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Emergenza rifiuti, 20 anni di continui fallimenti: rischiamo un’altra estate con monnezza ovunque

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CORIGLIANO-ROSSANO – È un anno esatto, ormai, da quando Corigliano-Rossano ed il territorio della Sibaritide sono entrate nel tunnel della crisi emergenziale profonda nella gestione dei rifiuti. Dodici mesi nei quali non si è riusciti a portare a regime nulla e le strade del territorio sono ormai una zuppa di asfalto e percolato.

Le politiche per la differenziata non funzionano, sono fallimentari, almeno rispetto a quelle che si praticano in altre parti d’Italia e d’Europa (per non parlare del modello Siviglia ma lì, rispetto a noi, sembra vivino su un altro pianeta!).

Da noi la frazione differenziabile si ferma ancora alla carta, al vetro, all’alluminio e alla plastica. Preistoria. Praticamente differenziamo solo gli involucri. Non è questa la differenziata. La corretta selezione dei rifiuti o, sarebbe meglio parlare della loro scomposizione, che va dal sezionamento di tutti gli elementi alla capacità di riutilizzo, è una pratica che si potrebbe fare tranquillamente partendo dalle mura domestiche, se solo si puntasse su una educazione civica profonda del rifiuto.

Invece, tutto rimane a carico dei cosiddetti “impianti tecnologici” che selezionano e smistano rifiuti ovviamente ad un costo importante. Ma oggi sono più in crisi che mai e quelli pubblici, come il sito di Bucita, sono addirittura sull’orlo del fallimento. I costi di “produzione” della vera differenziata lievitano e siti per abbancare lo scarto finale non ce ne sono più. Tra l’altro i comuni soldi per mantenere tutto questo sistema non ne hanno più perché i cittadini – in vero – non solo sono sfiduciati ma hanno le tasche prosciugate dalla crisi e tutto, quindi, diventa più complicato e complesso da gestire.

Ieri il primo grande blocco dei conferimenti dei rifiuti solidi urbani nell’impianto Ekrò di Bucita che continua anche oggi. L’impianto di Corigliano-Rossano non riceve più spazzatura perché non sa dove portare gli scarti. Risultato: rischiamo di finire nuovamente immersi nella monnezza con 40 gradi all’ombra e con tutti i rischi di natura igienico-sanitari che ne possono derivare. A questo si aggiunga l’inciviltà di qualcuno, residenti e villeggianti, che svuotano le loro case di fianco ai cassonetti ed il risultato è quello di una bomba ecologica senza eguali.  

Cosa ci ha portato a questo? Sicuramente 20 anni di politiche ambientali regionali e territoriali fallimentari sotto ogni punto di vista: sia sotto il profilo del governo dei rifiuti (lezioso, dispendioso, inconcludente ed evidentemente volto a foraggiare economicamente l’emergenza), ma anche per una scarsa qualità della protesta che negli ultimi decenni ha soltanto saputo dire di no a tutto senza prevedere sacrifici (un po’ quello che è accaduto su scala nazionale con l’opposizione estrema all’estrazione del gas, pagandone oggi le conseguenze a caro prezzo!). Intanto la politica, soprattutto quella locale, sulla questione rifiuti continua a scannarsi (dell’ultima polemica tra il sindaco Stasi e la consigliera Straface ne abbiamo parlato qui) ma senza, in realtà, volersi sporcare le mani per risolvere e superare l’emergenza.

Insomma, siamo ancora una volta nei guai fino al collo senza che nessuno, a parte le ricette salvifiche strombazzate di qua e di la, fa nulla. Nessuno muove un dito. Venti anni di emergenza; un anno intero di rifiuti per strada che – ironia della sorte – ci sono costati tre volte in più rispetto ad una gestione ordinaria e con una raccolta differenziata fatta a dovere; un futuro totalmente incerto. Mentre si sognano Bandiere Blu e Spighe Verdi che non arriveranno mai se prima non saremo capaci di toglierci di dosso questa incombente spada di Damocle.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.