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Nel valzer del Quirinale irrompe un cosentino e si autocandida alla Presidenza della Repubblica

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COSENZA – E se tra Draghi, Cartabia, Casellati, Casini e… Berlusconi alla fine la spuntasse Ugo Morelli?! Avvocato, giornalista, 72enne cosentino doc del quartiere San Vito, di umili origini e – evidentemente - provocatore nato. Già, perché alla sua autocandidatura alla Presidenza della Repubblica, protocollata stamani alle più alte cariche dello Stato, alle Segreterie di Camera e Senato e non da ultimo anche al Governatore della Calabria, si aggiungono quelle che in passato il buon avvocato Ugo aveva avanzato per autoproporsi alla guida di un Dicastero e, ancora prima, alla guida del Movimento 5 Stelle.

Stiamo parlando, ovviamente, di fantascienza politica. Qualcuno direbbe una boutade. Ma che al suo interno cela una convinzione forte e immutata: quella della rappresentanza. La provocazione (perché solo questo può essere) di Ugo Morelli, un cittadino del sud che nella sua vita pur partendo da umilissimi origini («da quella casa popolare a due stanze in cui vivevamo 5 persone») è riuscito a concretizzare il sogno di diventare avvocato, è uno schiaffo in faccia alla politica. Particolarmente a quella politica meridionale incapace di rappresentare le istanze della gente del Sud.

E non c’entra nulla la Presidenza della Repubblica, dove – anzi - negli ultimi decenni hanno ruotato ben due personalità del Mezzogiorno: il napoletano Giorgio Napolitano ed il palermitano Sergio Mattarella. È la rivendicazione di diritti e protagonismo del Sud che – ancora una volta a ragion veduta – viene fuori.

Al netto della provocazione, perché un calabrese fuori dalle sfere dello Stato dovrebbe candidarsi alla Presidenza della Repubblica se non per dire “guardate che ci siamo anche noi”? È giusto, è legittimo rivendicare di ambire alla massima carica dello Stato, del resto è una prerogativa di ogni cittadino italiano.

Ma non riduciamo questo a una macchietta. Ennio Flaiano direbbe che «la situazione è grave ma non è seria». Se si pensa a come è ridotta oggi la politica e se si mettessero a confronto i politici di oggi con quelli di ieri ci accorgeremmo subito di vivere nel mondo di Gulliver e di essere tutti Lillipuziani. Se in Parlamento, e non solo in Parlamento, ci sono persone senza arte né parte (e il riferimento non è solo ai movimenti populisti, tutt’altro!) è legittimo che un cittadino e soprattutto un cittadino calabrese – esasperato e senza punti di riferimento – chieda oggi un ruolo di primo piano, per tentare di rimettere ordine nella disfatta d’oltre Teano. Quindi, quella di Morelli sarà (forse) anche una candidatura “non sense” ma che dovrebbe far riflettere tutti, politici o pseudo-tali.    

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.