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Il Governo "punta" 3 miliardi sulla Statale 106 che diventa opera bandiera per il rilancio del Sud

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CORIGLIANO-ROSSANO - Il Documento di economia e finanza per le Infrastrutture rimette al centro la grande e storica vertenza della Statale 106. Lo diciamo da mesi (leggi qui tutte le puntate della nostra inchiesta) che questo poteva essere il "tempo buono" per ribaltare le sorti della ionica calabrese, della maledetta "strada della morte". Così è. Il Ministero delle Infrastrutture, infatti, raccogliendo l'istanza pressante del governatore Occhiuto (leggi qui la notizia), che proprio sulla centosei ha puntato le attenzioni della sua azione politica, nell'ultimo piano infrastrutturale presentato ieri ha previsto la spesa di ben 3 miliardi di euro (oltre al miliardo già disponibile) per l'ammodernamento della SS106 nel tratto Sibari-Reggio Calabria. Non solo. Nelle mire del Mit questa opera sarà il progetto bandiera per il rilancio del Sud. un po' come lo fu nel ventennio scorso la Salerno-Reggio Calabria che, proprio grazie ad un impulso di coscienza, è stata quasi totalmente ammodernata da Salerno a venir giù nella nostra regione.

Ed è sicuramente un risultato importante leggere in testa nell'elenco delle opere allegate al Def una infrastruttura su tutte: la Statale 106. A dispetto di detrattori e menagrami che in questi mesi hanno sempre spirato venti di disfatta. È un orgoglio ma soprattutto un atto dovuto da parte di uno Stato che per troppo tempo è rimasto girato dall'altra parte rispetto alle tragedie che ha mietuto questa strada.

«Opera strategica per il Mezzogiorno»... più dell'alta velocità ferroviaria

La SS106 sarà, dunque, la bandiera di un nuovo grande ciclo di investimenti pubblici per le strade e autostrade italiane che vale ben 83,5 miliardi di euro. Il documento, dicevamo, in linea con le richieste di Occhiuto, chiede 3 miliardi per completare l'opera, includendo il completamento della tratta Catanzaro (Simeri-Crichi)-Crotone e, subito dopo, l'avvio della tratta Crotone-Sibari con priorità alla Sibari-Co-Ro. 

«Fra le righe - scrive proprio stamattina il Sole 24 ore - si capisce che questa strada del "profondo sud" rimasto più indietro, anch'essa in ballo da venti anni con la suddivisione in maxilotti, è stata preferita, per ora, come opera simbolo della riscossa del Mezzogiorno» scalzando anche le priorità sull'alta velocità ferroviaria. Perché la sicurezza del cittadino viene prima di tutto.

La Sibari-Co-Ro poteva essere la bandiera tra le bandiere. Ci ha "fregati" il bizantinismo

Questi 3 miliardi sono un primo, importante risultato che, però, rischiano di diventare come i fondi dell'allora Legge obiettivo se non ci sarà concretezza e volontà immediata. Nulla vieta, infatti, di avviare contestualmente più cantieri. Insieme a quello della Kr-Cz che ormai è l'opera primaria e principale bisognerà farsi trovare subito pronti con i progetti (leggi qui), così da mandarli al Consiglio superiore dei Lavori pubblici e quindi al Cipess per la definitiva approvazione e immediato avvio dei lavori.

Questo significa che tutto il tempo perso in questo ultimo anno, soprattutto a Corigliano-Rossano, per osteggiare un tracciato già di per sé chiuso e a zero impatto ambientale, urbanistico e sociale, dovrà essere recuperato nel minor tempo possibile. Perché è doveroso ricordare che nella Calabria del nord-est, proprio per rincorrere le sirene dei disfattisti, sulla "centosei" è stato perso il primo treno quello che avrebbe già oggi potuto dare riscontri concreti sulla cantierizzazione dell'opera. opportunità, questa, acchiappata al volo - invece - dal territorio crotonese e catanzarese che hanno voluto bruciare più tappe pur di arrivare all'obiettivo. 

Potevamo essere i primi. Ci ha "fregati" il solito bizantinismo, tipico dell'enclave della Sibaritide, facendo sì che questo non accadesse. 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.