Elisoccorso nella Sibaritide, ora al vaglio di un Tavolo Regionale
La nascita di una piattaforma di volo per le emergenze è all'esame dei tecnici. Intanto Graziano (Asp) tesse la rete di infermieri per il 118, alle prese con l'aumento dei contagiati, mentre l'infettivologo Bassetti dice: «Basta ai ghetti covid»

CORIGLIANO-ROSSANO – È stata registrata un’enorme partecipazione da parte dei lettori all’iniziativa intrapresa da L’Eco dello Jonio inerente alla petizione con cui si è fatta richiesta di una piattaforma per l’elisoccorso (ne abbiamo parlato qui). Ciò ha reso ancora più incisiva la richiesta da parte della cittadinanza della Sibaritide, di una base che copra l’area del nord est calabrese per ciò che riguarda le emergenze. Un’iniziativa che ha avuto molto seguito anche perché le piattaforme in Calabria sono 4, Cosenza, Cirò, Lamezia e Locri, decisamente poche rispetto al fabbisogno.
Il problema è di ampio raggio, dalla carenza di personale a quella di mezzi idonei, ma ai vertici della sanità provinciale cosentina hanno fatto presente alla Regione il problema. «È stato istituito un tavolo regionale ad hoc per affrontare la questione – ci spiega il commissario Asp di Cosenza, Antonello Graziano – da cui aspettiamo notizie».
Ma i grattacapi per il capo della rete sanitaria cosentina non finiscono qui. Appena insediato ha dovuto gestire un problema non dà poco, la mancanza di personale sanitario (ne abbiamo parlato qui). «Siamo ancora alle prese con la carenza di personale medico specializzato, nello specifico in questo momento mancano anestesisti. Con il Commissario Ao Filippelli, stiamo facendo rete per cercare di ottimizzare le risorse che ci sono – afferma Graziano – Nonostante gli Avvisi pubblici, non abbiamo avuto il feedback necessario».
Per ciò che riguarda le emergenze area 118, Graziano assicura che le ambulanze nel giro di poco, saranno quasi totalmente coperte con personale infermieristico. Chiediamo anche come l’Asp di Cosenza si stia muovendo con i casi Covid in aumento: «La ricerca di personale è dovuta anche a questo fattore che stiamo affrontando attraverso protocolli d’intesa sottoscritti con le strutture spoke nell’area di nostra competenza». Chiaramente i problemi da risolvere non sono pochi, tra quelli atavici del sistema sanitario calabrese, fino ad arrivare a quelli come il coronavirus, che sono emergenze, quindi inaspettate e difficilissimi da gestire sin dalla prima ondata di contagi, dove il sistema sanitario nazionale da nord a sud, è stato trovato impreparato e travolto. Vecchi protocolli per gestire un virus che si rinnova.
Ed è proprio sul fenomeno del numero dei casi Covid in crescita, sulla scia del quale stanno riaprendo i reparti creati ad hoc negli ospedali, che soffermiamo per un attimo la nostra attenzione, prendendo in esame le dichiarazioni fatte dall’infettivologo Bassetti: «Non mi sembra una buona idea. I “lazzaretti” o i “ghetti” Covid non sono una buona cosa. É infatti un errore clamoroso buttare tutti insieme in un unico reparto chi ha un ictus, un femore rotto, un infarto, solo perché positivi. Serve un cambio di strategia di fronte ad una infezione che è molto diversa rispetto ai 2 anni passati. Siamo lenti nel saperci adattare. Dobbiamo fare i conti oggi e domani con le fiammate del Covid che porteranno ad un aumento dei casi. Dopo di che, se l'incremento è come quello che stiamo vivendo, che porta poca gente in ospedale con la polmonite dovremmo pensare che è arrivato il momento di fermare il bollettino quotidiano dei casi e dei decessi. Ma vedo che nessuno si vuole assumere questa responsabilità. In Francia hanno 200mila contagi al giorno, l'incremento c'è stato in Germania e in Spagna, ma solo in Italia c'è questo allarmismo»