Promozione turistica a Co-Ro tra proclami, censure, paragoni azzardati e arance... amare!
In una narrazione che mette insieme un po' di tutto continua mancare l'elemento essenziale per far sì che gli eventi siano motore per tutta l'economia: il marketing Guai, però, a farlo notare agli amministratori!
CORIGLIANO-ROSSANO – Rispetto a ieri, oggi sappiamo con certezza una cosa in più su Corigliano-Rossano. Anzi, più di una. La prima è che a queste latitudini il mese di maggio ha un calendario più lungo, arriva fino al giorno che i comuni mortali delle altre terre emerse chiamano 16 giugno. La seconda; vietato obiettare o porre domande fuori dal mainstream di palazzo Bianchi e chi lo fa è un cattivo “polemizzatore”. Terzo; in questa città nessuno capisce niente di turismo e di eventi se non chi propone e dispone. Quarta (e più curiosa tra tutte) è che questa città ha un’affinità quasi speculare, addirittura gemellare con l’iberica Siviglia (buono a sapersi quantomeno per cambiare quella stereotipata narrazione che ci vuole figli di greci e bizantini).
Tutto questo lo abbiamo appreso ieri, 20 maggio, nel corso di una conferenza stampa organizzata e indetta dall’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano per presentare le manifestazioni del Maggio Europeo; anzi no, della Festa dell’Europa… pardon, del Mese dell’Europa (le tre puntuali comunicazioni comunali portavano altrettante diciture diverse). Vabbè, ad ogni modo, è qualcosa che c’entra con l’Europa che in ogni angolo del vecchio continente viene celebrata a maggio. Non a Corigliano-Rossano, o forse sì. Perché, qui, l’estensione temporale – dicevamo – va oltre i limiti del tempo le manifestazioni del Mese (maggio) dell’Europa partono il prossimo giovedì 26 e si dovrebbero concludere – condizionale quanto mai d’obbligo – il prossimo giovedì 16 giugno. Date a parte, che potrebbero essere solo una formalità, l’ultimo dei problemi se una cosa è organizzata a dovere che sia maggio, giugno o dicembre… va sempre bene. Ieri mattina, dicevamo, la presentazione di questo paniere di eventi, che comprenderà, tra l’altro, il ritorno di una manifestazione cara alla parte di popolo rossanese della grande Corigliano-Rossano: la Corri e Cammina per la pace (chi si fosse perso la conferenza stampa può guardarla qui). Presentati gli eventi di maggio e giugno in pompa magna (alla presentazione c’erano più politici e amministratori che addetti ai lavori), però, manca il programma che ufficialmente ancora non è stato comunicato. Lo si attendeva per ieri pomeriggio ma a quanto pare sta girando ancora solo in bozza. Probabilmente va definito nei dettagli.
Assodata la prima verità, sicuramente sappiamo anche che il Mese (maggio) dell’Europa di Co-Ro quest’anno sarà caratterizzato da quell’ambizioso progetto in cui è coinvolta la città, grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale, chiamato UrbAct. Lo stesso che vede protagoniste in un piano di sviluppo urbano sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale diverse città italiane ed europee. Ogni settimana avremo serate a tema dedicate ad alcune delle principali città coinvolte in questa rete: Manchester, Mantova e Siviglia. A proposito di quest’ultima è piaciuto molto l’inciso, la declinazione, la chiave di lettura che ha voluto dare il vice sindaco Maria Salimbeni «orgogliosa» di poter dire che Siviglia e Corigliano-Rossano vivono una sorta di simbiosi ascetica. Dove, quando?
Il paragone è bello ma azzardatissimo. «Siviglia – ha detto testualmente la Salimbeni – è una città molto simile alla nostra… per i colori, per l’attenzione all’agrumicoltura». Siviglia è «famosa per le arance amare» ha raccontato ancora – apprezzando - la vicesindaco. Ma la città dell’Andalusia è anche celebre per «la difesa della differenziata. È quella città – ha spiegato ancora l’amministratrice – dove i rifiuti non si vedono più e non si vedono più nemmeno cassonetti o isole di raccolta, la spazzatura cammina sotto il suolo…».
