragine di disservizi, difficile da colmare.

Ci sono reparti che continuano a “scoppiare” (come il polo Covid) dove vengono ricoverati tutti quelli che hanno un tampone positivo anche se asintomatici, a prescindere dalle loro reali patologie. Altri reparti, invece, lavorano a metà servizio perché manca personale medico. È il caso di Ortopedia che – come evidenziato stamani da Gazzetta del Sud - dallo scorso marzo non garantisce più la reperibilità notturna.

Insomma, una stratificazione di problemi che creano una infinità di disagi nel terminale, o sarebbe meglio dire nel front-office dell’assistenza ospedaliera che sono i Pronto soccorso. Quello di Rossano, da tempo, è una bomba ad orologeria. Certo, non crediamo se la passino meglio gli altri presidi della Calabria e d’Italia ma qui ogni problema diventa una questione. Un caso da analizzare.

Vero è che i problemi – dicevamo – ci sono. Nelle ultime ore, quello più eclatante, riguarda una donna straniera che la scorsa domenica è rimasta coinvolta nel bruttissimo incidente di contrada Muzzari, lungo la vecchia statale 106 nella cinta urbana di Corigliano scalo, e a seguito del quale rimangono ancora critiche le condizioni di un bimbo di tre anni rimasto coinvolto. La signora, che accusato una frattura, rimane ancora in Pronto soccorso da ormai due giorni in attesa che qualcuno si occupi di quel trauma. Ovviamente è sotto controllo costante da parte dei sanitari del Ps ma è assurdo, quanto inconcepibile che i tempi di protocollo siano così lunghi.

Altra sorte avversa, invece, per una nonnina di 105 anni che purtroppo stamattina è deceduta dopo 4 giorni di attesa nell’astanteria del Pronto soccorso. Aveva bisogno di una visita specialistica che non è mai arrivata.

Storie, storie di persone che rischiano di perdersi nell’implosione del servizio sanitario. E questo è inaccettabile in un paese civile.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.