Insomma, uguale a Corigliano-Rossano. Dove l’agrumicoltura (a differenza di quella spagnola) arranca a più non posso senza che nessuno prenda provvedimenti a tutela delle dolcissime clementine (altro che arance amare!) e dove tutti sappiamo come si vive il dramma dei rifiuti. Senza ulteriori commenti. Forse più che il metro del paragone bisognerebbe utilizzare il termine dell’aspirazione! Onde evitare che Siviglia citi Corigliano-Rossano per danno d’immagine.
E non lo diciamo per spingere il contraddittorio, anche se qualche alta carica istituzionale del nostro comune, proprio ieri in conferenza stampa ha additato l’Eco dello Jonio come organo di informazione «sempre polemico». Per noi è un vanto. Una medaglia al petto. Non dispiace per la critica che, ovviamente rimane circoscritta nel tempo, ma preoccupa il metodo con il quale spesso un ruolo democratico e istituzionale si trasforma in cieca sopraffazione di potere, dimenticando che il “Big Ben” prima o poi dirà stop, citando Enzo Tortora!
Ad ogni modo, siamo stati appellati come “polemici” – è tutto registrato, è tutto confrontabile dai filmati della conferenza stampa - solo perché ci siamo permessi di rivolgere alla foltissima schiera di interlocutori una domanda. Una semplicissima domanda che – per inciso – in ogni altra conferenza stampa di presentazione dei grandi eventi solitamente si bypassa. Solo perché non c’è bisogno di farla, in quanto è uno dei punti chiave che solitamente viene subito presentato. Abbiamo chiesto quale fosse il budget per la comunicazione e la promozione di questo pamphlet di eventi oltre i confini comunali. E questo per tentare di rispondere ad una perplessità che avevamo sollevato nei giorni scorsi in merito all’incapacità di questo territorio di saper fare turismo. Non da oggi, da sempre (ne abbiamo parlato qui).
Nessuno ha saputo rispondere a questa domanda. Dall’indice semplicissimo. Si è risposto a tutt’altro, addirittura infilandosi in argomentazioni di bilancio non chieste e assolutamente fuori tema. In pratica nessuno sia degli amministratori seduti a favore di telecamera che di quelli che facevano da claque nelle retrovie sapeva di cosa stessimo parlando. A rispondere – solo dopo essere stata chiamata in causa dai politici che sgomitavano al tavolo per chi la doveva sparare più grossa - è stata Benedetta De Vita, funzionaria dell’Ente, che con molta seraficità ha detto che per la promozione di un mese di eventi erano stati previsti 2.500 euro tra manifesti, poster e qualche sponsorizzazione sui social.
Insomma, questo è quello che vale la promozione del territorio.
Questo è il valore dell’interesse rivolto a intercettare più presenze per la nostra città. E non ce ne vogliano il vicesindaco Salimbeni e nemmeno l’assessore al Turismo Argentino. Essere sede di un concorso di fotografia internazionale o, addirittura, di un patrimonio Unesco come il Codex non significa aver assolto automaticamente ai doveri del marketing. Tutt’altro. Perché se si hanno questi patrimoni e non si sa come metterli a frutto facendo in modo di diventare attrattori di gente, visitatori, fruitori - che non sia la famiglia che dallo scalo si muove verso il centro storico – vuol dire che la politica per il turismo è fallita ancor prima di nascere. E dispiace, ancora di più, che un esperto del settore come l’assessore Costantino Argentino dica che «non si può parlare di turismo se non si conoscono i bilanci».
Il turismo, caro assessore, non si fa con i bilanci comunali. In una città come la nostra che offre mare, montagne, monumenti storici, tradizioni e gente meravigliosa le magliettine non dovremmo regalarle ma dovremmo fare in modo, piuttosto, che i gadget della città si vendano ai turisti per dire “io c’ero!” Se non crede a noi, lo vada a chiedere a Sergio Blasi da Melpignano o magari faccia un colpo di telefono al comune di Noto o, perché no, a qualche suo collega di Palmi.
Le storie per essere belle devono essere raccontate!